«Rispetto al Piano Italia presentato al Mimit lo scorso 17 dicembre, oggi al Parlamento non abbiamo riscontrato alcuna novità dall’audizione di John Elkann». Questo il commento amaro espresso da Rocco Palombella (segretario generale della Uilm, sindacato del comparto metalmeccanico), a seguito dell’audizione da parte della X Commissione parlamentare Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati e della IX Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato della Repubblica.
NULLA DI NUOVO DA STELLANTIS
«Purtroppo – ha proseguito il sindacalista della Uilm – i nostri dubbi rimangono sotto ogni punto di vista: i tempi di realizzazione dei nuovi modelli sono troppo lunghi, considerando che non li vedremo prima della fine di quest’anno e nel 2026. Ad oggi per noi restano solo annunci e non ci fanno presagire un futuro prossimo positivo. I nostri guai non dipendono esclusivamente dalla transizione all’elettrico, ma dall’assenza della produzione di modelli nei nostri stabilimenti. Per un futuro produttivo solido dei siti italiani è necessario riportare nel nostro Paese la produzione di modelli italiani attualmente fatti all’estero, come Lancia, Alfa Romeo e altri».
NESSUNA RISPOSTA RIGUARDO ALLA MASERATI
«Ci aspettavamo risposte concrete da Elkann sul rilancio del marchio storico di Maserati – ha proseguito Palombella -, che vede la produzione al minimo storico e stabilimenti fermi da mesi come a Modena una soluzione sarebbe la nascita di un polo del lusso Ferrari-Maserati che valorizzerebbe le rispettive caratteristiche qualitative e di mercato, permettendo di salvaguardare tutti i posti di lavoro e un settore strategico per la nostra economia. Ferrari ha tutte le professionalità e gli strumenti per salvare e rilanciare Maserati e porre le basi per un futuro migliore di intere comunità, a partire da Modena, dove i lavoratori stanno subendo inaccettabili umiliazioni».
INDOTTO IN GRANDE SOFFERENZA
«L’indotto, per il quale non sono arrivate risposte adeguate, è in grande sofferenza e l’internalizzazione delle attività da parte di Stellantis ha già messo a rischio molte aziende e migliaia di lavoratori e questo per noi è inaccettabile – ha quindi concluso il leader sindacale –, non possiamo continuare a gestire la situazione con cassa integrazione e contratti di solidarietà. Siamo realisti e gli annunci non risolvono le nostre preoccupazioni sul futuro. Fino a quando le parole non si tradurranno in fatti concreti, con l’avvio delle produzioni e la piena occupazione, continueremo a incalzare Stellantis e il Governo».