ECONOMIA, Piano Mattei (2). Le intese e le strategie: risorse per 1,2 miliardi di euro

Un consuntivo del vertice internazionale sul Piano Mattei e il Global Gateway che ha avuto luogo ieri a Villa Pamphilj

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Roma, 21 giugno 2025 – Nella consapevolezza del fatto che gli ingenti debiti degli Stati africani rischiano di mettere in discussione entrambe le iniziative, quella di Roma (Piano Mattei) e quella di Bruxelles (Global Gateway europeo), al vertice romano che ha avuto luogo ieri a Villa Pamphilj è stata intrapresa una iniziativa per affrontare il problema.

UN TEMA CENTRALE

Un tema centrale ineludibile ai fini dello sviluppo economico e sociale dell’Africa. L’ipotesi è quella di convertire nell’arco dei prossimi dieci anni l’intero ammontare del debito ai paesi meno sviluppati sulla base di criteri stabiliti dalla Banca mondiale, abbattendo di una quota pari al 50% quelli degli Stati a reddito medio-basso. L’intera operazione dovrebbe consentire di allocare risorse nello sviluppo di progetti in loco per 235 milioni di euro. I termini ai quali si è fatto ricorso nell’occasione sono stati infatti «crescita sostenibile», «resilienza» e «cooperazione reciprocamente vantaggiosa», questo, al netto della retorica di circostanza, per comunicare che Commissione europea e Italia si impegneranno a mobilitare investimenti «trasformativi lungo corridoi economici strategici». In particolare, il focus è stato concentrato su tre aspetti: il Corridoio di Lobito, l’agricoltura, e il cavo Blue-Ranman. Riguardo al primo progetto va fatta una necessaria premessa. Tra le cause del sottosviluppo africano vi è la scarsa integrazione infrastrutturale, che, assieme al limitato sviluppo della produzione industriale e alla bassa diversificazione settoriale, contribuisce a limitare l’interscambio commerciale continentale.

INVESTIMENTI TRASFORMATIVI

Dei cinquantaquattro stati africani numerosi hanno popolazioni che non superano i trenta milioni di persone e prodotti interni lordi molto bassi; sedici di essi non hanno uno sbocco al mare, fattore ulteriormente inabilitante. Povertà e frammentazione dei mercati interni rendono difficile il raggiungimento di economie di scala, una scarsa integrazione economica che abbatte la crescita africana. Il cosiddetto «Corridoio di Lobito» è il progetto di una linea ferroviaria concepita allo scopo di porre in collegamento la Repubblica Democratica del Congo con l’Angola (che si affaccia sull’Oceano) attraversando lo Zambia. Lo sviluppo di esso vede associati l’African Development Bank (AfDB) la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII, iniziativa del G7) e, appunto, il Global Gateway. Dunque, il Corridoio di Lobito non soltanto un progetto nel settore ferroviario, ma è anche un asse dalla notevole valenza economica destinato a porre in connessione quella parte dell’Africa, ricca di risorse ma priva di sbocco al mare, ai mercati globali. Tuttavia si renderà necessaria una accelerazione degli investimenti nelle infrastrutture di trasporto, nei sistemi energetici e nelle catene del valore agricole.

L’INTERCONNESSIONE NECESSARIA

Inoltre, dovrà venire facilitato il commercio sulla base di un approccio che rafforzi le economie locali e promuova una integrazione regionale inclusiva. In questo senso, al vertice di Roma è stato richiamato il ruolo fondamentale del settore privato, un intervento attraverso investimenti scalabili che siano in linea con gli obiettivi climatici, ma sostenibili sul piano commerciale. La promozione della cooperazione trilaterale nell’agricoltura sostenibile è stato poi il secondo punto nodale degli accordi. Si tratta delle filiere resilienti al clima. È stato previsto che una nuova iniziativa rafforzi il settore del caffè in Africa orientale mediante una integrazione a livello regionale, oltreché il coinvolgimento delle imprese private italiane. Promossa dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, sostenuta dall’Unido, da Cassa depositi e prestiti e da partner multilaterali, l’operazione prenderà avvio dall’esplorazione dell’ipotesi di introdurre regimi assicurativi al fine di rafforzare la resilienza. L’Unione europea, di concerto con Cassa depositi e prestiti garantirà l’accelerazione dello sviluppo dei sistemi agroalimentari sostenibili attraverso l’implementazione delle capacità e dell’accesso a finanziamenti innovativi di TERRA (Transforming and Empowering Resilient and Responsible Agribusiness), un contributo di 109 milioni di euro.

GARANZIE DELL’UNIONE EUROPEA

Riguardo al digitale, il cavo sottomarino Blue Raman riveste un potenziale strategico: co-finanziato grazie un contributo di 37 milioni di euro erogato dalla Commissione europea e sostenuto da Sparkle, ha lo scopo di migliorare l’interconnessione digitale, stimolerà la ricerca e l’innovazione e sostenere la convergenza tecnologica tra Europa, Africa e India. Il progetto vede impegnate reti di ricerca e istruzione, tra le quali Geant per l’Europa e UbuntuNet Alliance per l’Africa. Esso beneficia delle competenze tecniche della Banca europea per gli investimenti. Raggiunto inoltre un accordo per indirizzare verso l’Africa subsahariana investimenti privati nei settori chiave della connettività digitale, delle energie rinnovabili e dei trasporti. Si tratta del programma di Cassa depositi e prestiti per le infrastrutture rinnovabili e l’energia sostenibile (RISE), sviluppato grazie a un contributo di 137 milioni di euro. In questo scenario rientra anche l’AI Hub for Sustainable Development, concepito nel quadro della presidenza G7 italiana dello scorso anno, in partenariato con i leader globali del settore quali Microsoft e il supporto operativo del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. I progressi compiuti dal partenariato strategico verranno in ogni caso riesaminati in occasione del Forum Global Gateway, che si terrà il 9 e il 10 ottobre prossimi a Bruxelles.

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