CINA POPOLARE, marina militare. La flotta speciale e il possibile attacco a Taiwan

“Naval news” riferisce dell’approntamento di una una flottiglia formata di unità da sbarco dotate di ponti «insolitamente lunghi», il cui assemblaggio sarebbe attualmente in corso nel cantiere Guangzhou Shipyard International

Sarebbero almeno cinque le speciali “chiatte da invasione” attualmente in costruzione nei porti meridionali della Repubblica Popolare cinese che farebbe pensare a una preparazione di un attacco a Taiwan.

PECHINO POTENZIA LE SUE FORZE DA SBARCO

Da un recente studio effettuato dagli analisti della piattaforma “Naval News”, che hanno osservato una serie di immagini satellitari e fatto ricorso a fonti d’intelligence aperte (Osint), una flottiglia di navi con ponti «insolitamente lunghi» sarebbe in fase di assemblaggio presso il cantiere navale Guangzhou Shipyard International nell’isola meridionale di Longxue, nel quale vengono costruite le portaerei leggere e le unità navali di grande stazza senza equipaggio. Le nuove unità sono dotate di una piattaforma aperta sul retro che, ad avviso dei citati analisti, consentirebbe l’attracco di altre navi e il carico e lo scarico di materiali e veicoli pesanti come mezzi corazzati e autocarri tattici. Riferisce “Naval News” che dalla parte anteriore del battello si estende una «campata stradale» lunga oltre 120 metri, impiegabile per lo sbarco di mezzi militari su strade costiere o «superfici solide oltre le spiagge».

È IL PRELUDIO A UN ATTACCO ANFIBIO?

Le chiatte sono inoltre equipaggiate con pilastri retrattili jack up, elementi in grado di conferire stabilità all’imbarcazione in caso di condizioni meteorologiche difficili come le burrasche. Secondo Damien Symon, ricercatore di “The Intel Lab”, tre di queste speciali navi sono state impiegate nel corso di una esercitazione di sbarco anfibio effettuata nei primi giorni di questo mese nel porto di Zhanjiang, nella provincia del Guangdong, una città portuale situata a mille chilometri di distanza dall’isola di Formosa e a poco più dalle Filippine, stato del Sudest asiatico con il quale Pechino ha in corso accese controversie territoriali che negli ultimi tempi si sono caratterizzate anche per incidenti di una certa gravità. La costruzione di moli galleggianti è già stata sperimentata dall’Armata Popolare di Liberazione. Si tratta della conferma dell’impegno profuso da Pechino nel potenziamento dello strumento militare destinato alle operazioni di sbarco anfibio.

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