Roma 21 maggio 2025 – La due giorni si è aperta con il messaggio inviato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci: «I Clinical Trials Day rappresentano un momento prezioso di confronto e di condivisione e ci ricordano quanto i trial clinici siano fondamentali per costruire un sistema sanitario moderno, equo e fondato sulle evidenze – ha egli affermato –, siamo tutti consapevoli di quanto sia importante sostenere e rafforzare il sistema della ricerca clinica nel Paese».
MEDICINA TRASLAZIONALE
«Occasioni come questa ribadiscono chiaramente la nostra vocazione di istituzione al servizio del bene comune – ha quindi sottolineato nel suo messaggio ai partecipanti la professoressa Elena Beccalli, rettore dell’Università Cattolica -, far incontrare, dialogare e confrontare medici, ricercatori, stakeholder e professionisti significa rendere palese la nostra missione, cioè quella di essere un’istituzione pronta a investire energie e competenze per migliorare la vita degli altri. Lavorare allo sviluppo di nuovi farmaci e di nuove tecnologie significa aiutare la vita, significa offrire speranza a chi è malato e ci chiede aiuto. Ciò è possibile grazie alla nostra autorevolezza, che ci viene riconosciuta a livello nazionale e internazionale, ma non è solo questo aspetto che ci rende credibili e capaci di mettere insieme un programma come quello predisposto per questi due giorni. L’idea di fondo è che per fare una buona medicina non si possa prescindere da una buona ricerca. C’è qualcosa di più. Possiamo fare affidamento sul connubio tra una specifica visione della medicina traslazionale, che vede nel laboratorio, nel paziente e nella comunità tre pilastri in costante dialogo, e la visione propria dell’Ateneo dei cattolici, segnatamente del campus di Roma, ossia una visione caratterizzata da una ricerca di frontiera, sempre consapevole del mistero della vita».
CLINICAL TRIALS DAY
«Oggi celebriamo il Clinical Trials Day, una giornata mondiale dedicata alla ricerca clinica che ha visto riunita l’intera filiera: dalle aziende farmaceutiche e di dispositivi medici ai ricercatori, dagli stakeholder del sistema Paese alle istituzioni. Abbiamo voluto onorare i farmaci straordinari che hanno profondamente cambiato il destino dei pazienti con patologie un tempo senza risposta immediata, come le malattie neurologiche, il diabete, l’obesità o le malattie autoimmuni e le rare. Celebriamo anche i dispositivi medici innovativi che offrono nuove speranze e soluzioni, come le protesi che consentono degli interventi meno invasivi. Senza la ricerca e senza tutti i trial clinici che ci hanno permesso di portare avanti queste innovazioni nel nostro Paese, la medicina sarebbe diversa», ha dal canto suo evidenziato Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, oltreché direttore scientifico f.f. della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
UNA RICERCA CLINICA SOSTENIBILE
«Per garantire una ricerca clinica sostenibile, veloce, etica e di qualità servono professionisti formati e riconosciuti – Ha illustrato la dottoressa Vincenzina Mora, coordinatrice organizzativa del Clinical Trials Day –, dobbiamo spingere le università a inserire nuovi insegnamenti nei loro corsi di laurea e attivare percorsi professionalizzanti post laurea. Il secondo giorno (oggi, n.d.r) sarà dedicato a queste figure cruciali, che al Gemelli abbiamo formato sul campo e che oggi vogliamo valorizzare a livello nazionale». Ad avviso di Sergio Alfieri, ordinario di Chirurgia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore Area clinico scientifica dell’Ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola, «il trial è un’opportunità per il malato. Quando le malattie non trovano risposte, entrare in una struttura dove si sviluppano i trial significa avere delle possibilità. In questo ospedale girano migliaia di giovani e specializzandi: sono loro che hanno il fuoco di ricercare. Lavorare in una struttura come questa significa avere ancora la possibilità di essere curati. La speranza va alimentata con giornate come quella di oggi».
