a cura di Ciro Maddaloni, corrispondente dagli Emirati Arabi Uniti per insidertrend.it – Il Sudan ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti hanno violato gli obblighi previsti dalla Convenzione sul genocidio armando le forze paramilitari di supporto rapido. Questi ultimi hanno replicato che si tratta soltanto di una trovata pubblicitaria da parte dei sudanesi e hanno richiesto l’archiviazione del caso, esposto dal Sudan presso Corte Internazionale di Giustizia (CIG), la massima corte delle Nazioni Unite.
CINICA TROVATA PUBBLICITARIA
Gli Emirati Arabi Uniti considerano la causa intentata contro di loro dal Sudan presso la CIG come una «cinica trovata pubblicitaria volta a distogliere l’attenzione dall’accertata complicità delle Forze Armate Sudanesi (SAF) nelle diffuse atrocità che continuano a devastare il Sudan e il suo popolo», ha dichiarato ieri un funzionario del governo dell’emirato del Golfo Persico richiesto di un commento sulla vicenda. Egli ha replicato alla recente richiesta di un rappresentante di Khartoum alla Corte Internazionale di Giustizia, secondo cui gli Emirati Arabi Uniti avrebbero violato i loro obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio armando le forze paramilitari di supporto rapido (RSF).
LA REAZIONE DEGLI EAU
Da Abu Dhabi il funzionario – che ha chiesto di mantenere l’anonimato – ha sottolineato che «le accuse presentate dal rappresentante del SAF alla CIG sono prive di qualsiasi base legale o fattuale e rappresentano l’ennesimo tentativo di distrarre l’attenzione da questa guerra sanguinaria», aggiungendo inoltre che «gli Emirati Arabi Uniti hanno sempre chiesto un cessate il fuoco immediato e, più recentemente, una pausa umanitaria per il Ramadan, il disimpegno di entrambe le parti in guerra e il ripristino di un governo civile in Sudan. Nonostante il tentativo delle SAF di minimizzare la gravità della crisi umanitaria che hanno causato, gli Emirati Arabi Uniti, insieme ai partner internazionali, hanno recentemente promosso una conferenza umanitaria di alto livello per alleviare le sofferenze del popolo sudanese».
RICHIESTA L’ARCHIVIAZIONE DELL’ISTANZA
«Per rispetto alla CIG – hanno proseguito da Abu Dhabi -, in quanto principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, gli Emirati Arabi Uniti chiederanno l’immediata archiviazione dell’istanza priva di fondamento. Permaniamo impegnati a sostenere il diritto internazionale, ad assicurare la responsabilità per le atrocità commesse dalle due parti in guerra e a continuare a sostenere la pace e gli sforzi umanitari in Sudan. La richiesta del SAF alla CIG non lo esime dalla responsabilità legale e morale per i suoi atti criminali e per la catastrofica crisi umanitaria nel Paese africano. È chiaro che il SAF cerca di strumentalizzare la Corte in un misero tentativo di garantire i propri interessi acquisiti, piuttosto che impegnarsi negli sforzi internazionali per la pace in Sudan».
DIPLOMAZIA E CONFLITTO
Il presidente emiratino Sheikh Mohamed Bin Zayed aveva in precedenza accolto, l’8 febbraio scorso, Salva Kiir Mayardit, presidente del Sud Sudan, giunto in visita ufficiale negli EAU. All’inizio del loro incontro, che ebbe luogo presso il Qasr Al Shati di Abu Dhabi, il presidente emiratino discusse con il suo ospite della cooperazione tra gli EAU e il Sud Sudan, oltreché delle opportunità relative all’espansione dei legami reciproci, in particolare nei settori dell’economia, degli investimenti, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili e delle infrastrutture. Forse è proprio per questo che i sudanesi, che combatterono una guerra civile con il Sudan del Sud iniziata nel dicembre 2013 e terminata nel febbraio 2020, per la guida politica del neonato Stato seceduto nel 2011, vedono ora con sospetto la collaborazione di Giuba con Abu Dhabi, conseguentemente si comprenderebbe meglio la loro denuncia alla CIG. Gli Emirati Arabi Uniti hanno chiesto il cessate il fuoco in Sudan durante il Ramadan e si sono impegnate nell’invio di duecento milioni di dollari in aiuti al martoriato Paese africano.