IRAN, attacco Usa. Colpiti tre siti del programma nucleare degli ayatollah

La notizia è stata data dal presidente Donald Trump, che ha parlato della partecipazione agli strike dei bombardieri stealth B-2, seppure non abbia specificato quali tipi di bombe siano state sganciate, aspetto sul quale finora ha mantenuto il riserbo anche il Pentagono. Con ogni probabilità si è trattato di ordigni anti-bunker da 13.500 chilogrammi (30.000 libbre), in grado di penetrare le spesse protezioni dei siti pesantemente fortificati nei quali venivano condotte le attività di sviluppo del programma nucleare degli ayatollah, laboratori riparati in profondità nel sottosuolo. La GBU-57 Massive Ordnance Penetrator è una bomba che sfrutta il proprio peso e la sua forza cinetica allo scopo di «bucare» le protezioni di obiettivi sepolti in profondità e quindi esplodere. Attualmente ordigni del genere possono venire recapitati sul bersaglio soltanto dai bombardieri B-2, in linea esclusivamente con l’US Air Force

22 giugno 2025 – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha da poco dichiarato che le forze armate americane hanno attaccato e colpito tre siti del programma nucleare dell’Iran, una azione sinergica con quella di Israele finalizzata a porre fine ai progressi della Repubblica Islamica nello sviluppo della propria bomba atomica. Si tratta di una opzione rischiosa tesa a indebolire un nemico di lunga che minaccia rappresaglie in un teatro regionale già marcatamente caratterizzato dalla conflittualità.

LE BOMBE ANTI-BUNKER E IL SILENZIO DI TEHERAN

Al momento non è ancora pervenuta da Teheran alcuna conferma ufficiale relativamente agli attacchi, che sarebbero ancora in corso, seppure l’agenzia di stampa statale Irna abbia riferito nelle prime ore di oggi, domenica, che gli strike sono stati effettuati sui siti nucleari di Fordow, Isfahan e Natanz, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli al riguardo. La decisione dalla Casa Bianca di impegnare direttamente gli Stati Uniti d’America nel conflitto in corso tra Israele e la Repubblica Islamica  è stata assunta a seguito di più di una settimana di attacchi di Gerusalemme all’Iran. Una guerra minuziosamente pianificata da tempo e volta a rendere inoffensive le difese aeree e le capacità di attacco missilistico del nemico, compromettendone contestualmente le capacità di sviluppo dell’arma atomica attraverso i bombardamenti sistematici sugli impianti di arricchimento dell’uranio. Ma, era ormai noto anche alle opinioni pubbliche di tutto il mondo, che soltanto l’intervento risolutivo di Washington, con i suoi bombardieri stealth americani e le bombe anti-bunker da 13.500 chilogrammi (30.000 libbre), sarebbe stato in grado di imprimere una svolta decisiva al conflitto, attraverso la distruzione dei siti pesantemente fortificati nei quali venivano condotte le attività di sviluppo del programma nucleare degli ayatollah, riparati in profondità nel sottosuolo.

COMPROMESSO IL PROGRAMMA NUCLEARE DEGLI AYATOLLAH

Adesso mutano in parte i termini del conflitto, ma anche questo è stato oggetto di pianificazione. Dunque ci si potrebbe attendere una risposta iraniana contro i dispositivi militari statunitensi in Medio Oriente, basi e rischieramenti, quarantamila soldati presenti nel Medio Oriente che divengono potenziali obiettivi di una rappresaglia. «Abbiamo effettuato con successo il nostro attacco ai siti nucleari in Iran, tra i quali Fordow, Natanz ed Esfahan – ha esordito Trump nel suo post sui social media -, ora tutti gli aerei sono fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow. Tutti gli aerei stanno rientrando sani e salvi». Egli, in un post successivo, ha inoltre aggiunto che: «Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo. L’Iran ora dovrà accettare di porre fine a questa guerra». Trump ha dichiarato che negli strike sono stati utilizzati i bombardieri stealth B-2, però non ha specificato quali tipi di bombe siano state sganciate e neppure il Pentagono ha fornito dettagli sull’operazione.

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