La Libia permane sotto osservazione a causa della situazione attuale e pregressa. L’ultima notizia in ordine di tempo è quella relativa al ritrovamento di un’altra fossa comune nel sudest del Paese nordafricano, che ha successivamente indotto decine di importanti organizzazioni non governative (ong) a chiedere all’Unione europea il congelamento dei finanziamenti erogati a Tripoli.
FOSSA COMUNE A KUFRA
Alcuni giorni fa i corpi di ventotto migranti provenienti dall’Africa subsahariana erano stati rinvenuti all’interno di una fossa comune nei pressi di un centro di detenzione a Kufra. A fronte di questa ennesima palese violazione dei diritti umani le ong, evidenziando «l’inefficacia dei finanziamenti europei alla Libia» e ricordando inoltre come la Commissione europea abbia recentemente deciso di rivedere gli accordi finanziari con la Tunisia a seguito delle rivelazioni sugli abusi commessi dalle forze di sicurezza di Saied, hanno chiesto il medesimo approccio venga adottato nei confronti di Tripoli. L’istanza è stata rivolta a Bruxelles su iniziativa, tra le atre, di CCFD-Terre Solidaire, Human Rights Watch, Sea-Watch, Community Rights in Greece ed Egyptian Human Rights Forum.
FINAZIAMENTI EUROPEI
Tali ong, lamentando che i finanziamenti dell’Unione europea, così come quelli erogati direttamente da alcuni dei suoi Stati membri in via bilaterale, non avrebbero migliorato le condizioni di vita dei migranti in cerca di rifugio, hanno conseguentemente chiesto che tali risorse vengano allocate a copertura delle spese per attività finalizzate al conseguimento di scopi «realmente umanitari, per salvare vite umane e creare alternative sicure per i migranti anche attraverso l’apertura di rotte di passaggio sicure, lontane dagli attraversamenti maggiormente rischiosi.
IL BUCO NERO
Nella Libia precipitata nel caos a seguito della deposizione del colonnello Muammar Gheddafi nel 2011, migliaia di migranti cadono nelle mani dei trafficanti di esseri umani oppure periscono in mare nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Nel Paese nordafricano, in particolare nella sue regione sudoccidentale, le fosse comuni non costituiscono certamente una novità, infatti, nel marzo del 2024 l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ne aveva reso nota la scoperta di una contenente almeno sessantacinque cadaveri di migranti.