CIAD, guerriglia jihadista. L’esercito annuncia la vittoria contro Boko Haram

I vertici militari di N’Djamena hanno annunciato il termine della «Operazione Haskanita», che avrebbe portato alla eliminazione di tutti i rifugi precedentemente avuti dall’organizzazione jihadista in territorio ciadiano. La richiesta di assistenza del presidente Mahamat Idriss Déby Itno alla Turchia e il successivo invio da parte di Ankara di droni e consiglieri militari nel Paese africano

Nella giornata di ieri le autorità di N’Djamena hanno reso noto che l’esercito ciadiano ha portato a termine la propria controffensiva contro Boko Haram nella regione del Lago Ciad, aggiungendo che «l’organizzazione jihadista adesso non ha più alcun rifugio in territorio ciadiano».

«OPERAZIONE HASKANITA»

Boko Haram, al pari della sua branca scissionista dello Stato Islamico dell’Africa Occidentale (ISWAP), aveva avviato una campagna di attacchi contro le forze ciadiane nella regione. Nel corso dell’Operazione Haskanita sono stati uccisi 297 terroristi, a fronte della morte di 24 militari dell’esercito di N’Djamena e di 3 civili; numerosi i feriti. Di recente, un attacco condotto da Boko Haram contro una base militare sita nella zona aveva causato circa quaranta vittime tra i soldati ciadiani. È in risposta a questo attacco che il presidente Mahamat Idriss Déby Itno ha deciso di lanciare la controffensiva, da lui stesso guidata per due settimane dalla provincia di Lac, perseguendo l’obiettivo della eliminazione di tutte le capacità di Boko Haram.

L’INERZIA DELLA MNJTF

Egli aveva criticato quella che aveva definito come la «letargia» della Multinational Joint Force (MNJTF), coalizione militare formata da contingenti di Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, minacciando altresì di ritirare il Ciad da questa forza a causa della mancanza di cooperazione. A seguito dell’ennesimo scontro armato con i terroristi di Boko Haram, nel quale alla metà di novembre avevano perso la vita quindici soldati ciadiani, Déby si era rivolto alla Turchia per ottenere aiuto. Ankara avrebbe successivamente inviato propri istruttori militari a N’Djamena allo scopo di addestrare il personale in forza con l’esercito ciadiano, in particolare all’impiego dei droni acquisiti dal Paese africano.

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