CULTURA, esposizioni. 1338, da Venezia a Delhi: sei mercanti sulle Vie della seta

Nella mattinata di sabato 22 febbraio avrà luogo l’inaugurazione della mostra allestita presso il Museo d'Arte Orientale di Venezia

Dal 22 febbraio al 4 maggio 2025, presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia sarà esposta una pergamena trecentesca dell’Archivio di Stato di Venezia che, con un esaustivo apparato scientifico e didattico, consentirà ai visitatori di viaggiare nel tempo e nello spazio, in particolare verso l’India e le meraviglie dell’Asia. Il progetto, patrocinato dal Consolato generale dell’India a Milano, è promosso dalla Direzione regionale Musei nazionali Veneto-Museo d’Arte Orientale, dall’Archivio di Stato di Venezia e dall’Università di Warwick.

LA PERGAMENA TRECENTESCA

Il documento è stato recentemente restaurato grazie al contributo dell’Università di Warwick. L’intervento ha consentito agli storici Luca Molà e Marcello Bolognari di riconsiderare aspetti e problemi legati al documento: la sentenza di un processo che coinvolge un gruppo di nobili veneziani partiti nel 1338 per un viaggio commerciale verso Delhi in India. Il progetto offre l’occasione per approfondire gli sviluppi del commercio tra Venezia e l’Asia a pochi anni dalla morte di Marco Polo. Si delinea quindi un affresco variegato e composito, «un Medioevo dagli orizzonti aperti». All’evento di inaugurazione, che avrà luogo sabato 22 febbraio 2025 alle ore 11:30, interverranno Daniele Ferrara (direttore regionale dei Musei nazionali Veneto), Lavanya Kumar (console generale dell’India a Milano), Antonio Tarasco (direttore generale Archivi), Andrea Erboso (direttore dell’Archivio di Stato di Venezia) e Luca Molà (direttore del Warwick Venice Centre, University of Warwick), oltre ai curatori della mostra Luca Molà e Marcello Bolognari (dell’Università Ca’ Foscari di Venezia).

IL DOCUMENTO

Nobilis vir dominus Andreas Iustiniano suo sacramento dixit quod dum iret ad viagium de Organçi ipse aplicuit in Citrachan, ubi invenit quamplures inter quos erat nobilis vir Iobannes Lauretano dictus Vacha cum societate que ire debebat ad viagium de Delli (Il nobiluomo Andrea Giustinian dichiarò sotto giuramento che, durante il suo viaggio verso Urgench, giunse ad Astrachan, dove incontrò diverse persone, tra cui il nobiluomo Giovanni Loredan, detto Vacha. Quest’ultimo, insieme a un gruppo di soci d’affari, era diretto a Delhi). La citazione è tratta da una pergamena del 1350 che ripercorre le fasi di un lungo processo intentato da Alberto de Calle contro gli eredi del genero Giovanni Loredan. Alberto aveva cercato di incassare i profitti derivanti dal prestito concesso a Giovanni per finanziare la sua spedizione mercantile a Delhi. Il Loredan faceva parte di una societas, cioè una compagnia di mercanti, composta dai nobili veneziani Paolo Loredan, fratello di Giovanni, Andrea Loredan, Marco Soranzo, Marino Contarini e Baldovino Querini. All’interno del documento scritto perlopiù in latino sono riportate le testimonianze, alcune delle quali in volgare veneziano, dei compagni di viaggio di Giovanni e di altri mercanti incontrati lungo le vie carovaniere dell’Asia: la natura aneddotica la rende la più bella testimonianza sul commercio veneziano.

