2+2=5 è un tributo a uno degli artisti contemporanei più importanti in Italia, che fece della sperimentazione sui materiali il fulcro del suo successo, dapprima ricorrendo alla resina, quindi al PVC. A partire dal 1964 tutte le suo opere vengono realizzate con materiali plastici.
FRANCO MAZZUCCHELLI
Si trattò di una fascinazione ingeneratasi in lui in una fase di crisi personale, quando addirittura pensò di abbandonare l’arte contemporanea, non riuscendo a concepire «la mercificazione di un pensiero creativo». Egli portò l’arte contemporanea in quei luoghi dove questa non arrivava, foreste, mare, spiagge e, naturalmente, nelle periferie delle città italiane, che in quel momento conoscevano lo sviluppo. Per Mazzucchelli, in quegli anni l’arte è l’interazione della gente comune, dell’uomo della strada, con un manufatto, qualcosa a lui apparentemente alieno nato dalla fantasia dell’artista.
STUDIO DELL’INTERAZIONE DELLE PERSONE CON L’ARTE
Franco Mazzucchelli era nato a Milano nel 1939, città dove ha poi vissuto e lavorato. Docente di Tecniche della scultura presso l’Accademia di Brera, operò nel clima culturale suo contemporaneo, analizzando in modo particolare il tema dello spazio e della sua agibilità in senso allargato. Negli anni Sessanta si confrontò con un contesto maggiormente realistico rispetto a quello che riteneva «il ristretto mondo dell’arte e delle gallerie». Lo fece sperimentando una particolare forma di arte pubblica. È il periodo delle sculture gonfiabili e di quelle in PVC, delle membrane semitrasparenti in polietilene allestite in luoghi pubblici allo scopo di interagire liberamente con la gente, in una apertura e, al medesimo tempo, liberazione dal sistema dell’arte.