Roma, 14 aprile 2025 – Presentata stamani presso la Sala Benedetto XVI dell’Ospedale San Gallicano di Roma la nuova edizione del Libro Bianco della Sanità, documento di respiro strategico che mette a fuoco idee, priorità e proposte operative allo scopo di ripensare il futuro del Servizio sanitario italiano (SSN).
LA SANITÀ OGGI
Oggetto delle più disparate discussioni e infuocate polemiche, la Sanità italiana, malgrado tutto, significa fortunatamente ancora accesso universale alle cure per la gente. Tuttavia, non sono poche le incognite che gravano su questo sistema, ritenuto tra i migliori al mondo, prima tra tutte quella di natura finanziaria, che, al netto degli sprechi e delle non infrequenti malversazioni, si pone nei termini della continuità o meno dell’erogazione. Infatti, al riguardo il quesito che si ingenera è se, a risorse di bilancio stabili, nel prossimo futuro sarà possibile garantire un servizio sanitario nazionale come quello di cui si è beneficiato fino a oggi? La risposta fornita a tale interrogativo dai relatori intervenuti questa mattina presso la Sala Benedetto XVI per presentare il secondo Libro Bianco di Welfair è stata chiara quanto brutale: sarà molto difficile. Il SSN è in crisi e l’iniezione di risorse derivante da Piano nazionale di ripresa e resilienza (che per altro sta per giungere al suo termine) non sarà sufficiente a risolvere il problema, ergo, ad avviso dei relatori si rende necessario un salto di qualità che adegui il sistema alle dinamiche evolutive che ne stanno mutando gli orizzonti, partendo proprio dalla chiara individuazione dei fattori che incidono sulla sostenibilità di esso.
PEGGIORA LA QUALITÀ DELL’INVECCHIAMENTO
Dal 2019 in questo paese si va riducendo l’aspettativa media di vita e, in parallelo, vengono al pettine i nodi relativi alla qualità dell’invecchiamento. La dinamica demografica sposta gradualmente in alto la media dell’età e questo provoca evidenti conseguenze sulla sostenibilità sistemica. Nella fase del loro autunno della vita è sempre più elevata la percentuale di persone anziane che vivono una ventina d’anni della propria anzianità con patologie per le quali oggi non esiste una cura. Si tratta dei tumori, delle diverse cronicità e delle malattie degenerative. Al riguardo si stima che nel 2050 i casi di demenza senile risulteranno triplicati: se oggi ne è affetto un anziano su nove, fra venticinque anni ce ne sarà invece uno su tre. Certo, le nuove tecnologie riescono a semplificare il lavoro degli operatori sanitari mentre la medicina specialistica rincorre le nuove patologie che insorgono, ma molto si può e si deve fare, approfittando, magari, di questa fase di maggiore attenzione dedicata alla salute «guadagnata» a seguito della recente pandemia. Curare, certo; ma anche e soprattutto prevenire e, aspetto a volte negletto, anche educare a evitare i fattori di rischio. Un tema, quest’ultimo, che nella società attuale – ipercomplessa, iperconnessa e, financo, multiculturale – va necessariamente affrontato sul piano della comunicazione.
CHE FARE?
Il Libro Bianco, prefato da Elio Borgonovi (presidente CeRGAS, professore emerito presso il Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’ Università Bocconi) e con l’introduzione di Marinella D’Innocenzo (presidente de L’Altra Sanità, già direttore generale di aziende sanitarie e membro del Comitato scientifico di Welfair), è il risultato del lavoro condiviso di oltre seicento relatori intervenuti nel corso dell’edizione 2024 di Welfair 2024, evento organizzato da Fiera Roma e FareSanità Experience. Si tratta delle proposte per la Sanità elaborate da operatori e professionisti sanitari, società scientifiche, aziende, stakeholder, decisori pubblici, direttori generali, rappresentanti del Terzo settore e associazioni di cittadini e pazienti che per tre giorni hanno partecipato e discusso insieme in oltre cinquanta tavoli di lavoro. Un confronto multidisciplinare, orientato all’azione e al miglioramento, che ha generato un patrimonio di esperienze, buone pratiche e idee innovative per affrontare le sfide presenti e future del sistema salute.
UN METODO PARTECIPATIVO PER AFFRONTARE LE GRANDI TRANSIZIONI
La costruzione del Libro Bianco 2024 si è basata su una struttura partecipativa: ogni tavolo tematico ha visto un coordinatore con il compito di introdurre i temi, stimolare il confronto e sintetizzare le proposte emerse. Il documento finale è la sintesi delle riflessioni maturate in tre giorni di lavoro, con un focus concentrato sulle transizioni ritenute determinanti per il settore sanitario: demografica (invecchiamento, salute di genere, flussi migratori, nuove fragilità e prevenzione), manageriale (la governance è la chiave dell’innovazione e della traduzione in pratica del DM 77 mentre la formazione del personale la conditio sine qua non per rendere un successo la transizione digitale); tecnologica (digitalizzazione, in particolare nell’ottica della territorializzazione delle cure).
LE PROPOSTE: SETTE PUNTI FONDAMENTALI
Prevenzione: introdurre gli screening neonatali su tutto il territorio nazionale, avviare percorsi di prevenzione nelle scuole e nella vita adulta, rendere meno rigide le regole della privacy per contattare le persone in relazione alle campagne di screening contro i tumori.