L’ITINERARIO        

La compagnia partì da Venezia nell’estate del 1338, facendo un primo scalo a Costantinopoli. Dalla capitale bizantina il gruppo si imbarcò su quattro galee dirette a Tana, un emporio commerciale sul Mar d’Azov alla foce del Don dove risiedevano stabilmente mercanti veneziani e genovesi. Da qui partiva la strada verso l’Asia orientale e tappa obbligata era la città di Saraj sul Volga, capitale del khanato tartaro dell’Orda d’Oro. Da Saraj i mercanti si diressero prima ad Astrakhan, a circa novanta chilometri dal Mar Caspio, dove aspettarono una cinquantina di giorni prima di guadare il fiume, e poi a Urgench in Uzbekistan. Qui iniziava la parte più dura del viaggio: attraversare l’Amu Darya per portarsi nell’altopiano del Pamir, il «tetto del mondo». A morire fu Giovanni Loredan, che spirò nei pressi di Ghazni in Afghanistan alle porte del Sultanato di Delhi. Dopo mesi di fatiche e di pericoli, gli altri mercanti giunsero in India.

LE MERCI

Alla partenza per Delhi, Giovanni Loredan recava con sé ambra, panni di lana fiamminghi e panni fiorentini, ottenuti in cambio delle spezie portate a Venezia da un precedente viaggio in Cina. Questo viaggio era stato finanziato da un gruppo di donne veneziane, tra cui anche Caterina, madre di Giovanni, che, come emerge dalla pergamena, tentò in tutti i modi di dissuadere il figlio dal partire nuovamente per l’Asia. Questo insieme di merci e investimenti è esemplificativo del commercio medievale su scala globale, fondato su continui acquisti e vendite di beni che dovevano rispondere ai gusti e alle esigenze dei mercati incontrati lungo la strada. Di conseguenza i prodotti imbarcati a Venezia non erano necessariamente gli stessi che giunsero a Delhi.

IL SULTANO

L’obiettivo dei mercanti era quello di incontrare il Sultano di Delhi Muhammad Ibn Tughluq, celebre per atti di grande generosità ma anche per la sua estrema crudeltà. Egli era solito ricevere gli ospiti nella gigantesca sala delle «Mille colonne» adagiato su un trono e circondato da tappeti, cuscini e da centinaia di cortigiani, oltre che da cavalli ed elefanti bardati. I mercanti recavano in dono un orologio e una fontanella meccanici, nuove meraviglie della tecnica europea. A costruire i due manufatti a Venezia era stato l’orafo Mondino da Cremona il quale, pochi anni prima, aveva venduto un orologio al re di Cipro ad un prezzo sensazionale. I regali piacquero così tanto al Sultano che ricompensò i mercanti con la somma favolosa di duecentomila monete indiane, somma che i veneziani investirono per metà in perle. Nella strada di ritorno un secondo membro della compagnia, Baldovino Querini, perse la vita. Gli altri quattro rividero Venezia entro la fine del 1341.

INFO

Museo d’Arte Orientale, orari di apertura al pubblico: fino al 31 marzo 2025 dalle ore 10:00 alle ore 17:00 (ultimo ingresso alle ore 16:00); dal 1 aprile dalle ore 10:00 alle ore 18:00 (ultimo ingresso alle ore 17:00); lunedì chiuso;

produzione: Direzione regionale Musei nazionali Veneto – Museo d’Arte Orientale, Archivio di Stato di Venezia, Warwick University;

curatori: Luca Molà e Marcello Bolognari;

progetto: Luca Molà e Marta Boscolo Marchi;

coordinamento scientifico e organizzazione: Marta Boscolo Marchi e Paola Benussi;

progetto allestitivo: Giulia Passante;

progetto grafico: Raffaele Destro;

realizzazione grafica: Fallani;

restauratrice: Luana Franceschet;

conservazione e fotoriproduzione Archivio di Stato: Salvatore Alongi, Marco Biccai e Salvatore Toscano;

servizio di promozione e comunicazione: Maria Teresa Dal Bò;

ufficio contratti: Francesco Maraldo;

assicurazioni: CS Insurance;

attività educative: Michela Calaciura, Elisa Assunta de Concini, Linda Rosin e Laura Tonetto;

pubblicazione: Quaderni della Direzione regionale Musei nazionali Veneto;

attività correlate: ciclo di conferenze (marzo-aprile 2025): Paola Benussi, Andrea Erboso, Luca Molà e Marcello Bolognari;

info: Museo d’Arte Orientale

marta.boscolo@cultura.gov.it

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