Al via dallo scorso 30 gennaio nella città marocchina a La Mamounia la sesta edizione della Fiera d’arte contemporanea africana 1-54. Trenta i galleristi provenienti da tutto il mondo per una manifestazione che quest’anno si caratterizza per i nuovi espositori della Costa d’Avorio, Giappone e Kuwait, oltre alla ovvia nutrita presenza di artisti del Regno nordafricano.
LA VI EDIZIONE DELLA FIERA D’ARTE CONTEMPORANEA AFRICANA 1-54
Tra gli eventi in programma vi sono gli incontri con i collezionisti internazionali, dibattiti e spettacoli. La Fiera 1-54 di Marrakech si conferma come avvenimento «chiave» nella promozione dell’arte africana sulla scena mondiale, un appuntamento divenuto ormai imperdibile nel panorama artistico mondiale, vera e propria piattaforma di scambio e scoperta di talenti espressi dal continente africano e dalla sua diaspora. Richiesta di un commento dalla stampa intervenuta alla cerimonia di inaugurazione, Touria El Glaoui, fondatrice e direttrice della manifestazione artistica, si è detta entusiasta di questa espansione: «Siamo fortunati ad avere la prima partecipazione di artisti provenienti dalla Costa d’Avorio, dal Giappone e dal Kuwait».
UN MERCATO DELL’ARTE DI RIFERIMENTO PER L’INTERO CONTINENTE
Numerose le gallerie d’arte marocchine che hanno deciso di partecipare all’evento di Marrakech, in particolare la nutrita rappresentanza di espositori giunti da Casablanca, oltre a quelli di Rabat e Tangeri. «Oggi il Marocco offre un mercato estremamente ricco e forte all’intero continente africano – ha sottolineato la El Glaoui -, sia in termini di artisti che di organizzazioni in grado di sostenerli. È importante mostrare questa ricchezza al pubblico, sia locale che internazionale, poiché quest’ultimo può non avere la possibilità di recarsi in queste città». Ad avviso di Nadia Amor, direttrice associata della galleria Atelier 21, la partecipazione a questa sesta edizione della Fiera d’arte contemporanea 1-54 è ovvia: «Abbiamo deciso di presentare cinque artisti – ella afferma al riguardo -, si tratta di M’barek Bouhchichi, Safaa Erruas, Malik Weli, Najia Mzhadji e Margaux Derhy: tre donne e due uomini, ognuno che crea ricorrendo a tecniche diverse».
UNA OPPORTUNITÀ PER INCONTRARE ILMONDO INTERO
Fihr Kettani, direttore generale della Galerie 38, dichiara che essere alla 1-54 Contemporary African Art Fair «è una eccezionale opportunità per incontrare il mondo intero e i fan della scena africana contemporanea, che è in continua evoluzione. Quest’anno abbiamo scelto di presentare sei artisti che esplorano l’astrazione geometrica, mescolando giovani talenti marocchini unitamente ad artisti affermati, in particolare sudafricani». Una selezione acuta e audace, poiché ogni galleria si è concentrata su forti immagini tra emersione e conferma. Fatima Zahra Bennani Bennis, amministratrice delegata della MCC Gallery, illustra infatti che l’evento di Marrakech è una sfida per le eccellenze, anche in ragione della sua brevità: «Di solito privilegiamo le mostre di maggiore durata temporale, tuttavia, stavolta abbiamo raccolto la sfida di 1-54 allo scopo di aprire nuove prospettive ai nostri artisti». Quest’anno la Galleria MCC espone le opere di Amina El Gotaibi, Houda Kabbaj, (che presenterà anche una propria personale a Sidi Ghanem) e Malika Skalli, artista di origini marocchino-austriache le cui opere tracciano un parallelo tra i paesaggi del Paese nordafricano e di quello alpino.
EPICENTRO DELL’ARTE AFRICANA
Oltre alle esposizioni di opere d’arte, 1-54 Marrakech 2025 propone un fitto programma di conferenze, performance e progetti speciali, realizzati in collaborazione con istituzioni locali e internazionali. Qui si menzionano la tavola rotonda sull’ascesa dei giovani talenti africani, una performance immersiva che fonde arti visive e musica e un progetto di collaborazione con la Fondazione Kalhath che pone in risalto il ricamo come strumento di riflessione sociale e personale. Marrakech conferma dunque il suo ruolo centrale nella promozione e nella diffusione dell’arte contemporanea africana. «Questo evento consente a un vasto pubblico di scoprire la ricchezza artistica del continente», conclude Touria El Glaoui.