RICERCA E SISTEMA PRODUTTIVO
«Sul tema dei trial clinici questo ospedale ha deciso di investire tempo fa, aggregando molteplici competenze – ha rammentato Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS -, siamo a un livello importante dei risultati raggiunti che non ci esimono, però, dall’impegnarci ancora di più». Sulla funzione della ricerca per la competitività è poi intervenuto Daniele Franco, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS: «La ricerca clinica nel suo complesso è fondamentale per la competitività di un paese, per il benessere e la qualità dell’occupazione – ha egli osservato -, è fondamentale anche in questi tempi per l’autonomia e la sicurezza nazionale, soprattutto in Italia, che fatica a crescere da tanti anni e che soffre di una rilevante emorragia di giovani che vanno all’estero. In questo senso è importante che la ricerca sia collegata all’industria e al sistema produttivo. Le due cose devono andare assieme: ricerca, istituzioni e sistema produttivo».
I VALORI ALLA BASE
Dei valori che muovono la ricerca ha parlato Paolo Nusiner, presidente dell’Ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola e direttore generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: «Il Clinical Trial Day non è solo un momento di confronto tra esperti, ma un’opportunità per ribadire con forza quanto il progresso scientifico debba rimanere ancorato a due valori irrinunciabili: l’innovazione nelle cure e la centralità della persona. In questo senso anche il nostro ospedale sull’Isola Tiberina si impegna quotidianamente a promuovere una cultura della sperimentazione clinica responsabile, trasparente e orientata al miglioramento continuo della qualità delle cure». Quindi, a venire affrontato è stato il tema relativo alla lunga tradizione culturale e scientifica nel campo dei clinical trials. «Anticipando i dati emersi dal nuovo rapporto nazionale 2024 – ha al riguardo dichiarato Robert Giovanni Nisticò, presidente della Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) –, si conferma il trend in crescita per gli studi sponsorizzati con un aumento da 505 (82.7%) a 522 (87%) di trials autorizzati. Tuttavia si registra un calo notevole nel campo degli studi no profit con una diminuzione da 106 a 78 sperimentazioni cliniche, rispettivamente dal 17.03% al 13%, probabilmente imputabile all’onere crescente per il reclutamento di risorse necessarie per ottemperare ai requisiti stringenti della normativa in vigore. Rispetto a quanto emerso nei rapporti del 2022-23, si conferma il dato per la fase uno di 112 sperimentazione cliniche presentate; le sottomissioni per la fase due sono diminuite dal 35.8% al 31% e la fase III ha registrato un lieve aumento dal 42.2 % al 46 per cento».
ENORMI BENEFICI
«Il valore della ricerca clinica non risiede solo nelle potenziali ricadute dirette sui pazienti – ha sottolineato Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) -, poiché alla ricerca clinica si associano infatti enormi benefici in termini di conoscenza e di sviluppo per l’intero Paese. La ricerca industriale comporta anche dei benefici di natura economica, in quanto i costi sanitari dei pazienti arruolati negli studi clinici sono coperti dalle aziende farmaceutiche. È quindi importante sostenere la sperimentazione clinica, mettendo in atto tutte le misure che possano rendere attrattivo il nostro Paese da questo punto di vista. A tal fine, accanto alla riconosciuta eccellenza di molti centri clinici italiani e all’elevato livello di valutazione tecnico-scientifica, sarebbe necessario lavorare ad esempio su procedure locali, tempistiche e iter di autorizzazione».
LA PERSONA AL CENTRO
«Sottolineo l’importanza del valore della centralità della persona anche nella ricerca – ha ribadito Fabio De Lillo, vicepresidente dell’Ordine dei Medici -, da un lato, c’è il malato con le sue angosce, aspettative e speranze che non può essere mai considerato solo un dato o un oggetto di studio. Dall’altra c’è il medico o il ricercatore. Qui vedo tanti giovani che ci danno speranza per il futuro con il loro impegno e i loro sacrifici che vanno sempre sottolineati. Come Ordine ci lasciamo con un impegno: collaborare nell’ambito delle nuove normative per formare nuove figure e i nuovi curriculum che le normative impongono». In conclusione, secondo Andrea Urbani, direttore Salute e Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, «è stata inaugurata una bella pagina di collaborazione istituzionale tra ricerca, istituzioni, servizio sanitario e imprese farmaceutiche e dei dispositivi medici. Una collaborazione che ci ha regalato negli ultimi anni strumenti meravigliosi che hanno trasformato molte malattie da inguaribili a curabili. Delle innovazioni che alla luce delle conoscenze di pochi lustri fa venivano considerati miracoli».