È ufficiale, mercoledì scorso a Washington il Senato ha confermato Tulsi Gabbard nella carica di direttore dell’intelligence nazionale, con cinquantadue voti a favore e quarantotto contrari.
CONTROVERSO PERSONAGGIO
Tulsi Gabbard, già parlamentare democratica eletta nelle Hawaii e veterana di guerra dell’US Army, era stata in precedenza estromessa dal Senate Intelligence Committee. Ora, con la sua conferma nella carica si troverà al vertice dell’Office of the Director of National Intelligence, posizione apicale che la porrà nelle condizioni di esercitare una significativa autorità sulla comunità dell’intelligence americana. Questo comporterà un suo sostanziale controllo sull’allocazione delle ingenti risorse stanziate alla specifica strategica voce, oltreché sulla conduzione della raccolta e dell’analisi delle informazioni e la gestione, classificazione e de-classificazione dei segreti.
I DUBBI DEI SENATORI
Almeno due senatori repubblicani del Comitato di intelligence della Camera alta si erano mostrati titubanti nei confronti della Gabbard a seguito della testimonianza resa da quest’ultima nel corso dell’udienza di conferma che ha avuto luogo alla fine del mese scorso. Tra i profili della Gabbard che maggiormente inquietavano figuravano le sue opinioni riguardo al dittatore siriano Bashar al-Assad (che la Gabbard incontrò) e a Edward Snowden (che dalla National Security Agency fece trapelare una quantità di file che descrivevano in dettaglio programmi di sorveglianza altamente classificati gestiti dalla NSA nel suo periodo da appaltatore Sigint).
GLI AMICI DELLA GABBARD
Inoltre, per quanto invece concerne la Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act, cinque anni fa si spese per l’abrogazione della legge in quanto sosteneva che consentisse un accesso ingiustificato alle comunicazioni private degli americani, seppure a quest’ultimo riguardo la Gabbard afferma di avere in seguito mutato orientamento.