LOGISTICA, criticità di sistema. Il cane si morde la coda?

Ad avviso di Massimo Marciani, esperto del settore e presidente di Freight Leaders Council (Flc), per limitare il fenomeno delle frodi ci vogliono nuove regole: «Fedex sia il punto di svolta, mentre dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) dovrebbero pervenire nuove proposte relative a una regolarizzazione dell’asset strategico». Secondo l’Inps, nel solo settore della logistica il mancato versamento di contributi e l’evasione fiscale pesano ogni anno oltre un miliardo di euro

a cura di Massimo Marciani, esperto di logistica con diversi incarichi associativi; pubblicato il 30 gennaio 2025 su “Uomini e Trasporti”, https://www.uominietrasporti.it/home/frodi-nella-logistica-fedex-sia-il-punto-di-svolta-dal-cnel-nuove-regole-per-regolarizzare-un-asset-strategico/ – Multinazionali costrette a ricorrere a soluzioni border line allo scopo di riuscire ad assecondare il mercato, ma con importanti ricadute per la collettività, tra le quali evasione fiscale, lavoro precario, mal pagato e senza tutele. Marciani ha illustrato il problema intervenendo dalle colonne del periodico “Uomini e Trasporti” mediante un suo editoriale nel quale ha espresso tutte le sue idee sulla materia, lo ha fatto a poche ore di distanza dal sequestro di oltre 46 milioni di euro nella filiale italiana di Fedex.

IL SISTEMA VA RIFORMATO SUBITO

«Si tratta di un sistema che va riformato subito al fine di salvaguardare un asset strategico per il made in Italy – afferma Marciani -, lo si può fare attraverso un nuovo contratto di lavoro proposto dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), che tenga conto delle esigenze del mercato, ma anche in grado di tutelare il lavoro e la competitività. L’ultima inchiesta giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha portato al sequestro d’urgenza di oltre 46 milioni di euro alla filiale italiana di FedEx, non è un fulmine a ciel sereno. L’accusa è quella di frode fiscale e utilizzo di fatture inesistenti negli appalti di lavoro, reati che sarebbero stati commessi tra il 2022 e il 2023, con una mancata contribuzione previdenziale di oltre 78 milioni di euro. Non è il primo caso e, se non si interviene, non sarà l’ultimo. Amazon, Bartolini, GLS e SDA sono state già coinvolte in indagini simili negli anni scorsi, con risarcimenti complessivi per oltre 552 milioni di euro».

ACCADE SOLO IN ITALIA

«Ma – prosegue l’esperto di logistica -, la vera domanda è perché questo accade solo in Italia?» Le multinazionali della logistica operano con lo stesso modello di business in tutto il mondo, eppure in Italia sembrano costrette a cercare soluzioni spesso al limite della legalità. Un’anomalia che va analizzata con lucidità. «In Italia il mercato della logistica e dell’autotrasporto è dominato dalla domanda di servizi, che detta le regole di ingaggio con esigenze sempre più stringenti. Tempi di consegna ridotti, con un boom del real-time delivery e del last mile. Servizi sempre più specializzati, frammentati e su misura per il cliente. Margini di guadagno ridotti per gli operatori, che devono trovare modi per restare competitivi». Insomma: soluzioni border line in magazzino e nel trasporto, con il risultato che le aziende di logistica non possono permettersi un’elevata quota di costi fissi, poiché il loro fatturato è volatile e soggetto a variazioni stagionali. «Per adeguarsi cercano flessibilità a tutti i costi, finendo per adottare soluzioni border line».

LOGISTICA «BORDER LINE»

«Nei magazzini, con il ricorso massiccio alle cooperative, spesso con contratti precari; nel trasporto, con l’utilizzo diffuso di sub-vettori e padroncini, inquadrati come autonomi ma spesso dipendenti di fatto: e il paradosso è che tutto questo avviene nel rispetto delle regole, sul lato di chi acquista, ma crea le condizioni perfette per il proliferare di frodi fiscali, dumping contrattuale e concorrenza sleale». Ma chi paga il prezzo del sistema distorto? «Lo Stato, i lavoratori e le aziende che operano correttamente. Secondo l’Inps, nel solo settore della logistica il mancato versamento di contributi e l’evasione fiscale pesano ogni anno oltre un miliardo di euro. Gli effetti di questo sistema distorto sono evidenti. Lo Stato perde entrate: meno contributi previdenziali, meno Iva incassata. I lavoratori restano senza tutele: precarietà, passaggi continui tra società fittizie, nessuna continuità previdenziale. Le aziende oneste subiscono la concorrenza sleale, poiché chi opera in modo trasparente è costretto a pagare costi più alti e fatica a restare competitivo».

IL CASO DI AMAZON

«Nel caso Amazon, l’indagine della Procura ha rivelato società di comodo che assumevano formalmente i lavoratori, senza versare contributi. Molti di questi stessi nomi sono ora coinvolti nell’inchiesta su FedEx». Ad avviso di Marciani, a questo punto dovrebbe essere il Cnel il protagonista di un nuovo contratto specifico per la logistica e l’autotrasporto: «Non possiamo continuare ad aspettare che ogni due anni esploda un nuovo scandalo. Occorrono regole nuove che siano adatte alla realtà del mercato. Ma chi può fare questo lavoro? Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, che è l’organo di consulenza di Governo e Parlamento sulle politiche economiche e sociali. Esso può proporre nuovi modelli contrattuali, quindi esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Nello specifico caso si tratterebbe di un contratto concernente l’autotrasporto e la logistica che riconosca stagionalità e picchi di lavoro, evitando il ricorso alle cooperative spurie».

NUOVA FLESSIBILITÀ STRUTTURATA

«Introdurre forme di flessibilità strutturate, per consentire un adattamento legale della forza lavoro ai volumi variabili. Far transitare il lavoro dalla fatturazione ai contratti di lavoro temporanei, garantendo più tutele ai lavoratori e più entrate allo Stato. I benefici di una riforma così strutturata sarebbero enormi. Per i lavoratori, meno precarietà, più contributi versati, continuità occupazionale. Per le aziende, regole chiare, concorrenza più equa, meno rischio di inchieste giudiziarie. Per lo Stato, più entrate contributive, lotta al dumping, trasparenza fiscale. Secondo un’analisi della Cgia di Mestre, una riforma che regolarizzasse il settore logistico porterebbe a un recupero fiscale di almeno tre miliardi di euro in cinque anni».

NECESSARIO UN IMMEDIATO CAMBIO DI ROTTA

Serve subito un cambio di rotta per regolarizzare un asset strategico – conclude Marciani -, perché l’Italia non può essere il paese dove le multinazionali ricorrono alle escamotage per sopravvivere. Occorre dunque un quadro normativo moderno, che consenta alla logistica di operare in modo flessibile ma trasparente. Il caso FedEx deve essere il punto di svolta. Altrimenti l’alternativa sarà quella di continuare a inseguire le inchieste della magistratura, tappare falle con interventi emergenziali e lasciare che il settore permanga in balia dell’incertezza. La logistica è un asset strategico per il Paese: regolarizzarla non è un’opzione, è una necessità. Il Cnel ha le competenze e il mandato per farlo. Ora, la domanda è: aspetteremo il prossimo scandalo o agiamo subito?

Massimo Marciani

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