PERSONAGGI, rievocazioni. Un prete e un poeta: ricordo di don Duilio Corgnali

L’evento commemorativo ha avuto luogo presso la parrocchia di Donna Olimpia a Roma. Presentato il volume “Un resto di vita”. Ne riferisce in questo articolo Gianluca Ruotolo

a cura di Gianluca Ruotolo – La sera 26 marzo nel teatro della parrocchia di Santa Maria Madre della Provvidenza nel quartiere di Donna Olimpia  a Roma è stato presentato “Un resto di vita”, il libro di poesie e fotografie di Don Duilio Corgnali, sacerdote e giornalista professionista nonché direttore per ventuno anni a Udine del periodico “Vita Cattolica”, scomparso il 21 gennaio dello scorso anno.

LA FIGURA DI DUILIO CORGNALI

Don Duilio, friulano, da giovane studente di teologia dommatica fu dal 1972 al 1976 collaboratore pastorale con un grande seguito giovanile proprio a Donna Olimpia accanto all’indimenticato monsignor don Pietro China, parroco nel quartiere per decenni. L’attuale parroco, don Alberto, ha ospitato l’iniziativa che ha registrato la partecipazione di una folta rappresentanza di «ragazzi degli anni Settanta», che in quegli anni hanno conosciuto de apprezzato don Duilio e la sua umanità coinvolgente. Dopo un breve saluto recato da Vito De Paolis, uno dei suoi amici di allora, questi ha ricordato come il libro fosse già stato presentato ufficialmente in gennaio nel prestigioso teatro di Tarcento alla presenza delle autorità civili e religiose e di una folta rappresentanza della comunità parrocchiale. In questa occasione, invece, si è voluto riproporre il tutto in maniera più informale, riunendo la comunità che negli anni dal 1972 al 1976 conobbe e apprezzò il giovane Duilio, allora studente lavoratore tra la facoltà di teologia dove si sarebbe laureato con una tesi su San Cromazio, la collaborazione in parrocchia e l’ insegnamento di religione la Liceo Socrate.

IL PARROCO E I RAGAZZI DEGLI ANNI SETTANTA

Si trattò di una fase storica feconda, ricca di fermenti post-sessantottini e di pulsioni tese al rinnovamento ecclesiale, generate dal Concilio vaticano secondo. COrgnali si inserì proficuamente nel mondo giovanile come assistente spirituale del gruppo scout, organizzatore per anni del cineforum attraverso la proiezione di film impegnati e fonte di animati dibattiti, oltreché nella società civile, prendendo parte alle attività dei comitati di quartiere. La presentazione del libro è stata affidata al sacerdote udinese don Alessio Geretti, esperto di arte sacra e autore della prefazione al volume, il quale ha evidenziato come la poesia sia stata per Duilio un terreno di incontro dell’uomo con Dio ed una traccia a fuoco che quell’ incontro lascia nel cuore, ricordandolo come uomo animato da passioni drammatiche e stupende come poesia e fede. A Riccardo Pieroni, autore della nota introduttiva, il compito di illustrare la genesi del libro che raccoglie tutte le poesie di Duilio che sono state ritrovate, unendo ad un primo e consistente nucleo ordinato dall’ autore le altre via via scritte su ogni possibile supporto. Oltre alle poesie Duilio ha lasciato quattromila diapositive, definite da Pieroni come appunti visivi dei suoi viaggi sulla terra e nelle acque con un occhio sempre rivolto al cielo. Sono le immagini che vediamo pagina per pagina accanto ai suoi versi, scelte con un sapiente lavoro di abbinamento.

DONNA OLIMPIA E I SUOI RELIGIOSI

Dopo la lettura di poesie in Italiano, a cura di Giorgio Russomanno e Maria Grazia Orfei, e in lingua friulana a cura di Luca Corgnali, che del sacerdote commemorato è il nipote, vi sono stati intervalli di brani di musica classica eseguiti alla chitarra dal virtuoso maestro Basilio Basilivan, a cui va il merito di aver creato un’atmosfera magica, intima e oltremodo intensa. A seguire, una biografia di d. Duilio è stata illustrata dal nipote, unitamente alle testimonianze vive rese da don Angelo Zanello, coetaneo di Corgnali, ordinato sacerdote anch’egli nel 1971 e, soprattutto, suo amico di lunga data, nonché di don Luigi Storto, che negli anni Settanta fu viceparroco a Donna Olimpia. Nella mia vita ho avuto modo di conoscere Duilio Corgnali, dapprima in qualità di giornalista e direttore della “Vita Cattolica”, quindi anche come prete. Di lui mi colpì subito lo sguardo attento e deciso. Ricordo che decise di rientrare subito in Friuli dopo il terribile terremoto del 1976 per contribuire alla ricostruzione, mantenendo una stretta vicinanza a un grande vescovo quale fu Alfredo Battisti. Rammento nitidamente la vicinanza di entrambi alla gente, agli umili in particolare, in un momento difficile della storia friulana, quando Corgnali nell’estate dell’anno del sisma coordinò i numerosissimi volontari giunti in Friuli in soccorso, trovandosi accanto ai terremotati alla guida del comitato delle tendopoli in un’atmosfera ribollente.

UN RICORDO PERSONALE DI DON DUILIO

Al riguardo valga l’episodio verificatosi nel settembre del 1976, quando giunse in Friuli il Presidente del Consiglio dei ministri Giulio Andreotti, il quale non volle ricevere i terremotati, proponendo a un certo punto di consentire udienza soltanto al vescovo che avrebbe accompagnato una ristretta delegazione di essi. Alfredo Battisti rifiutò questi termini e, con lui, anche  Duilio; entrambi preferirono restare fuori dal palazzo accanto alla loro gente, dimostrando con questa loro ferma presa di posizione una opzione preferenziale per gli ultimi. Duilio ha sviluppato la sua spiritualità sia come sacerdote che come poeta, sempre in quest’ordine di idee va citata una sua poesia in cui diceva che dopo il terremoto non sarebbe stato facile tornare a pregare nelle chiese e poi un’altra successiva del 1980 intitolata La soglia in cui parlava, prima in italiano e poi in friulano, della sua infanzia rurale. Ci resta di lui la testimonianza di un grande uomo di fede che abbiamo conosciuto anche come poeta, scoprendone una seconda vocazione coltivata per tutta la vita.

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