AUTOMOTIVE, sicurezza. I mastodonti della strada e gli altri

La parte anteriore delle auto è sempre più alta: cresce di mezzo cm all'anno, ma collisioni più pericolose e visibilità ridotta sono un un rischio per pedoni e bambini. In Italia segnalato l'aumento più significativo. In parallelo all’aumento dell’altezza della parte anteriore, anche la larghezza delle auto nuove «cresce» di 0,5 cm all’anno, come dimostrato da uno studio condotto da T&E nel 2024. Parigi e Lione in Francia, insieme ad Aquisgrana in Germania, sono tra le città che hanno introdotto tariffe di parcheggio commensurate al peso o alla dimensione dei veicoli. I risultati della T&E e Clean Cities Campaign: «Occorrono riforme per contenere le dimensioni delle autovetture»

a cura di Serotonina Media – La parte anteriore delle auto è sempre più alta: secondo un nuovo studio di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, l’altezza media aumenta di mezzo centimetro all’anno.

BAMBINI A RISCHIO

Nei test condotti da T&E per lo studio, i conducenti di auto con la parte anteriore più alta non riuscivano a vedere bambini, fino a nove anni di età, posizionati davanti al veicolo. La tendenza fa parte del recente fenomeno del carspreading, cioè il progressivo aumento delle dimensioni delle auto derivante dall’intensa diffusione dei SUV di grandi dimensioni, che occupano sempre più spazio nelle città e risultano più pericolosi in caso di incidente. Parte anteriore delle auto sempre più alta: in Italia l’aumento è il più significativo. Secondo la ricerca, che ha preso in esame i Paesi dell’Unione europea, il Regno Unito e la Norvegia, la prima a studiare questo fenomeno a livello continentale, nel 2024 l’altezza media della parte anteriore delle auto è stata di 83,8 centimetri, a fronte dei 76,9 centimetri rilevati nel 2010.

IL FENOMENO DEL CARSPREADING

Questo aumento è legato alla crescita delle vendite di SUV, che sono passate dal 12% del mercato europeo nel 2010 a oltre la metà, il 56%, lo scorso anno.  Ma è in Italia che si è registrato l’aumento più significativo: dai 76.3 centimetri del 2010 ai quasi 85 nel 2024. L’aumento è legato in particolare all’espansione delle vendite di Jeep (gruppo FCA), che nel 2024 in Italia sono state il 5% del totale, contro l’1% della media europea. Attualmente non esistono norme in vigore nell’Unione europea e neppure nei suoi Stati membri che limitino l’altezza della parte anteriore di un’autovetture. Ma la sicurezza stradale è a rischio e le collisioni divengono ancora più pericolose. Le conseguenze di questo fenomeno sono preoccupanti: nelle collisioni le auto con la parte anteriore alta colpiscono tipicamente i pedoni adulti sopra il loro centro di gravità, spesso impattando per primi gli organi vitali.

INCIDENTI STRADALI E LORO EFFETTI

A velocità fino a 50 km/h, quanto più alta è la parte anteriore del veicolo, tanto più è probabile che la persona venga spinta sotto l’auto anziché lateralmente, aumentando il rischio di lesioni gravi e di morte. Uno studio, basato su collisioni stradali che hanno coinvolto 300.000 utenti della strada in Belgio, suggerisce che una crescita di 10 centimetri dell’altezza della parte anteriore dell’auto (da 80 a 90 centimetri) aumenti del 27% il rischio di morte per pedoni, ciclisti e altri utenti della strada vulnerabili. Inoltre, si riduce la visibilità per chi guida. Quando la parte anteriore dell’auto è più alta si riduce anche la visibilità degli altri utenti della strada. Secondo i test commissionati da T&E, il conducente di un Ram TRX, il modello con la parte anteriore più alta in circolazione nell’Unione europea e nel Regno Unito, non è in grado di vedere i bambini di statura media fino a nove anni che si trovano davanti al veicolo, mentre il conducente di un Land Rover Defender non riesce a vedere bambini fino a quelli di quattro anni e mezzo.

EPIDEMIA (…) DI «MOSTRI A QUATTRO RUOTE»

Ad avviso di Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia, il problema è destinato ad aggravarsi: «I cofani alti mettono in grave pericolo pedoni, ciclisti e guidatori di auto più basse – ella denunzia -, in molti casi i bambini che stanno davanti a questi veicoli sono completamente invisibili al conducente. Con le case automobilistiche concentrate sempre più su SUV e auto di grandi dimensioni,  dove si registrano i margini di profitto più alti, a scapito della sicurezza stradale, il problema è destinato ad aggravarsi, a meno di introdurre al più presto limiti chiari». Della necessità di porre al primo posto il diritto a una mobilità sicura parla invece Caudio Magliulo, Head of Italy Campaign, Clean Cities: «Un’epidemia di mostri a quattro ruote sta dilagando nelle nostre città. Veicoli venduti come fuoristrada vengono utilizzati abitualmente per brevissimi spostamenti in ambito urbano. Questi mega SUV mettono a repentaglio la sicurezza di bambini e bambine e aggravano l’appropriazione di spazio pubblico per la circolazione e la sosta dei veicoli, in costante crescita da decenni.

FARE DI PIÙ E IN FRETTA: L’APPELLO RIVOLTO ALL’UNIONE EUROPEA

«I sindaci – conclude Magliulo – devono fare di più e più in fretta, attraverso politiche di parcheggio e restrizioni all’accesso e alla circolazione di certe categorie di veicoli per limitare le dimensioni eccessive dei SUV, restituire spazio pubblico alle persone, e mettere al primo posto il diritto di tutti a una mobilità sicura». L’appello lanciato da T&E e Clean Cities Campaign all’UE e al Regno Unito è dunque quello di fissare un limite all’altezza della parte anteriore delle auto entro il 2035, quale parte di un pacchetto di riforme per contenere le dimensioni in costante crescita delle auto. Lo studio suggerisce di adottare un’altezza massima di 85 centimetri per la parte anteriore delle auto, da approfondire con ulteriori ricerche. Inoltre, le autorità nazionali e cittadine dovrebbero rendere più eque le tasse e le tariffe di parcheggio, collegandole al peso, alle dimensioni e alle emissioni di CO₂ dei veicoli. Attualmente, in gran parte d’Europa, il peso e le emissioni di CO₂ rimangono i migliori indicatori disponibili, fino a quando i legislatori non renderanno più facilmente accessibili i dati sulle dimensioni.

le fotografie di corredo all’articolo sono state scattate in Italia da attivisti della rete di Clean Cities / Streets For Kid

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