ECONOMIA, lavoro e mercati. Innovation Training Summit 2025

A venire affrontati nella «due giorni» romana organizzata da Ecosistema Formazione Italia (EFI) saranno i mutamenti in atto nel mercato del lavoro tra invecchiamento demografico, deficit di istruzione e necessità di competenze sempre più aggiornate; i dati elaborati dall’Istat; aprirà i lavori il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

Roma, 1 aprile 2025 – È tutto pronto per la seconda edizione dell’Innovation Training Summit, evento di respiro internazionale incentrato sulla formazione e l’innovazione organizzato dall’associazione no profit Ecosistema Formazione Italia (EFI). Negli spazi dell’Auditorium della Tecnica, in Viale Umberto Tupini 65 all’EUR, il 3 e il 4 di aprile si confronteranno più di duecentocinquanta tra esperti e personalità istituzionali, italiane e straniere.

INNOVATION TRAINING SUMMIT 2025

Innovation Training Summit 2025, due giorni per riflettere sulle sfide della formazione e sui cambiamenti di un mercato del lavoro sempre più complesso. Dal 2009, l’età media della forza lavoro (occupati e disoccupati di età dai 15 a ai 64 anni) è diventata superiore a quella della popolazione. L’Italia è il paese europeo (assieme alla Bulgaria) nel quale questo segmento di popolazione ha l’età media più alta (pari a 44 anni), quindi di 1,8 anni superiore alla media europea. Inoltre, i dati elaborati che verranno presentati all’Innovation Training Summit 2025 il 3 aprile, evidenziano come nel Paese a gennaio 2025 si contavano poco più di 24 milioni di occupati, circa 1.600.000 disoccupati e poco più di 12 milioni di inattivi (fonte: Istat, marzo 2025). Malgrado ciò, alcune imprese hanno incontrato comunque notevoli difficoltà nella copertura di alcune posizioni vacanti (fonte Unioncamere Sistema Informativo Excelsior 2018-2023). Sulla base delle stime elaborate dall’Istat, dal 2018 al 2023 è raddoppiata, la quantità di contratti con difficoltà di reperimento, passati dal 26% al 45%, aspetto che conferma il notevole skill gap, ovvero il disallineamento tra le competenze disponibili e le necessità reali delle aziende.

CONFERMATO LO «SKILL GAP»

Un fenomeno che riguarda non solo i lavoratori ad alta qualificazione, ma anche quelli a media-bassa qualificazione che permangono indispensabili ai fini del mantenimento delle filiere produttive. Sottolinea al riguardo Cristina Freguja (capo Dipartimento per le statistiche sociali e demografiche dell’Istat), che «l’invecchiamento demografico e il deficit di istruzione costituiscono debolezze strutturali del nostro paese che hanno un impatto rilevante sul mercato del lavoro e rischiano di mettere a repentaglio le prospettive di una crescita robusta, diffusa e duratura. Nel prossimo futuro si dovrà far fronte allo scarso ricambio generazionale e alla necessità di trovare profili sempre più qualificati. Grazie alla formazione continua, ormai indispensabile in un mercato sempre più dinamico e competitivo, ci sono ampi margini di miglioramento, anche grazie alle numerose opportunità della transizione digitale che dovremo imparare a governare per non venirne travolti».

SOVRA-ISTRUZIONE: PROBLEMA PARADOSSALE DEL MERCATO DEL LAVORO

Un terzo degli occupati laureati attuali risulta sovra-istruito. Questo fenomeno riguarda in particolar modo gli stranieri (62,3% rispetto agli italiani, che sono il 32,5%) e le donne, occupate prevalentemente nei lavori di ufficio (40,6%) e in professioni tecniche (35,8%). «Viviamo in un momento particolarmente complicato – evidenzia Kevin Giorgis, presidente di Ecosistema Formazione Italia (EFI) –, dove l’avanzamento della tecnologia costituisce certamente un grande plus, ma allo stesso tempo porta le competenze a diventare obsolete in tempi sempre più rapidi. Investire nella formazione, creando occasioni, come questa del Summit, di incontro e confronto tra aziende, lavoratori ed istituzioni è essenziale per colmare il gap tra competenze dei candidati e necessità delle aziende che, con il passare del tempo, rischia di aumentare inesorabilmente. In un mondo del lavoro in costante trasformazione, chi si impegna a imparare e adattarsi, avendo le skills giuste, ha maggiori possibilità di successo e soddisfazione nella propria carriera».

Kevin Giorgis e Stefano Marchese

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