13 gennaio 2025 – Monta la tensione tra Parigi ed Algeri: il ministro della Giustizia francese Gérald Darmanin ha annunciato ieri l’intenzione del governo di annullare l’accordo raggiunto nel 2013 tra la Francia e la sua ex colonia relativo ai visti diplomatici, che ha finora consentito ai funzionari del Paese nordafricano in possesso di passaporto diplomatico di recarsi in Francia senza necessità di una concessione del visto.
CRESCENTI TENSIONI TRA PARIGI E ALGERI
Si tratta di una presa di posizione che ha luogo in un contesto di crescenti tensioni tra i due Stati, nel quale si registra un aggravamento delle relazioni in precedenza già di per loro tese. L’ultimo episodio che ha alimentato lo scontro è stato quello dell’arresto nei pressi di Montpellier di un influencer algerino di cinquantanove anni, tale Doualemn, effettuato a seguito della sua messa in rete di un controverso video su TikTok, nel quale aveva invocato via social il linciaggio di un oppositore algerino. Espulso dalle autorità dal territorio francese, l’uomo era stato poi però a sua volta rimandato indietro a Parigi da quelle algerine. Parigi e Algeri vivono una fase di escalation della tensione anche in ragione del sostegno fornito dal presidente francese Emmanuel Macron al Marocco riguardo alla questione del Sahara occidentale, riconoscendone (per la verità al pari di numerosi altri stati nel mondo) la validità del processo di autonomia per la regione popolata anche dai Sahrawi.
LA POLITICA E I FATTORI DI ATTRITO
Algeri sostiene da sempre il Fronte Polisario, da decenni in conflitto latente con Rabat, ma le tensioni tra le due sponde del Mediterraneo sono state alimentate anche dall’arresto dell’anziano e malato scrittore franco-algerino Boualem Sansal, attualmente detenuto nelle carceri del Paese nordafricano. L’accordo che Parigi dichiara di voler mettere in discussione ha finora consentito a migliaia di persone con passaporto algerino, ufficiale o diplomatico, di fare ingresso in territorio francese senza necessità dell’apposizione di un visto, quindi di circolare liberamente nel paese. Secondo Darmanin, la revoca non avrebbe a oggetto quel «10% dei nostri compatrioti che hanno legami di sangue, di terra o di cultura con la Francia». Ma la miccia è ormai accesa. Venerdì scorso il ministro degli Interni Bruno Retailleau aveva accusato l’Algeria di voler «umiliare la Francia», mentre il Quai d’Orsay ha definito ufficialmente il respingimento dall’Algeria di Doualemm come un «atto arbitrario».
TRATTATI MESSI IN DISCUSSIONE
Darmanin ha quindi rincarato la dose sottolineando come la Francia sia «uno stato sovrano che attraversa una fase molto critica e questa umiliazione che stanno cercando di infliggerci (lo Stato algerino, n.d.r.) non è accettabile». Ma non basta, poiché ad alimentare lo scontro da Parigi ha ulteriormente contribuito l’ex primo ministro Gabriel Attal, che ha avanzato la possibilità di «denunciare l’accordo del 1968», cioè quello che garantisce uno status speciale ai cittadini algerini nei termini di circolazione, residenza e impiego lavorativo in Francia. «Questo accordo può essere denunciato o rivisto – ha dichiarato ancora Darmanin, dando così man forte ad Attal sullo specifico argomento -, è già stato modificato quattro volte ed è divenuto obsoleto».