Le forze curde che sorvegliano i miliziani di Islamic State prigionieri nel carcere di Hasakah, nel nord della Siria, rifiutano di consegnare la struttura ai nuovi governanti islamisti al potere a Damasco dopo la caduta di Bashar al-Assad, ritenendo «inaccettabile una condivisione della prigione».
IL RIEMERGERE DI ISLAMIC STATE
Si tratta di una struttura detentiva nella quale vengono astrette 4.500 persone, molte delle quali di cittadinanza straniera, che sono in custodia dei combattenti delle Forze democratiche siriane (SDF), organizzazione a guida curda sostenuta dagli Stati Uniti d’America che attualmente controlla un quarto del territorio siriano. In questa fase ciò che rimane di Islamic State si sta riorganizzando, anche grazie alle armi di cui è venuto in possesso dopo la caduta del regime baathista. Gli jihadisti orfani del califfato di al-Baghdadi starebbero approfittando della fase di caos per preparare una serie di attacchi ai curdi, in particolare alle prigioni da questi ultimi sorvegliate, allo scopo di liberare con dei colpi di mano gli islamisti radicali ivi detenuti.
L’AZIONE CURDA IN SIRIA
Per anni le SDF hanno svolto un ruolo di punta nello sforzo profuso da Washington e dalla coalizione di contrasto di Islamic State in Siria, sconfiggendo le milizie jihadiste insediatesi stabilmente nel loro quartier generale di Raqqa nel 2017, ricacciate fino alla loro ultima ridotta di Baghouz nel 2019. Le carceri siriane, in particolare quelle dove vengono detenuti i miliziani jihadisti, sono divenute un elemento di scontro da quando Hayat Tahrir al-Sham (HTS, organizzazione già affiliata ad al-Qaeda e precedentemente nota come Nusra Front), ha assunto il potere a Damasco costituendo un proprio governo nel tentativo di ripristinare l’autorità centrale.
I DESIDERATA DI DAMASCO (E ANKARA)
In questo quadro la Turchia, che considera i curdi una minaccia alla propria sicurezza nazionale, preme affinché le carceri passino sotto il controllo dei nuovi governanti islamisti, che sostiene. Di avviso contrario, invece, l’amministrazione americana. Secondo i desiderata di HTS, le SDF dovrebbero sciogliersi e integrarsi nel nuovo apparato di sicurezza siriano, con tutte le prevedibili incognite del caso.