MEDIA, eventi. Giorno della Memoria. Rai Gulp, cortometraggi: un nome che non è il mio

In occasione della ricorrenza del 27 gennaio, lunedì prossimo alle ore 19:35 in prima visione assoluta Rai Gulp trasmetterà il cortometraggio animato tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Brunialti. Il programma verrà reso disponibile anche su RaiPlay. Un racconto sull’inestimabile valore della memoria che per tutta la giornata del 27 gennaio sarà proiettato in una delle stanze della Testimonianza del Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano

Liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Nicola Brunialti, una produzione Brand-Cross in collaborazione con Rai Kids e Rai Com con la partecipazione straordinaria di Gian Carlo Dettori e di Edoardo Prati; la colonna sonora originale è di Paolo Jannacci.

UN MINUTO DI SILENZIO

«Se facessimo un minuto di silenzio per ogni vittima della Shoah, dovremmo restare in silenzio undici anni e mezzo». Inizia così il racconto del cortometraggio animato “Un nome che non è il mio”, che verrà mandato in onda in occasione del Giorno della Memoria allo scopo di ridare voce e dignità a tutte quelle persone che l’hanno persa. La prima TV assoluta avrà luogo lunedì 27 gennaio alle 19:35 su Rai Gulp, disponibile su RaiPlay e proiettato per tutta la giornata al Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano. È il luogo dedicato al ricordo delle vittime dell’olocausto in Italia, da cui fra 1943 e il 1945 partirono i treni della deportazione nazifascista. Oggi il Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano è un centro di cultura e un laboratorio di cittadinanza. Lunedì 27 gennaio sarà possibile vedere il corto “Un nome che non è il mio” presso una delle stanze della Testimonianza, dalle ore 09:30 alle ore 19:00. È possibile prenotare l’ingresso al Memoriale a questo link: https://www.memorialeshoah.it/visita/

IMPORTANZA DELLA MEMORIA PER LE GIOVANI GENERAZIONI

Diretto da Dario Piana, il corto è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Brunialti basato sulla vera storia dell’eroina polacca Irena Sendler e si avvale della voce narrante del seguitissimo giovane umanista Edoardo Prati e delle musiche originali di Paolo Jannacci. Per il suo grande valore di servizio pubblico, il cortometraggio ha ricevuto l’endorsement dall’organizzazione ebraica Benè Berith Roma e dalla Comunità Ebraica di Milano. Tema centrale del cortometraggio (come del resto anche del romanzo di Nicola Brunialti) è quello della memoria, delle nuove generazioni e dell’ascesa dell’antisemitismo. Il viaggio indietro nel tempo che compiono i protagonisti è quello che ognuno di noi può vivere, indispensabile per richiamare alla mente ciò che è accaduto e chiedersi perché, facendo sì che la memoria diventi portatrice di un senso per la costruzione di un futuro di umanità.

IL RACCONTO DEL CORTOMETRAGGIO

L’idea del cortometraggio, che ha una durata di tredici minuti, è quella di inserire il cast di veri attori in un contesto di realtà pittorica in cui gli ambienti circostanti sono stati realizzati con disegni originali all’acquarello grazie alle illustrazioni di Michele Tranquillini. In un secondo momento, anche gli attori reali sono stati trattati in acquarello: «L’abbiamo fatto per ottenere un effetto pittorico generale unico e coinvolgente – afferma il regista Dario Piana -, ho scelto di trattare l’animazione in modo più “artistico” per spaziare in una dimensione più poetica e innovativa, tramite una tecnica leggera come quella dell’acquerello, libera da vincoli». Il racconto prende avvio nella Varsavia del 1939, quando il piccolo Janusz (Samuel Ventura) sale sul furgone dell’infermiera Irena Sendler (Debora Palmieri), lascia la mano della madre e vede i suoi genitori sparire all’orizzonte.

DALLA VARSAVIA DEL 1939 ALL’EUROPA DI OGGI

Con un balzo temporale, i telespettatori vengono trasportati ai giorni nostri, tra le strade di Vienna, dove il giovane Marcus (Marco Arzani) imbratta un muro con il simbolo della svastica insieme ad altri ragazzi incappucciati, che scappano non appena arriva Rudolf (Gian Carlo Dettori), il nonno di Marcus. Da questo momento inizia il racconto di Rudolf, che per la prima volta svela alla sua famiglia una verità che aveva sempre tenuto per sé: partendo dall’invasione militare tedesca della Polonia, dalla segregazione degli ebrei nei ghetti, spogliati di tutti i loro averi e dei loro diritti, e dalla deportazione nei campi di sterminio, Rudolf narra anche di persone che non rimasero indifferenti di fronte a quell’abisso di dolore e cattiveria e che decisero di rischiare la propria vita per salvare quella di perfetti sconosciuti. Come Irena Sendler, “la Schindler di Varsavia” che portò fuori dal ghetto tremila bambini ebrei e, tra questi, anche lo stesso Rudolf, che alla fine si scopre essere, in realtà, il giovane Janusz.

UN NOME CHE NON È IL MIO

Affidati a famiglie polacche o a istituti religiosi, infatti, i bambini ebrei salvati da Irena presero le generalità di altri bambini scomparsi e cominciarono a vivere le vite di qualcun altro, con altri nomi e altri compleanni. Lontani dalle loro famiglie ma vivi, quei bambini hanno potuto crescere e diventare grandi, grazie all’aiuto di chi decise di non voltarsi dall’altra parte. “Un nome che non è il mio” è prodotto da Brand-Cross in collaborazione con Rai Kids e Rai Com, liberamente tratto dall’omonimo libro di Nicola Brunialti. Prodotto da Emanuela Cavazzini. Soggetto e sceneggiatura di Nicola Brunialti. Musiche originali di Paolo Jannacci. Voce narrante Edoardo Prati. Illustrazioni di Michele Tranquillini. Con la straordinaria partecipazione di Gian Carlo Dettori. Produttrice Rai KIDS Sara Cabras. Produttrice esecutiva Brand-Cross Annamaria Onetti. Direzione Creativa Francesca Pratesi. Regia di Dario Piana. Montaggio Vilma Conte. Postproduzione, VFX, 3D Pasteup. Sincronizzazione, mix e sound design Disc to Disc.

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