BENESSERE, cibo e disturbi alimentari. Un fenomeno che colpisce i giovani

Ad avviso di Maria Cristina Pisani (presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani) «un ragazzo su quattro ne ha sofferto; ma dietro a ogni numero ci sono storie di dolore: si tratta di persone che non vanno lasciate da sole»

Roma, 15 marzo 2025, a cura del Consiglio Nazionale Giovani Italian Youth Council – In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, evento dedicato alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha lanciato un allarme riguardo a un’emergenza sempre maggiore che interessa le nuove generazioni.

GIOVANI E DISTURBI ALIMENTARI

«Negli ultimi tre anni – afferma la Pisani al riguardo -, i casi di disturbi alimentari tra i giovani sono più che raddoppiati e l’età media di insorgenza si è drasticamente abbassata, arrivando a colpire bambine e bambini di appena otto o nove anni. Anoressia e bulimia rappresentano oggi la seconda causa di morte tra i giovani subito dopo gli incidenti stradali». Secondo l’ultima rilevazione condotta dal CNG con il supporto tecnico dell’Istituto Piepoli, il 25% dei giovani tra i diciotto e i trentaquattro anni di età dichiara di aver sofferto di un disturbo alimentare, una dato ben al di sopra della media nazionale, che si attesta al 15 per cento. Dato che diviene ancora più preoccupante se si considera la fascia di età dai venticinque aai trentaquattro anni, nella quale il fenomeno raggiunge il picco del 29 per cento.

DIFFICILE PERCORSO DI GUARIGIONE

Tra le maggiori difficoltà incontrate nel percorso di guarigione, il 35% dei giovani sondati ha indicato l’isolamento e la solitudine conseguente. Quasi un quarto degli intervistati (23%) ha segnalato invece la mancanza di supporto psicologico, mentre il 22% ha evidenziato una scarsa informazione e consapevolezza riguardo al problema; infine, il 16% ha indicato il timore del giudizio sociale quale ulteriore fattore che ha gli reso ancora più difficile chiedere aiuto. «È una vera e propria emergenza – sottolinea la Pisani -, che quindi richiede  interventi immediati. Un potenziamento strutturale dei servizi pubblici di supporto e di prevenzione, anche nelle scuole e nelle università, per ridurre l’incidenza di questi disturbi e migliorare la qualità di vita delle nuove generazioni».

DIETRO OGNI NUMERO C’È UN UOMO E UNA SOFFERENZA

«Metà delle regioni italiane non dispone di un sistema di cura completo – conclude la presidente del CNG -, i centri censiti sono pochissimi e la loro distribuzione è estremamente disomogenea, con liste d’attesa sempre più lunghe». «Dietro ogni numero c’è un volto, un nome. Una storia di sofferenza silenziosa. Troppi giovani avvertono questo isolamento che amplifica il loro dolore, dunque abbiamo il dovere di costruire una rete pubblica di aiuto e ascolto solida e accessibile. Nessuno di loro deve essere lasciato solo o combattere nel silenzio e nell’ombra».

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