ECONOMIA, Piano Mattei (1). Vertice a Roma, Meloni e von der Layen: iniziativa per abbattere il debito africano

Si prevede che in dieci anni 235 milioni vengano convertiti in progetti di sviluppo. L’evento di ieri ha dunque formalizzato l’internazionalizzazione del Piano strategico Italia Africa, che verrà integrato nel Global Gateway europeo

Roma, 21 giugno 2025 – “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: a common effort with the African Continent”, questo è la denominazione data all’evento che ha avuto luogo ieri a Roma, atteso poiché da esso ci si aspettava una svolta per quanto concerneva il tentativo da parte italiana di una internazionalizzazione o, quanto meno europeizzazione, del Piano Mattei.

EUROPEIZZARE IL PIANO MATTEI

Perché? La criticità costituita dalla scarsità delle risorse da allocare per la realizzazione del Piano Mattei è stata il cruccio di quest’ultimo fin dal momento della sua ideazione e varo. Infatti, anche focalizzando gli sforzi e cercando di massimizzare la resa di ciò di cui realmente si dispone in cassa, i fondi da stanziare allo scopo permangono limitati qualora rapportati ai bisogni e alle opportunità contemplate nell’ambiziosa operazione. Essa, come è noto, prevede un’assunzione di impegni di natura finanziaria adeguati alla trasformazione delle idee e dei progetti elaborati o recuperati da precedenti pianificazioni in iniziative concrete, cioè in programmazioni pluriennali di sviluppo. Per questo, da subito anche i più entusiasti sostenitori dell’iniziativa di Palazzo Chigi indicarono nel coinvolgimento di istituzioni finanziarie internazionali, banche multilaterali di sviluppo, stati donatori che si erano resi disponibili a sostenere progetti comuni e, ovviamente, l’Unione europea, dei potenziali partner.

ORIENTATI AL GLOBAL GATEWAY   

E, sempre da subito, non pochi si orientarono al Global Gateway, ingente pacchetto europeo di investimenti destinati allo sviluppo dell’Africa, varato nel 2021 in risposta alla penetrazione strategica sino popolare in Africa e incentrato su grandi opere infrastrutturali, ritenuto in seguito anche uno strumento di impiego immediato all’estero che presentava interventi coincidenti con alcuni settori contemplati nel Piano Mattei. L’auspicio era quello di mettere a fattor comune le risorse stanziate dalla Commissione europea, dagli Stati membri dell’Unione e dalle rispettive agenzie per lo sviluppo, oltreché dei privati, della Banca europea degli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Insomma, una utile sinergia posta in essere nel quadro di una visione della cooperazione federale, con il Vecchio Continente proiettato all’indefettibile sviluppo dell’Africa. Qualcosa, però, che rinverrebbe come indefettibile un fondamentale elemento: l’integrazione strategica delle politiche estere, economiche e di sicurezza degli Stati membri dell’Unione europea, in uno sforzo di riconciliazione di interessi e valori. Ma questo è un altro film…

L’ABBATTIMENTO DEL DEBITO AFRICANO

Nel 2023 il debito pubblico degli Stati africani ammontava complessivamente a 1.140 miliardi di dollari, l’anno seguente, il totale di interessi gravanti su di essi (servizio del debito) aveva raggiunto i 74 miliardi di dollari, dei quali il 44% del totale da corrispondere a creditori privati (pari a circa 40 miliardi di dollari), il 34% a fondi  e agenzie multilaterali, il rimanante a istituzioni finanziarie internazionali. Sono frequenti le insolvenze degli stati debitori, che comportano conseguenti acquisizioni di asset strategici di quei paesi da parte dei creditori quale loro ristoro del debito. Spesso si tratta di risorse del sottosuolo, in particolare materie prime energetiche. ma ciò non è comunque sufficiente ad arrestare i dilaganti default economici in Africa. L’abbattimento del debito africano è stato uno dei temi trattati ieri al vertice romano al quale ha partecipato anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Layen. «Annuncio che stiamo lavorando a un’iniziativa concreta per affrontare la questione del debito delle nazioni africane, tema centrale per lo sviluppo del continente che, se non affrontato adeguatamente, rischia di vanificare tutti gli altri sforzi», ha al riguardo dichiarato ieri la Presidente del Consiglio dei ministri italiana Giorgia Meloni.

INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’INIZIATIVA DI PALAZZO CHIGI

«L’iniziativa – ha ella aggiunto – prevede di convertire nei prossimi dieci anni l’intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate secondo i criteri della Banca mondiale, e di abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito meno basso. L’intera operazione ci permetterà di convertire in progetti di sviluppo da attuare in loco circa 235 milioni di euro di debito. L’Africa è un continente nel quale si gioca il nostro futuro, rafforzare l’Africa significa anche rafforzare l’Europa, costruire insieme le condizioni per una stabilità comune. Il vertice di oggi rappresenta un passo fondamentale nell’internazionalizzazione del Piano Matte. iFin dall’inizio del lancio di questa strategia siamo stati consapevoli che per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci eravamo prefissati fosse necessario lavorare in sinergia con i partner internazionali, a partire dalla Commissione europea, e ringrazio ovviamente la presidente von der Leyen che presiede con me questo vertice. L’Unione europea con il Global Gateway ha destinato all’Africa 150 miliardi di euro».

IL VERTICE ROMANO

Al vertice internazionale che ha avuto luogo a Roma, presieduto dalla Presidente del Consiglio dei ministri italiana e da quella della Commissione europea Ursula von der Leyen, hanno preso parte, tra gli altri, Samaila Zubairu (Amministratore delegato di Africa Finance Corporation), Akinwumi Adesina (Presidente della Banca africana di sviluppo), Ajay Banga (Presidente della Banca Mondiale), Kristalina Georgieva (Direttrice esecutiva del Fondo monetario internazionale), Hakainde Musokotwane (ministro delle Finanze dello Zambia), Téte Antonio (ministro degli Affari esteri dell’Angola), Mahmoud Ali Youssouf (Presidente della Commissione dell’Unione africana), Judith Suminwa Tuluka (Primo ministro della Repubblica Democratica del Congo) e Philip Mpango (Vicepresidente della Tanzania).

Condividi: