a cura di Florentina Ricciarelli – Elettrificare le flotte entro il 2030 farà bene all’industria automobilistica europea e all’ambiente. Infatti, secondo una nuova analisi di Transport & Environment (T&E) (la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti) un target di vendita di sole auto zero emission a partire dal 2030, valido per le grandi flotte aziendali, potrebbe garantire ai carmaker europei una domanda per oltre due milioni di veicoli elettrici (BEV). Una quantità di auto a batteria, questa, pari a metà delle vendite necessarie a raggiungere gli obiettivi vincolanti di riduzione del 55% delle emissioni di CO₂ al 2030.
ELETTRIFICARE LE FLOTTE
Questo obiettivo di decarbonizzazione delle grandi flotte potrebbe essere al centro di una legge che il Commissario europeo ai Trasporti è già incaricato di redigere; secondo T&E una norma di questo tipo garantirebbe mercato ai carmaker europei, riducendo così il rischio di dover pagare sanzioni per il mancato raggiungimento dei target sulle emissioni. Elettrificazione delle flotte: iI 62% delle vendite dei carmaker europei è nel mercato aziendale: gli obiettivi di elettrificazione delle flotte, inoltre, favorirebbero i gruppi automobilistici europei, che già oggi, rispetto alla concorrenza globale, mostrano su questo canale un vantaggio competitivo forte. Infatti, il 62% delle loro vendite insiste proprio sul mercato aziendale, che per i costruttori non europei vale invece solo il 49 per cento. (¹)
LA RICHIESTA DI T&E ALL’UNIONE EUROPEA
Peraltro i dati mostrano che nell’acquisto di auto elettriche le aziende sono più fedeli ai marchi europei rispetto ai consumatori privati. La richiesta di T&E all’Unione europea è di flotte aziendali a zero emissioni dal 2030. T&E chiede all’Unione europea di fissare un obiettivo per le flotte aziendali con oltre cento veicoli affinché, a partire dal 2030, le aziende possano acquistare o prendere in leasing solo auto zero emission. In altre parole, gli obiettivi fissati al 2035 per il mercato nel suo complesso sarebbero anticipati per il canale aziendale di cinque anni. La transizione elettrica, un grande potenziale per l’automotive europea: le auto aziendali rappresentano il più grande mercato automobilistico dell’Unione europea, rappresentando circa il 60% delle nuove immatricolazioni. Il potenziale della transizione elettrica a sostegno dell’industria automobilistica europea è pertanto enorme, ma ancora poco sfruttato.
I RITMI DELLA TRANSIZIONE
Le aziende in Europa stanno infatti elettrificando a un ritmo appena superiore rispetto ai privati (14,3% contro 13,6%). Nei due maggiori mercati automobilistici dell’Unione europea, Germania e Francia, le aziende stanno addirittura elettrificando più lentamente rispetto al mercato privato. In Italia le percentuali di vendita delle BEV nel canale aziendale sono in calo dal 2021 (quando hanno rappresentato il 6,1%), con il 2024 che ha fatto registrare il 4,7%; un esiguo incremento del market share è stato registrato, lo scorso anno, nel settore privato (3,9% rispetto al 3,6% del 2023). Complessivamente, per entrambi i canali (aziendale e privato), le percentuali italiane in termini di vendita di BEV sono tra le più basse in Europa. Elettrificare le flotte per portare sette milioni di BEV nel mercato dell’usato entro il 2035: alcune settimane fa la Commissione europea ha avviato un dialogo sul futuro dell’industria automobilistica europea, presieduto da Ursula von der Leyen.
SETTE MILIONI DI BEV
Una nuova legge europea con obiettivi vincolanti per l’elettrificazione delle grandi flotte potrebbe stimolare gli investimenti delle case automobilistiche europee e favorire (data la durata di possesso più breve delle auto aziendali, pari a tre o quattro anni) l’ingresso di quasi sette milioni di BEV sul mercato dell’usato entro il 2035, avvantaggiando così anche i consumatori (attualmente otto su dieci) che optano per le auto di seconda mano. Ad avviso di Esther Marchetti (Clean Transport Manager di T&E Italia) «l’annunciata regolamentazione europea per le flotte aziendali garantirebbe maggiore certezza agli investimenti che l’industria dell’auto sta facendo e dovrà fare per compiere la transizione. In questo modo si difenderebbe anche l’occupazione e si espanderebbe la domanda di BEV prodotti nell’Unione europea. Ma gli impatti andrebbero oltre l’industria automobilistica, rendendo possibile a milioni di famiglie, in tempi brevi, l’acquisto di auto elettriche usate a prezzi accessibili. Un aspetto questo doppiamente rilevante per il nostro Paese, dove la distanza tra salario medio e costo di un’auto nuova sta mettendo in difficoltà consumatori e industria».
UNA INIZIATIVA «ECO SCORE»
La proposta di T&E: lanciare un’iniziativa di eco-score per l’Unione europea: T&E chiede infatti alla Commissione europea di lanciare una iniziativa di eco-score per l’Unione europea sul modello dell’ecobonus francese, che valuti e premi i veicoli puliti tenendo conto della loro impronta di carbonio, dunque della CO₂ emessa fra produzione, distribuzione e riciclo a fine vita. In questo quadro, i veicoli fabbricati in Europa avrebbero un punteggio maggiore anche grazie all’uso di energia più pulita nella produzione. La legge europea sulle flotte dovrebbe prevedere anche un target di eco-score da raggiungere per le auto elettriche, aumentando così la domanda di auto Made in UE. «Un obiettivo vincolante per rendere full electric tutte le flotte con oltre cento unità a partire dal 2030 dovrebbe essere accompagnato anche da altre misure per incentivare le auto prodotte in Europa, tra cui gli eco-score che si sono già dimostrati strumenti efficaci – aggiunge al riguardo Esther Marchetti -, tuttavia, in Italia l’elettrificazione delle auto aziendali, che corrispondono a oltre il 40% del nuovo immatricolato, deve essere sostenuta anche da un’urgente riforma della tassazione. La legge di bilancio 2025 ha introdotto una prima modifica per favorire le tecnologie più pulite per le auto in fringe benefit. Ora è necessario proseguire in questa direzione, intervenendo anche sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’Iva, oltre a rivedere i costi di immatricolazione».
NOTE
(¹) I calcoli si basano sull’estrapolazione di dati dal mercato delle flotte aziendali francesi, dove le aziende con oltre cento veicoli (escludendo concessionarie e case automobilistiche) rappresentano il 41% di tutte le vendite di auto aziendali. Questa analisi utilizza la stessa percentuale negli altri paesi dell’Unione europea, insieme al market share su questo canale per ciascun costruttore europeo. I risultati di vendita attesi dalla regolamentazione delle flotte sono, infine, rapportati agli obiettivi di vendita di BEV fissati ai costruttori di auto al fine di raggiungere gli obiettivi di CO₂ del 2030. In questa elaborazione si includono i miglioramenti attesi nell’efficienza dei motori a combustione interna e nelle vendite di veicoli ibridi.