Ad avviso del docente di Politica internazionale il «Piano Mattei rappresenta un’occasione per rimediare agli errori del passato e instaurare un nuovo tipo di cooperazione». Di seguito pubblichiamo un breve ma significativo estratto dell’intervista rinviando alla lettura del testo integrale su “Africa”.
UN DIALOGO NUOVO E BILATERALE, MA… COME FINANZIARE I PROGETTI?
Richiesto di svolgere una considerazione sul tema (o problematica, che dir si voglia…) relativo agli investimenti italiani, Giro parla chiaramente: «Gli africani conoscono l’Italia molto meglio di quanto noi conosciamo loro e sono ben consapevoli dei nostri limiti finanziari, tuttavia rinvengono nel Piano Mattei un’opportunità (…) un’opportunità che va esplorata, un primo passo in direzione di un dialogo nuovo e bilaterale (…) I primi progetti approvati, presentati durante la terza riunione della cabina di regia, riguardano infrastrutture e vedono un mix di finanziamenti italiani, crediti d’aiuto, donazioni e investimenti privati. È una struttura mista che sta cominciando a dare forma al tutto, seppure dei giudizi definitivi siano prematuri».
MISSIONARI CONTRO
La Conferenza degli Istituti missionari in Italia ha recentemente espresso il proprio dissenso riguardo all’approccio del Piano Mattei per l’Africa, sostenendo che non risponderebbe alle reali necessità delle società di quel continente e mancherebbe di una prospettiva sul lungo termine. Mario Giro è di avviso contrario poiché ritiene che si tratti di un «approccio di cautela», un richiamo a non agire animati dalla «presunzione del bianco», che arriva con soluzioni preconfezionate: «Si tratta di un’attenzione giusta e necessaria, da sempre il mondo missionario è stato un pungolo critico verso ogni iniziativa in Africa, proprio perché a differenza dei governi e delle organizzazioni non governative, che intervengono e poi si spostano, missionari e comunità religiose rimangono sul campo per tutta la vita».
UNO SGUARDO CRITICO
«È un modello adottivo condiviso da Sant’Egidio – conclude Giro -, che dell’universo missionario è parte. Un impegno che va oltre le ideologie. Quindi considero il loro sguardo critico non soltanto una cosa normale, bensì fondamentale».