CONGO, guerra. Occupata Goma, si combatte nelle zone orientali

I ribelli dell’M23 sostenuti dai militari del Ruanda controllano ormai buona parte della città capoluogo del Nord Kiwu e affermano di avere occupato l’aeroporto. Situazione estremamente critica sul piano umanitario e notevoli rischi sanitari. A Kinshasa la folla ha preso d’assalto le sedi diplomatiche di Francia, Usa, Belgio e Ruanda, devastata e saccheggiata quella del Ruanda. Intanto continuano a morire sul campo di battaglia i caschi blu di MONUSCO e i militari della missione SAMIRDC

28 gennaio 2025 – Proseguono nella città di Goma i combattimenti tra l’esercito della Repubblica Democratica del Congo e i miliziani dell’M23 sostenuti dalle truppe ruandesi. Questi ultimi nella serata di domenica avevano iniziato la loro penetrazione all’interno dell’area urbana del capoluogo della provincia del Nord Kivu, città che attualmente è priva di elettricità e acqua potabile, con la quasi tatalità delle sue infrastrutture distrutte dai bombardamenti, incluse quelle sanitarie. Permangono chiusi i due valichi di frontiera con il Ruanda, quelli de la Petite e de la Grande Barriere, dove alcune decine di militari delle Forze armate congolesi (Fardc) avrebbero chiesto rifugio dopo avere deposto le armi.

ATTACCO A GOMA

In una situazione al momento ancora confusa, gli scontri armati vengono segnalati nelle zone orientali dell’agglomerato urbano, quelle situate in prossimità dell’aeroporto, che l’M23 dichiara di avere occupato. Si tratta di Bireré e Bujovu, dopo che, da domenica, le colonne dei miliziani erano penetrate in città attraverso le sue principali arterie stradali e avevano ne assunto il controllo di alcuni settori occidentali. Alcune persone che vivono in quelle zone, fino ad allora rimaste nascoste nelle loro case nel timore di venire colpiti durante i combattimenti, hanno iniziato a uscire per andare a prendere dell’acqua nel lago Kivu, malgrado nelle vicinanze si sparasse ancora.  Sempre a Goma sarebbero ancora presenti quindici cittadini italiani, in massima parte religiosi, cooperanti e residenti. Attacchi sporadici sono stati segnalati anche nella città ruandese di Gisenyi, situata a otto chilometri da Goma.

ATTACCATE LE AMBASCIATE A KINSHASA

Nel frattempo, nella capitale Kinshasa folle di manifestanti hanno preso d’assalto alcune sedi diplomatiche di Stati esteri, in particolare quelle di Francia, Stati Uniti d’America, Uganda e Ruanda, questo mentre la Farnesina ha reso noto che sono in corso delle evacuazioni di cittadini italiani dal Paese africano, trasferiti per ragioni di sicurezza nel vicino Ruanda. Si attende ora il discorso al Paese che dovrà pronunziare il presidente congolese Felix-Antoine Tshisekedi, ma, come accennato, a Kinshasa la situazione è divenuta estremamente critica a causa delle violente manifestazioni di piazza e degli incendi delle ambasciate.

UCCISI ALTRI MILITARI DELLE MISSIONI INTERNAZIONALI

Nel corso dei combattimenti a Goma la prigione è stata data alle fiamme dopo che tremila detenuti erano stati fatti uscire, si è trattato di un episodio di questa guerra che ha visto cadere sul campo di battaglia anche tredici militari delle forze di pace SAMIRDC (Forza regionale dell’Africa australe) e MONUSCO (Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo). Si tratta di soldati sudafricani, malawiti e uruguaiani che prestavano ancora servizio nel Paese a causa del rinvio del ritiro dei loro contingenti, rimandato allo scopo di rafforzare il dispositivo in vista dell’attacco dell’M23. Il Sudafrica ha in seguito annunciato la morte di altri suoi quattro militari in forza nel quadro della SAMIRDC.

KINSHASA CRITICA CON VEEMENZA L’ONU

Ma il governo congolese ha fortemente criticato la posizione dell’Onu, dopo l’ultima riunione del Consiglio di Sicurezza, che ha avuto luogo domenica scorsa, il portavoce del governo di Kinshasa Patrick Muyaya ha criticato le Nazioni Unite per la loro «dichiarazione vaga» che non includeva «alcuna ferma richiesta al Ruanda di ritirare le sue truppe dal suolo congolese», seppure al Palazzo di vetro si stimi che diverse migliaia di soldati ruandesi siano attivi nel territorio della Repubblica Democratica del Congo. Il Consiglio di sicurezza si era limitato a chiedere una generica cessazione delle ostilità, convocando per martedì un’altra assise. Atteso anche l’esito della riunione straordinaria del Consiglio di pace e sicurezza dell’Unione africana, mentre domani si riuniranno i capi di Stato e di governo della Comunità dell’Africa orientale (EAC).

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