Roma, 18 giugno 2025 – «È inaccettabile che i risparmi previdenziali dei professionisti italiani vengano utilizzati per conto del governo per partecipare al risiko bancario in corso nel nostro paese». Questo è quanto dichiarato da alcuni esponenti politici dell’opposizione, in sostanziale linea con l’allarme lanciato precedentemente dai vertici di CIEPP.
RISIKO E CASSE PREVIDENZIALI: L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
I senatori del Partito Democratico Antonio Misiani, Susanna Camusso e Cristina Tajani hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Economia e delle Finanze (Giancarlo Giorgetti) e del Lavoro e delle Politiche sociali (Marina Elvira Calderone) per chiedere conto del ruolo svolto da alcune casse previdenziali private nelle recenti operazioni di acquisizione e rafforzamento azionario in istituti bancari, quali Mediobanca, Banco BPM (Banca Popolare di Milano) e MPS (Monte dei Paschi di Siena). «Secondo notizie mai smentite – si legge nell’interrogazione – Enpam, Enasarco, Cassa forense e Inarcassa avrebbero assunto partecipazioni rilevanti nel capitale di importanti banche italiane. Queste scelte presentano un significativo profilo di rischio e si allontanano dal mandato delle casse, che è quello di tutelare il risparmio previdenziale degli iscritti e non di fare speculazione finanziaria».
PD: «RUOLO INVASIVO DELL’ESECUTIVO»
I senatori del PD chiedono al Governo Meloni se abbia valutato le ricadute di queste operazioni, «a maggior ragione considerando l’eventualità di un fallimento dell’Ops (offerta di pubblico scambio, n.d.r.) di Mediobanca su Banca Generali, e se non ritenga preoccupante il coinvolgimento diretto e il ruolo invasivo svolto dall’esecutivo in una partita che tocca da vicino gli equilibri interni al sistema bancario e assicurativo del Paese. Chi controlla davvero il sistema delle Casse? Chi ha avallato l’utilizzo dei contributi previdenziali per finanziare operazioni speculative? A quali interessi rispondono quelle scelte di investimento? A quelli degli iscritti alle casse o alle logiche di potere del Governo Meloni? I ministri dell’Economia e del Lavoro devono fare chiarezza. Le casse di previdenza private fanno parte del primo pilastro del nostro sistema previdenziale e il loro obiettivo è garantire una copertura previdenziale e assistenziale ai propri iscritti. I professionisti italiani hanno diritto a sapere se i loro risparmi sono al sicuro o se vengono impiegati per finalità estranee alla funzione istituzionale delle casse di previdenza».
UNA OPERAZIONE CHE STA SFUGGENDO DI MANO
«Il rischio bancario sta letteralmente sfuggendo di mano – dichiara al medesimo riguardo Valentina Barzotti, capogruppo M5s in Commissione Lavoro alla Camera dei deputati -, non solo abbiamo un governo che è sceso in campo nella battaglia tra banche mettendo Mps, istituto risanato dagli italiani, a disposizione di alcuni azionisti privati come Caltagirone e Del Vecchio; non solo lo stesso governo ha ceduto in modo opaco a questi azionisti un 15% di Mps, al punto che sull’operazione è piombata un’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano; ma, adesso viene fuori persino un coinvolgimento di alcune casse previdenziali, come Enasarco, Enpam e Cassa forense, in operazioni di acquisto di pacchetti di Mps e Mediobanca, proprio per favorire le scalate bancarie dei suddetti operatori». Quindi la parlamentare pentastellata aggiunge: «È appena il caso di ricordare che le casse in questione, vigilate dal Ministero del Lavoro e da quello dell’Economia e delle Finanze, devono gestire i soldi dei loro iscritti e quindi degli agenti di commercio, dei medici e degli avvocati, con criteri di prudenza e trasparenza esclusivamente in vista dell’erogazione delle future pensioni ai professionisti medesimi. Dunque, il Governo deve immediatamente chiarire, non solo il ruolo svolto nella cessione del 15% di Mps, ma anche gli estremi del coinvolgimento delle casse di previdenza in una battaglia finanziaria che nulla ha a che vedere con la tutela dei lavoratori e con l’economia reale in generale».