Naqoura, 14 febbraio 2025 – Il vicecomandante della Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), il generale nepalese Chok Bahadur Dhakal, ufficiale che aveva concluso il suo periodo di comando della missione internazionale di pace e stava facendo ritorno nel suo paese, è stato ferito a seguito di un attacco contro un convoglio di caschi blu dell’Onu diretto all’aeroporto di Beirut.
TENSIONE A BEIRUT SUD
La situazione nell’area adiacente all’aeroporto internazionale di Beirut, situato nella parte meridionale della capitale, zona controllata da Hezbollah e dove insiste un vasto campo profughi palestinese, permane molto tesa dopo che le autorità libanesi hanno informato la compagnia aerea iraniana Mahan Air della impossibilità di fare atterrare voli provenienti da Teheran. Una decisione che ha scatenato reazioni violente, con proteste e blocchi stradali allestiti in quella zona della città, dove i familiari dei passeggeri appartenenti alla comunità libanese (in particolare la componente sciita) hanno manifestato la loro contrarietà.
CHI CONTROLLA L’AEROPORTO INTERNAZIONALE?
In precedenza, Israele aveva accusato l’Iran di utilizzare l’aeroporto internazionale di Beirut per trasferire denaro e armi mediante vettori civili. Avichay Adraee, portavoce militare israeliano in lingua araba, ha dichiarato che sono in atto tentativi di contrabbando di armi dirette a Hezbollah «che Israele non intende tollerare». Al riguardo va rilevato che dall’ottobre del 2024 l’esercito libanese ha il compito di supervisionare tutte le operazioni di controllo e sicurezza negli scali aeroportuali del Paese, ma ora, alla luce di questo ennesimo attacco ai peacekeeper di Unifil, si è impgnato ad agire «con fermezza».
SI ATTENDE LA RISPOSTA DELL’ESERCITO LIBANESE
«Siamo sconvolti da questo attacco oltraggioso ai caschi blu che hanno servito per ripristinare la sicurezza e la stabilità nel sud del Libano durante un periodo difficile», questo il rammarico successivamente espresso da Unifil mediante un propria nota ufficiale. «Gli attacchi ai caschi blu sono violazioni flagranti del diritto internazionale e possono costituire crimini di guerra – si aggiunge nel comunicato diffuso da Unifil -, chiediamo un’indagine completa e immediata da parte delle autorità libanesi e che tutti i responsabili siano portati davanti alla giustizia. I caschi blu continuano a lavorare per ripristinare la sicurezza e la stabilità nel sud del Libano in conformità con il nostro mandato secondo la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza».