CINEMA, lutti. La scomparsa di Alvaro Vitali

L'attore romano tra i protagonisti della commedia sexy degli anni Settanta e Ottanta aveva settantacinque anni ed era stato ricoverato in ospedale per una broncopolmonite recidiva. I suoi esordi lo qualificarono come attore di spessore, poi la commedia sexy all’italiana gli donò una parentesi di benessere. Ora quasi tutti lo ricorderanno come il «Pierino» che guardava le tette e il sedere alla maestra, ma in realtà fu molto di più

24 giugno 2025 – I più probabilmente lo ricorderanno come il “Pierino” della commedia sexy all’italiana, quei «B movie» prodotti in quantità industriale negli anni Settanta e Ottanta che, però, facevano cassetta. Alvaro Vitali ne era divenuto uno delle icone, protagonista di pellicole sovente inclini alla volgarità, che tuttavia facevano ridere le platee. Ma l’attore romano venuto a mancare poche ore fa all’età di settantacinque anni per una polmonite recidiva era qualcosa di più. Egli, infatti, agli esordi della sua carriera cinematografica aveva dimostrato valenti doti attoriali, una fase breve, seguita poi da quella comicità «scollacciata, spensierata e moderatamente erotica», come qualcuno l’ha definita, che lo rese celebre e benestante.

NON SOLO MASCHERA DELLA COMMEDIA SEXY

Già, poiché Vitali non fu soltanto un attore comico. Egli venne scoperto da registi di altissimo livello, come Federico Fellini, che gli affidarono piccoli ma calzanti ruoli nei loro film. Esordì nel lontano 1969 in un piccolo ruolo in “Satyricon”, poi, sempre con il geniale regista romagnolo recitò in “Amarcord”, “Roma” e, ancora, ne “I clowns”; questo fino alla interpretazione in “Che” di Roman Polanski nel 1972. Per non dimenticare l’esperienza con Mario Monicelli in “Romanzo popolare” e con Dino Risi in “Profumo di donna”. Quindi venne la fase del successo col grande pubblico e del benessere, quel periodo non lunghissimo caratterizzato dalle sue interpretazioni nelle numerose commedie sexy che si giravano negli anni Settanta e Ottanta in Italia.  Lavorò con i registi Nando Cicero, Mariano Laurenti, Sergio Martino e Michele Massimo Tarantini.

PARABOLA DI UN ATTORE

Infine l’oblio. Con l’esaurimento del filone cinematografico che ne aveva caratterizzato la maschera Vitali cadde in disgrazia. Sarebbe tornato alla ribalta per piccoli lavori alla televisione (la macchietta di Jean Tod in Striscia la Notizia su Canale 5) e un reality show che dovette interrompere prematuramente a causa delle sue cattive condizioni di salute. I romani, suoi concittadini, lo ricorderanno inoltre per essere stato, assieme alla sua compagna di vita, il testimonial di uno storico grande magazzino della Capitale, un tempo sito nei pressi di Piazza Vittorio, dove venivano commercializzati articoli diretti a fasce di mercato di basso reddito. Quel grande magazzino ora non c’è più. È un pezzo di quella Roma di un tempo passato che se ne è andata via, come Alvaro Vitali, anche lui a suo modo protagonista di quella città.

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