CINA POPOLARE, nucleare militare. La corsa di Pechino nel potenziamento del proprio arsenale

La Repubblica Popolare ha accelerato lo sviluppo del proprio strumento nucleare puntando al raggiungimento delle mille testate di guerra. Assieme alle bombe i vettori, che i tecnici e l’industria cinese migliorano sempre più, raggiungendo la padronanza nella propulsione a combustibili solidi

Prosegue lo sviluppo dell’arsenale nucleare sino popolare. In un rapporto pubblicato di recente dalla Federation of American Scientists si riferisce che Pechino schieri attualmente circa seicento testate nucleari, mentre è attiva nella realizzazione di numerose altre.

L’ARSENALE NUCLEARE DI PECHINO

Nello studio viene evidenziato come la Repubblica Popolare stia sviluppando il proprio dispositivo nucleare a un ritmo di crescita superiore rispetto a quelli dei nove stati che al momento risultano dotati di armi atomiche, questo nonostante abbia sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare. Che i cinesi fossero intenti a potenziare il loro relativamente ridotto (se considerato nei termini di una superpotenza) arsenale nucleare era noto ormai da tempo, e ora dal Nuclear Information Project si sottolinea come dal maggio dello scorso anno siano in fase di sviluppo nuove installazioni di silos missilistici per vettori balistici intercontinentali (ICBM) a combustibile solido, oltre al completamento di quelli destinati agli ICBM DF-5 a combustibile liquido.

MISSILI BALISTICI INTERCONTINENTALI (ICBM)

Questa dedizione alle nuove varianti di ICBM e ai sistemi avanzati di lancio di vettori strategici rispondono alla crescita di potenza sul piano globale del Paese. Nel rapporto citato si ipotizza che l’Armata Popolare di Liberazione cinese (PLA) si sia approvvigionata di una notevole quantità di testate da rendere disponibile una volta che i vettori più moderni verranno resi pienamente operativi. Ad avviso degli analisti del Pentagono, pechino raggiungerà la quota del migliaio di testate nucleari entro il 2030. Allo specifico riguardo, nel rapporto che venne presentato al Congresso degli Stati Uniti d’America lo scorso anno, il Dipartimento della Difesa (DoD) ventilò l’ipotesi che la Cina Popolare si sarebbe potuta dotare di 1.500 testate nucleari entro il 2035.

I MATERIALI PER ARMARE LE TESTATE

Nel “Nuclear Notebook” viene comunque precisato che il ritmo futuro di crescita dell’arsenale nucleare cinese sarà funzione dalle scorte di plutonio, uranio altamente arricchito (HEU) e trizio. Nel 2023 venne stimato che Pechino possedesse 14 tonnellate di HEU e all’incirca 2,9 tonnellate di plutonio separato disponibile per l’impiego in armi nucleari. Nel rapporto si aggiunge inoltre che i cinesi dagli inizi degli anni Novanta non avrebbero prodotto grandi quantità di plutonio da impiegare nello sviluppo del loro programma di armamenti. Ma, va rilevato però che Pechino sta creando una sinergia tra il settore tecnologico civile e la base industriale della Difesa al fine di ottimizzare le risorse dual use. I cinesi potrebbero dunque dotarsi di significative scorte di plutonio ricavandole dai reattori civili, inclusi i due autofertilizzanti raffreddati al sodio CFR-600 attualmente in costruzione a Xiapu, nella provincia del Fujian.

VETTORI E BOMBARDIERI STRATEGICI

Tornando ai vettori, gli analisti americani ritengono che l’incremento maggiormente significativo della potenza di raggio medio e intermedio deriverà dalla messa in produzione e dallo schieramento in linea nelle unità della PLA del missile DF-26, i cui lanciatori dal 2018 sono aumentati in maniera esponenziale (da 18 a 250) e, sempre sulla base delle stime effettuate dal Pentagono, sarebbero oggi in grado di impiegare 500 missili. Il missile balistico a raggio intermedio DF-26 può essere armato con una testata convenzionale o con una nucleare; viene lanciato da una rampa installata su un trattore (trasportatore mobile) a sei assi; la sua gittata è di circa di 4.000 chilometri, dunque, è in grado di colpire le basi statunitensi dell’isola di Guam e quelle dell’Asia nordorientale, oltre a gran parte del territorio della Federazione Russa e di tutto quello dell’India. Infine, gli analisti occidentali seguono dappresso i progressi cinesi nello sviluppo del nuovo bombardiere stealth destinato a sostituire l’H-6, cioè l’H-20, che si prevede sarà in grado di compiere missioni intercontinentali.

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