Milano, 20 marzo 2025 – Con AEMetropolis, Milano e le sue narrazioni, torna la nuova stagione di “Incontri con la Storia”, il ciclo di eventi organizzati e promossi da Fondazione AEM. Dopo la grande partecipazione delle passate edizioni, continuano gli appuntamenti con i grandi temi della contemporaneità realizzati grazie al patrimonio storico di AEM che diventa originale chiave di lettura e di indagine della realtà.
INCONTRI CON LA STORIA 2025
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare in anteprima AEMetropolis. Milano e la Valtellina: storia di una grande comunità energetica, il nuovo volume fotografico della Fondazione AEM. Un’antologia nata con lo scopo di donare a un pubblico ancora più ampio un inedito mosaico del rapporto sinergico tra la storica municipalizzata energetica milanese, le comunità e i suoi territori di riferimento, Milano e la Valtellina. L’antologia fotografica di AEM: cuore del volume AEMetropolis, Milano e la Valtellina; storia di una grande comunità energetica sono le storie. Di cultura, conflitto e innovazione, storie che hanno scandito un percorso secolare di una virtuosa impresa pubblica che ha accompagnato la crescita sociale e industriale del Paese durante il Novecento. L’antologia, a cura di Fabrizio Trisoglio, si sviluppa attraverso centocinquanta fotografie provenienti dal patrimonio iconografico della Fondazione, che si intrecciano attraverso quattro macrotemi: i fotografi, i luoghi storici dell’impresa, la famiglia AEM e l’illuminazione di Milano.
L’ANTOLOGIA FOTOGRAFICA
Dal quartiere di Porta Romana, dalla “Città che sale” immortalata da Umberto Boccioni, attraverso le centrali dell’Alta Valtellina, lungo elettrodotti, edifici e persone, fino alle sfide della metropoli e della società di oggi. Tra i tanti fotografi che hanno contribuito a costruire l’immagine dell’azienda e rafforzare il suo senso d’identità: Antonio Paoletti, Vincenzo Aragozzini, Guglielmo Chiolini, Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Martin Parr, Luigi Bussolati e molti altri. A impreziosire il volume, oltre ai testi introduttivi di Roberto Tasca (presidente A2A) e di Alberto Martinelli (presidente Fondazione AEM), due brevi appendici consentono al lettore di ripercorrere in timeline l’evoluzione di AEM e, attraverso una bibliografia selezionata, di approfondire il rapporto tra la storia d’impresa e la sua rappresentazione fotografica nel tempo. Il volume inoltre vede il contributo di Giorgio Bigatti (direttore della Fondazione ISEC), che ha fatto luce sul rapporto tra l’impresa e l’evoluzione di Milano nel secolo del suo decollo industriale. Ad aggiungere valore le testimonianze dei fotografi Giampietro Agostini e Marco Introini, su come fotografare l’impresa che cambia e sull’importanza di documentare le mutazioni, spesso silenti e repentine, della metropoli. La pubblicazione si avvale anche dei prestigiosi patrocini di Museimpresa e Rete Fotografia.
L’EVENTO
Punto di partenza di questo nuovo ciclo di incontri non poteva che essere l’Archivio storico fotografico AEM. Una preziosa eredità che, con le sue 180.000 immagini conserva inedite rappresentazioni visive di Milano. «In questi ultimi anni – ha dichiarato al riguardo Alberto Martinelli, presidente della Fondazione AEM -, l’Archivio storico fotografico AEM è diventato un esempio del modo in cui la memoria di un’impresa, al centro di un serio progetto di lungo periodo e frutto del virtuoso dialogo tra più beni, possa continuare a generare cultura per sé e per le comunità di riferimento e costituire oggi una risorsa fondamentale per il Gruppo A2A in termini di reputazione, identità e competizione sul mercato». Ma, non solo fotografia, nell’incontro il capoluogo lombardo prende vita anche attraverso le diverse arti, dalla musica al cinema. Ad approfondire la rappresentazione attraverso l’arte cinematografica, Matteo Pavesi, Direttore Cineteca Milano. «Nei primi anni del Novecento a Milano venivano prodotti numerosi film ed era un periodo dove la città poteva contare tante case di produzione. Questo mondo è stato seppellito dalla Prima guerra mondiale e Milano, da quel momento, ha avuto un rapporto difficile con il cinema, basato per lo più sul business», questo l’amaro commento espresso da Matteo Pavesi, direttore di Cineteca Milano»
CINEMA E MILANO: LE PRODUZIONI DI UN TEMPO
«Si produceva cinema industriale per coloro che ci lavoravano e per pubblicizzare i prodotti – ha poi aggiunto Pavesi -, un cinema strumentale all’attività economica. Chi ha raccontato meglio Milano attraverso il cinema è stato chi la guardava dall’esterno come nel caso di Zavattini e De Sica, con ‘Miracolo a Milano’. La città non ha mai avuto tempo di raccontarsi in un film ma ha un ottimo pubblico cinematografico, molto colto». A “Incontri con la storia” anche la partecipazione speciale del cantautore Alberto Fortis, con una propria inedita riflessione sulla città meneghina a partire dal video del brano che lo rese celebre, “Milano e Vincenzo”, un’invettiva contro il discografico Vincenzo Micocci e una prima dichiarazione d’amore a una città, Milano appunto, che poi divenne la sua. «L’innamoramento che ho avuto per Milano quando ero ancora studente di medicina è stata un’infatuazione vera e propria – ha egli confidato -, lo stesso mi è successo a New York, due città che a mio parere si somigliano. Sembrano degli aeroporti, perché vedo le nostre vite di oggi come dei voli che si incrociano e che dipendono da una torre di controllo impazzita. Primo Levi diceva che la follia non ha un perché, infatti la mente umana a volte è strana».
