UCRAINA, conflitto e potere. Le scelte di Vladimir Putin a tre anni dall’invasione militare

Le ragioni della Russia e quelle del Cremlino, la guerra, i troll, la dezinformacija e la propaganda, il “sentiment” dell’opinione pubblica e i condizionamenti dei persuasori occulti di Mosca: ma, cosa vogliono veramente i Russi? Di seguito, in merito l’opinione espressa da Ciro Maddaloni, esperto di e-government

16 aprile 2025; a cura di Ciro Maddaloni, esperto di e-government internazionale; articolo precedentemente pubblicato sul “Giornale Diplomatico” il 16 aprile 2025 https://www.giornalediplomatico.it/ucraina-ma-cosa-vogliono-veramente-i-russi.htm Sentiamo ripetere sempre, anche dai filo putiniani nostrani, che i russi hanno avuto le loro buone ragioni per cominciare il sanguinoso e insensato conflitto del febbraio 2022. La prima ragione che venne fornita allora fu la necessità per Mosca di «denazificare» l’Ucraina (e non solo le cosiddette Repubbliche contese); la seconda insistente motivazione è stata quella relativa all’avvicinamento di Kiev alla NATO.

LE RAGIONI DEL CREMLINO

Sentiamo dire sempre più spesso che «la gente fraintende le motivazioni dei russi», ma, se soltanto queste persone provassero ad ascoltare direttamente, senza i filtri della propaganda dei troll russi, comprenderebbero subito che ciò che dicono non ha senso. Ad esempio, uno slogan che circola da sempre in Russia concerne l’impegno profuso nel corso della Seconda guerra mondiale: «Gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna hanno combattuto davvero quel conflitto? Loro hanno perso solo 300.000 persone, noi abbiamo 30 milioni. Abbiamo davvero fatto vedere ai tedeschi cosa sono i Russi». Altri, ma non sono la maggioranza, affermano con convinzione che «è possibile ripetere la Seconda guerra mondiale». Un’altra convinzione di praticamente tutti i russi è quella che «la Russia è l’unico paese che può trasformare gli Stati Uniti d’America in polvere radioattiva». Ciò è stato più volte affermato non soltanto dai troll russi, ma anche ripetuto con insistenza martellante nelle trasmissioni di diverse radio e televisioni russe, che ammoniscono quotidianamente su questa possibilità.

L’IMMOBILIARISTA NEWYORKESE

Un noto presentatore televisivo russo sta ricevendo molta attenzione dai media esteri per aver avvertito che la Federazione Russa potrebbe bombardare gli Stati Uniti d’America fino «a farli sparire». Un’altra affermazione che va per la maggiore è la seguente: «L’Alaska è russa», poiché «è stata “affittata” e non venduta agli Stati Uniti d’America, ed è ora che la Russia la recuperi». Sempre in una seguita trasmissione televisiva, Vladimir Solovyov ha reclamato il ritorno dell’Alaska alla Russia dopo che gli aerei militari di Mosca erano entrati nello spazio aereo internazionale non lontano dallo Stato dell’Unione. Magari, i consiglieri di Donald Trump (in particolare il delegato per le negoziazioni con la Russia, Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese) dovrebbero chiedere conto di questo sentimento  (meglio: forte risentimento) dei russi nei confronti degli americani. Questo mentre i commentatori televisivi russi “più moderati” si limitano a affermare che «la Russia si deve estendere da Lisbona a Vladivostok».

LA «GRANDE» EUROPA OCCIDENTALE

Tutti coloro che si riempiono la bocca di pace, di comprendere le motivazioni di Vladimir Putin, sarebbero dunque pronti a vivere in una Europa “da Lisbona a Vladivostok” dominata da Mosca? Con la Federazione Russa e l’Unione europea che continuano a scambiarsi accuse reciproche sulla crisi in Ucraina e, alla luce della prossima riunione di analisti dei principali think tank internazionali a Londra, forse sarebbe il caso di discutere di queste idee a dir poco bizzarre che circolano in Russia. Ma questa affermazione si potrebbe porre in contrasto con l’idea di una Grande Europa come abbiamo sempre inteso noi europei occidentali. Per queste ragioni si commette un errore di valutazione quando si considera Putin alla stregua di un pazzo, un accezione rispetto al popolo russo. La Russia ha invaso l’Ucraina nel 2014 e, tanto per precisare, persino Alexey Navalny all’epoca supportò l’azione militare del Cremlino. Certamente, Putin ha portato avanti questa azione quando i suoi indici di gradimento erano in calo, e il risultato di questa azione «patriottica» i suoi consensi sono immediatamente aumentati.

I NEGOZIATORI AMERICANI

Dopo l’escalation militare del febbraio 2022 gli indici di gradimento di Vladimir Putin sono aumentati e, proprio per questo, quest’ultimo non ha mai decretato la mobilitazione generale, dato che è preoccupato di ciò che pensano i russi. Così rispetta legittimamente la loro opinione: nessun soldato russo che ha invaso l’Ucraina è stato obbligato a partire, tutti lo hanno fatto per soldi, gloria e convinzione di proteggere la madrepatria. Lo hanno fatto bombardando, giustiziando, torturando e violentando soprattutto persone inermi in un altro paese. Putin è un prodotto della società russa. Nel suo paese i libri per bambini parlano di come non si debba essere teneri e di essere sempre pronti a morire in guerra. Le loro favole parlano dei tempi sfortunati della Rus’ di Kyivan, quando Kyiv (che ha fondato Mosca) non era ancora unita (occupata) da Mosca. Ogni scolaro russo sa che l’Alaska è stata prestata agli Stati Uniti d’America e non venduta, ed è ora di reclamarla. Per loro la grandezza (cioè la guerra perpetua) ha un valore in sé. Forse sarebbe ora che i negoziatori americani si informassero meglio sui sentiment dei russi nei confronti degli Stati Uniti e dell’Occidente.

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