http://it.china-embassy.gov.cn/ita/xwdt/202504/t20250403_11587572.htm – Il contesto internazionale attuale è instabile e intricato, segnato da una marcata recrudescenza dell’unilateralismo e del protezionismo, mettendo l’ordine internazionale di fronte a gravi sfide. Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario della fondazione delle Nazioni Unite e tutti i Paesi chiedono di sostenere il multilateralismo e di rafforzare l’unità e la cooperazione. Purtroppo, alcuni Paesi hanno nuovamente impugnato il bastone dei dazi, lanciando una nuova serie di guerre commerciali contro i principali partner commerciali, suscitando una diffusa preoccupazione e una forte opposizione da parte della comunità internazionale.
I DAZI MINANO IL COMMERCIO MONDIALE
I dazi unilaterali minano il sistema commerciale multilaterale. A partire dalla Seconda guerra mondiale, il sistema commerciale multilaterale, basato sulle regole, con l’Organizzazione mondiale del commercio e il precedente Accordo generale sulle tariffe doganali sul commercio come fulcro, è diventato il caposaldo della globalizzazione economica e del libero scambio e ha svolto un ruolo chiave insostituibile per l’abbattimento delle barriere commerciali e per la risoluzione delle controversie commerciali. Ma le politiche commerciali attuate dagli Stati Uniti si discostano dalle regole commerciali multilaterali. In primo luogo, l’imposizione selettiva di tariffe a Paesi diversi costituisce una discriminazione commerciale e viola il principio del trattamento della nazione più favorita, in base al quale l’OMC impone ai Paesi membri di trattare tutti i partner commerciali allo stesso modo. In secondo luogo, adottare misure punitive nei confronti di molti Paesi per motivi di «sicurezza nazionale», in assenza di un fondamento fattuale, costituisce un abuso della clausola di «eccezioni per ragioni di sicurezza» dell’OMC. In terzo luogo, l’attuazione diretta degli aumenti tariffari, senza una decisione dell’OMC, viola il meccanismo di risoluzione delle controversie dell’organizzazione stessa. Se un Paese può arbitrariamente politicizzare e usare come arma questioni economiche e commerciali, anteponendo i propri interessi alle regole multilaterali, non farà altro che indebolire l’equità e l’applicazione dell’OMC, compromettendo seriamente il libero scambio e la concorrenza leale. Molte autorevoli istituzioni hanno affermato che l’attuale struttura commerciale mondiale sta attraversando il maggiore shock dai tempi del crollo del sistema di Bretton Woods.
DANNI CAGIONATI DAL PROTEZIONISMO
Il protezionismo commerciale danneggia gli altri e non porta alcun beneficio a sé stessi. Gli Stati Uniti sostengono sempre di «aver subito perdite» nel commercio internazionale e di voler chiedere «un risarcimento» a molti Paesi. È davvero così? Di recente, la direttrice generale dell’OMC, Ngozi Okonjo-Iweala, ha pubblicato un articolo intitolato “Gli Stati Uniti sono il grande vincitore commerciale”, spiegando che gli Usa hanno il monopolio quasi globale nel campo dei servizi ad alto valore aggiunto, con un surplus commerciale complessivo che nel 2024 ha sfiorato i 300 miliardi di dollari, rendendoli beneficiari del sistema commerciale globale. Affermare che gli Stati Uniti «subiscono perdite», basandosi esclusivamente sul loro disavanzo commerciale di merci, equivale a guardare il cielo attraverso un tubo. E la politica tariffaria degli Stati Uniti non ha alleviato il problema del disavanzo commerciale di merci, al contrario il costo dell’aumento delle tariffe si è traferito sulle imprese e sui consumatori statunitensi. A causa dell’impatto dei dazi statunitensi, la Banca Mondiale e l’OCSE hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale per il 2025, anche per gli Stati Uniti. I leader di molti paesi, tra cui Francia, Italia, Spagna, Canada e Messico, hanno criticato l’errata politica tariffaria degli Stati Uniti, sottolineando che difenderanno con fermezza i diritti e gli interessi legittimi dei loro Paesi.
I PRETESTI DI DONALD TRUMP
Scaricare le colpe non risolve i problemi. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi a molti paesi con vari pretesti, come la «sicurezza nazionale» e la «sicurezza delle frontiere», e nel caso della Cina hanno perfino imposto dazi sulle merci cinesi esportate negli Usa per la questione del Fentanyl, un problema interno: ciò è assolutamente insostenibile. Se il governo statunitense desidera risolvere alla radice il problema dell’abuso di Fentanyl deve adottare misure risolute in materia di controllo delle droghe e politiche antidroga, nonché azioni pratiche per ridurre la domanda interna di droga. La Cina è uno dei Paesi al mondo con le politiche antidroga più severe e rigorose. Con spirito umanitario, la Cina ha fornito assistenza di vario tipo agli Stati Uniti per affrontare la questione del Fentanyl. Nel 2019 è stata il primo Paese al mondo a controllare le sostanze correlate al Fentanyl di un’intera categoria e negli ultimi anni non ha mai esportato in Nord America nessun tipo o forma di dosaggio a base di Fentanyl. Il fatto che gli Usa scarichino le responsabilità sulla Cina non favorisce la cooperazione sino-statunitense nella lotta alla droga, né rende possibile risolvere il problema interno dell’abuso di droga.
IRREVERSIBILITÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione economica è una tendenza storica irreversibile. I vini rossi italiani e francesi vengono serviti sulle tavole dei cinesi, le auto elettriche cinesi circolano sulle strade europee, le grandi navi da crociera costruite congiuntamente da Cina e Italia hanno aperto rotte commerciali verso molti Paesi asiatici e le automobili e i telefoni cellulari prodotti dalle aziende americane nelle fabbriche cinesi vengono venduti in tutto il mondo. Tutti questi vividi esempi dimostrano che il libero scambio e la cooperazione internazionale possono portare benefici a tutti i Paesi, contribuendo allo sviluppo globale. Gli interessi di tutti i Paesi sono da tempo strettamente interconnessi: se c’è comunicazione si avanza insieme, se c’è chiusura si retrocede da soli. La Cina ha sempre perseguito il concetto di cooperazione vantaggiosa per tutti, continuando a infondere stabilità ed energia positiva all’economia mondiale, attraverso uno sviluppo di alta qualità e apertura ad alto livello. Essendo sistemi economici orientati all’esportazione, sia l’Unione europea sia l’Italia sostengono la globalizzazione economica e il libero scambio. La Cina intende collaborare con l’Italia, l’Ue e la comunità internazionale, dicendo no all’unilateralismo e al protezionismo, difendendo congiuntamente il sistema commerciale multilaterale, mantenendo un ambiente commerciale equo e libero e promuovendo la globalizzazione economica in una direzione più aperta, inclusiva, vantaggiosa ed equilibrata.