Governance: potenziare la ricetta dematerializzata, riformare il consenso informato per risparmiare milioni di ore-lavoro e rendere interoperabili i dati sanitari per cura e ricerca. Si punta a rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato e a rendere il servizio sanitario più inclusivo, coinvolgendo anche il Terzo Settore e la sanità integrativa.
Sostenibilità: utilizzare la televisita per la certificazione della malattia; utilizzare multi-prescrizioni per malattie croniche. Una ricetta ripetibile per liberare medici e pazienti da impegni burocratici per cure che devono durare uno o più anni, ad esempio le malattie croniche.
Medicina Specialistica: A partire dalla medicina penitenziaria, tentando di risolvere la problematica grave dei suicidi che potrebbe essere arginata attraverso il potenziamento dei servizi di psicologia e psichiatria con l’istituzione di case di salute all’interno degli istituti di pena. Abolire inoltre i Piani Terapeutici concepiti che si sono trasformati in aggravio burocratico significativo per i medici di medicina generale. Rafforzare la professione di psicologo all’interno del SSN. Affrontare il tema della chirurgia vascolare tramite l’istituzione di una Rete per le Urgenze Vascolari Tempo-Dipendenti e il coordinamento nazionale per l’arteropatia. E infine rivedere il tariffario LEA per la cataratta, assicurandosi che la sanità pubblica e convenzionata non operi in perdita e prevedendo un riconoscimento maggiorato per gli interventi didattici.
Persone: formazione continua, dalla tecnologia alla sicurezza con corsi specifici, in particolare, per ridurre le situazioni di aggressione al personale sanitario.
Tecnologia: implementare matrici regionali che uniscano dati clinici, socioeconomici, ambientali per una visione epidemiologica in ottica One Heath; abbandonare i sistemi amministrativo/contabili verticali nelle singole ASL e portarli ad un coordinamento regionale.
Dati: standardizzare i metodi di raccolta e analisi, in modo che tutti i dati periferici siano “leggibili” a livello nazionale, adottare sistemi di cybersecurity “zero trust” per la protezione dei dati sanitari.
DALL’INNOVAZIONE AL TERRITORIO; OBIETTIVO: CAMBIARE PARADIGMA
Tra le priorità, c’è l’urgenza di superare l’attuale modello a silos e favorire un’offerta centrata sui bisogni di salute, coinvolgendo anche enti locali, associazioni, volontariato. Si sottolinea inoltre l’importanza di ripensare all’origine finanziamento e orizzonte del SSN alla luce dei nuovi bisogni di salute, delle nuove conoscenze e tecnologie disponibili, e di rendere la digitalizzazione realmente inclusiva e al servizio della prossimità. A illustrare i contenuti del Libro Bianco, questa mattina, presso la Sala Benedetto XVI dell’Ospedale San Gallicano di Roma, sono intervenuti Enzo Chilelli (presidente del Comitato degli esperti di FareSanità e coordinatore del Comitato scientifico di Welfair) e Giovanni Scapagnini (docente di Nutrizione clinica presso l’Università degli Studi del Molise, direttore scientifico della Fondazione Garda Valley Oniverse e coordinatore del Comitato scientifico di Welfair); inoltre, hanno preso parte alla discussione Alessandro Musumeci (presidente onorario del Club dirigenti tecnologie dell’informazione di Roma, CDTI), Antonio Chiacchio (consigliere di SUMAI e direttore sanitario della UOC Salute penitenziaria del carcere di Rebibbia) e Antonio Aliquò (direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini di Roma.
UN FILO ROSSO COMUNE
«Da tutti i tavoli di confronto emerge un filo rosso comune – ha sottolineato Enzo Chilelli -, la necessità di semplificare, sia per gli operatori che per i pazienti. In un’epoca in cui crescono i bisogni di salute, mentre si registrano limiti nell’organico e forti vincoli nei finanziamenti, l’unica vera fonte di nuove risorse per le cure risiede nell’innovazione della governance. Questo significa generare risparmi attraverso una gestione manageriale efficace e un uso intelligente delle tecnologie, del tempo e delle energie. L’innovazione nei modelli di cura rappresenta oggi la leva più importante per garantire nuovi finanziamenti ai servizi rivolti alle persone». Ad avviso del professor Giovanni Scapagnini «una delle tematiche emerse dal secondo Libro Bianco è sicuramente la prevenzione. La parola prevenzione contiene in sé qualcosa di triste e che la gente vuole evitare. Non si è mai creato una promozione realmente proattiva rispetto a quello che è la gestione della salute. Dobbiamo rivoluzionare questo concetto, trasferire in primis nella scuola primaria la prevenzione primaria, guardarla con occhi nuovi e non limitarla a quando si è già ormai affetti dalle malattie. Lo scenario che si è aperto è quello di una prevenzione primaria scientifica costruita con rigore sulle esigenze e caratteristiche del singolo. Così come le medicine non vengono prese a caso ma sulla base dei sintomi anche la prevenzione deve essere intesa come una cura fondata sulla conoscenza e sulla precisione. Una cura che ci aiuterà a non ammalarci. Non è un investimento facile per un SSN già al limite, ma è un elemento essenziale per la sostenibilità del sistema. Le malattie legate all’invecchiamento sono il 90% delle malattie che pesano sul Servizio Sanitario Nazionale. Non possiamo più curare i sintomi. La prevenzione, con una popolazione che invecchia rapidamente, è l’unico modo per impedire alle malattie di insorgere».
il video integrale della conferenza è stato realizzato da Michele D’Asaro di Eyenews24