MEDIA, televisione. Eventi e celebrazioni: un funerale e una Liberazione

Gli avvenimenti a volte si accavallano e, quando sono di spessore come quelli di questi ultimi giorni, generano anche imbarazzi. È il caso delle esequie del Pontefice recentemente scomparso e del 25 aprile, festeggiato quest’anno «sobriamente». A “Un alieno in Patria”, su Rai 3, ne hanno parlato Rosy Bindi (già assistente del professor Vittorio Bachelet, quindi parlamentare della Repubblica e ministro della sanità) e Luca Casarini (già esponente dei Centri sociali del Nordest e leader “no global”, oggi attivista di Mediterranea)

Roma, 26 aprile 2025 – «Festeggiato sobriamente il 25 aprile? Penso di sì. Penso di aver festeggiato sobriamente, perché quella è la Festa della Repubblica fondata sull’antifascismo. Ho ricordato che la nostra Costituzione, come diceva Aldo Moro, non è afascista ma antifascista». Questo il commento espresso da Rosy Bindi, già parlamentare e ministro della Repubblica, nel corso del suo intervento al programma “Un alieno in patria”, condotto da Peter Gomez e trasmesso in diretta da Rai 3.

UN «SOBRIO 25 APRILE»

«Ho ricordato – ha proseguito la Bindi – che la Resistenza da cui c’è stata la democrazia rischia, sta vacillando, perché è tornata la guerra. Perché siamo padroni della storia del Creato, perché aumentano le disuguaglianze e perché ciascuno di noi si sente meno disposto a curare cose importanti come la democrazia e la politica. Siamo entrati nell’epoca dell’avarizia, dove ciascuno di noi pensa di cavarsela da solo e, invece, come ci ha ricordato Papa Francesco, e come ci ricordava Don Milani, se il mio problema è uguale al tuo, riusciamo insieme con la politica».

«CON PAPA FRANCESCO CI SIAMO INCONTRATI SULLE COSE DA FARE»

In seguito, alla trasmissione di Peter Gomez ha preso parte anche Luca Casarini (già esponente dei Centri sociali del Nordest e leader “no global”, oggi attivista di Mediterranea), che ha recato la propria opinione sul pontificato appena conclusosi con la morte di Jorge Mario Bergoglio: «Con Papa Francesco ci siamo incontrati sulle cose da fare – ha egli dichiarato -, questo è un buon viatico per capire come costruire queste relazioni e queste conversioni. Non solo sulla teoria, ci siamo incontrati sul fatto che per il Papa la pratica evangelica oltre che umana è necessaria».

IL PONTEFICE E L’IMMIGRAZIONE

Casarini ha inltre ricordato come il Pontefice abbia apportato dei contributi alla organizzazione Mediterranea e come su tutto il tema dell’immigrazione del Mediterraneo abbia costruito un meccanismo di aiuto. «Papa Francesco è stato per me anche una grande fonte di ispirazione, anche della lettura della mia vita sotto un altro punto di vista. Il G8 l’ho rivisto rileggendo l’enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti e Laudato Si’».

DOSSIER CASARINI

Casarini ha infine ricordato che, prima di conoscere il Pontefice, gli aveva inviato un dossier sul suo passato. «Ho pensato forse non sa chi sono, è occupato in mille cose – ha rivelato l’ex leader dei no global -, siccome mi aveva invitato al Sinodo dei vescovi ho detto a Don Mattia: “Io voglio bene al Papa, ma mandiamogli tutto il dossier con i giornali che parlano di me, così sa chi sono”. La sua risposta è stata: “Grazie Don Mattia, che mi hai fatto conoscere la storia di Luca, ma la conoscevo già».

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