Pechino, 26 settembre 2025; a cura della China Global Television Network Corporation (CGTN) – Mercoledì scorso il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping ha illustrato i Nationally Determined Contributions (NDC) del proprio paese nel termine temporale che arriva al 2035. Pechino si à impegnata a ridurre le emissioni nette di gas serra in ogni settore economico dal 7% al 10% rispetto ai livelli massimi, oltre a incrementare i volumi di energia eolica e solare generata di oltre sei volte rispetto ai livelli raggiunti cinque anni fa, ponendo l’obiettivo del raggiungimento di complessivi 3.600 gigawatt.
GLI NDC DI PECHINO
«Intensifichiamo tutti le nostre azioni con l’ambizioso obiettivo di creare armonia tra uomo e natura e preservare il pianeta Terra, il luogo che chiamiamo casa», ha dichiarato Xi in un video intervento alla Conferenza 2025 delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Egli, nel 2020 aveva fissato un ambizioso obiettivo, annunciando che la Cina si sarebbe impegnata a raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060. Nel corso degli anni successivi la Repubblica Popolare ha perseguito questi obiettivi impegnandosi nella cattura delle emissioni carboniche (Carbon Capture and Storage, CCS), ampliando il proprio sistema di scambio di quote di emissioni e implementando il processo di transizione in direzione dell’energia pulita. Alla fine dello scorso mese di agosto il mercato nazionale del carbonio aveva raggiunto un volume di scambi record, pari a 189 milioni di tonnellate e a un valore di transazione di 18,1 miliardi di yuan (all’incirca 2,54 miliardi di dollari), registrando un notevole aumento sia rispetto al 2024 che al 2021, anno di avvio dell’iniziativa. Nel report pubblicato mercoledì viene evidenziato come il mercato abbia contribuito a ridurre l’intensità di carbonio del settore energetico di un 10,8% nel 2024 rispetto ai livelli registrati nel 2018, rafforzando così significativamente il suo ruolo guida della transizione ecologica cinese, oltreché il processo di riduzione delle emissioni.
QUOTE DI EMISSIONI GAS SERRA SCAMBIATE SUL MERCATO
Nel 2024 è stato aperto un mercato nazionale del lo scambio di quote volontarie di riduzione delle emissioni di gas serra, un modo per sottolineare l’impegno nell’ampliare la disponibilità di strumenti di natura politica al fine di perseguire il duplice obiettivo in materia di emissioni carboniche. Il presidente Xi Jinping ha altresì inteso sottolineare il ruolo fondamentale svolto da un ambiente ecologicamente sano ai fini dello sviluppo a lungo termine della Cina, esprimendo le sue costanti preoccupazioni relative al ripristino del territorio e alla riforestazione. Al riguardo va rilevato che dal 2012 al 2024 in termini di estensione, il rimboschimento della Cina ha raggiunto il doppio della superficie territoriale della Repubblica federale tedesca. La campagna di rimboschimento integra i risultati più ampi conseguiti nel complesso del sistema ecologico, infatti, lo scorso anno 222 città cinesi hanno soddisfatto gli standard di qualità dell’aria attestandosi su livelli di PM2,5 nelle città-prefetture o di maggiori dimensioni al disotto dei 29,3 microgrammi per metro cubo, con una percentuale di giornate con buona qualità dell’aria pari all’87,2 per cento. «I Paesi devono attenersi a responsabilità comuni ma differenziate – ha aggiunto Xi nel suo intervento all’Onu -, per cui quelli più sviluppati devono assumere un ruolo guida nell’adempimento degli obblighi di riduzione delle emissioni e fornire maggiore supporto finanziario e tecnologico a quelli in via di sviluppo».
GOVERNANCE GLOBALE: APPROFONDIRE LA COOPERAZIONE MULTILATERALE
Dal 2016 la Cina Popolare ha erogato più di 177 miliardi di yuan in assistenza dei Paesi in via di sviluppo nel quadro dei programmi sull’energia pulita, l’adattamento e la resilienza climatica; inoltre, ha raggiunto accordi di cooperazione sul clima con 42 di questi stati. Soltanto in Africa, Pechino ha contribuito alla realizzazione di centinaia di progetti ambientali (energia pulita) e di reti elettriche. Tra questi rientra quello della centrale solare di Garissa, in Kenya, che fornisce energia a circa 70.000 famiglie, compensando circa 43.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica (CO₂) all’anno. La Repubblica Popolare cinese sostiene anche lo sviluppo di altri importanti progetti, come il parco eolico di De Aar in Sudafrica e l’energia idroelettrica in Ruanda. Oltre alla realizzazione delle infrastrutture, Pechino ha anche fornito la necessaria consulenza tecnica e favorito lo sviluppo di capacità e di strumenti satellitari idonei a migliorare la resilienza climatica. Quando nel gennaio 2022 Tonga è stata colpita da una violenta eruzione vulcanica, il satellite cinese HISEA-1 ha fornito supporto nel telerilevamento allo scopo di fare fronte all’emergenza. Guardando al futuro, la Cina mira ad approfondire la cooperazione multilaterale nella governance globale del clima per contribuire a un futuro condiviso dall’umanità, rispondendo ai rischi climatici e lavorando a stretto contatto con ogni paese allo scopo di affrontare adeguatamente questa urgente sfida, che nessuno potrebbe riuscire a fronteggiare da solo. «Il mondo si trova oggi ad affrontare un’enorme richiesta di sviluppo ecologico – ha concluso Xi parlando all’Assemblea Generale delle nazioni Unite -, è importante che i Paesi rafforzino il coordinamento internazionale nelle tecnologie e nelle industrie verdi per affrontare la carenza di capacità produttiva ecologica e garantire il libero flusso di prodotti green di qualità a livello globale, in modo che questo sviluppo possa giungere in ogni angolo del mondo».