OTTOCENTO, LA CITTÀ E IL SUO SVILUPPO: L’INDUSTRIA E I SERVIZI
Hanno preso parte all’incontro anche Ferruccio de Bortoli (presidente della Fondazione Corriere della Sera), Giorgio Bigatti (direttore della Fondazione ISEC), Giovanna Calvenzi (photo editor) e Andrée Ruth Shammah (direttore e presidente, regista e anima del Teatro Franco Parenti di Milano). Bigatti ha parlato della Milano industriale, che a fine Ottocento era definita la città «più città d’Italia», periodo nel quale «nel capoluogo milanese si stavano sviluppando le industrie, ma anche l’editoria e la filiera di giornali e libri. Un’industria legata alla comunicazione che si ritrova nella città odierna. A inizio Novecento è arrivata la centralità del municipio e delle municipalizzazioni dei servizi: l’acqua pubblica, l’energia con la nascita di AEM, i trasporti con ATM. Poi c’è stata la trasformazione del secondo Dopoguerra, con la grande e piccola impresa, non solo metalmeccanica, ma anche commercio e finanza. Dietro c’è la capacità tecnica di trasportare energia e soddisfare le esigenze crescenti della città; si arriva così agli anni Settanta dove lo scenario cambia di nuovo e un secolo di progresso industriale cominciò a sgretolarsi e a trasformarsi».
MILANO, LA FOTOGRAFIA E IL TEATRO
Si interroga Giovanna Calvenzi: «Il rapporto di Milano con la fotografia è dettato da un’importante domanda: è possibile raccontare la città con la fotografia? Sono diversi gli artisti che nel corso degli anni si sono impegnati per riuscirci. Desidero ricordare Carrieri, Carnisio, Basilico e Introini che sono coloro i quali hanno cercato di creare un racconto organico della città». Quindi il teatro, nel commento di Andrée Ruth Shammah: «Il primo teatro pubblico di Milano si chiamava Piccolo Teatro di Milano: ora quello stesso teatro ha preso il nome di Teatro d’Europa e questa è una chiara rappresentazione di crescita culturale della città. Una città straordinaria che necessariamente deve evolversi e trasformarsi senza però scordare i modelli del passato. A Milano, a differenza di tante altre città italiane, sono rimasti sempre i luoghi, fondamentali per raccontare la città e i suoi ricordi».
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Incontri con la Storia 2025: i prossimi appuntamenti. L’edizione di quest’anno esplorerà, sempre con lo sguardo rivolto verso il patrimonio storico AEM, le innumerevoli narrazioni della città di Milano, dalla sua capacità inclusiva, al tema dello sport come straordinario strumento sociale e politico. Il prossimo appuntamento sarà a giugno con “La città inclusiva. Dal paternalismo ai nuovi strumenti per il benessere dell’individuo” che si concentrerà sulle opere di welfare messe in atto da AEM a partire dalla sua istituzione, un’occasione per riflettere sulla rete di solidarietà milanese che ha avuto un enorme rilievo grazie al contributo di enti filantropici e delle aziende da fine Ottocento ai giorni nostri. Terzo ed ultimo incontro della rassegna in programma, invece, a novembre, con “La febbre dello sport. Competizione e cooperazione tra identità, politica e spettacolo”, un incontro che, in occasione dell’inaugurazione della mostra annuale di Fondazione AEM dedicata al rapporto dell’impresa con lo sport per la XXIV Settimana della Cultura d’Impresa, rifletterà sul mondo dello sport, sulle sue ambivalenze e sulla sua rilevanza in termini politici e identitari, attraverso la testimonianza di celebri sportivi e personaggi del settore.