GIORDANIA, Chiesa cattolica romana. Il viaggio del segretario di Stato nel Regno hashemita

Sulla visita ufficiale effettuata nel Paese arabo dal cardinale Pietro Parolin ha riferito il nunzio apostolico ad Amman, arcivescovo Giampietro Dal Toso, nel corso della lunga intervista concessa ai media vaticani alla vigilia dell’evento, che ha successivamente visto l’inviato del Pontefice consacrare la nuova chiesa dedicata al battesimo di Gesù. Sottolineando l’importanza della mediazione del Regno hashemita, riferendosi alla guerra in corso in Palestina, il segretario di Stato vaticano ha ribadito il concetto che «non esistono conflitti insolubili»

fonte: agenzia giornalistica ACI Stampa, https://www.acistampa.com/story/27841/diplomazia-pontificia-i-temi-dietro-il-discorso-diplomatico-di-inizio-anno-di-papa-francesco Dal Toso ha inteso sottolineare come «il Medio Oriente non sarebbe il Medio Oriente senza i cristiani», e che in Terrasanta «non ci sono solo siti biblici dove è confermata la presenza di Cristo», ma anche «siti dove possiamo vedere la presenza delle prime comunità cristiane».

IL CONFLITTO IN ATTO IN PALESTINA

Il nunzio si è espresso a margine della conferenza stampa di presentazione della mostra “Giordania: Alba della Cristianità”, che in futuro verrà allestita anche a Roma. «È importante – ha egli affermato –, per la nostra parte occidentale del mondo, di sapere che la Giordania mantiene questo tesoro e di sapere meglio che la presenza cristiana in Giordania c’è sempre stata». Quindi, affrontando il tema della guerra in atto in Palestina, il nunzio apostolico ha sottolineato che la comunità cristiana «vive alcune conseguenze del conflitto», poiché, in modo particolare «una buona parte della popolazione ha origini palestinesi, e molti hanno parenti nell’altro lato della Giordania», dunque, ha concluso, «la nostra speranza è che la pace possa arrivare prima possibile».

IMPORTANTE RUOLO DI MEDIAZIONE SVOLTO DALLA GIORDANIA

Riferendosi poi alla visita del cardinale Parolin, il nunzio apostolico ad Amman ha sottolineato il fatto che essa non evidenzia soltanto l’importanza del luogo, bensì rappresenta «un segno di vicinanza alla Chiesa locale e ai cristiani in Medio Oriente, che non sono soli». Il segretario di Stato vaticano ha inoltre invitato il Regno di Giordania a esercitare il suo ruolo di pacificazione. Il 10 gennaio scorso, parlando ai teleschermi di TV 2000 (emittente televisiva della Conferenza episcopale italiana, n.d.r.) dopo la messa di consacrazione della chiesa del Battesimo di Gesù in Giordania ad al-Maghtas, Parolin si è soffermato sulle possibilità di pace in Terrasanta. «Le strade ci sono – ha dichiarato –, non ci sono conflitti insolubili. Questi sono conflitti gravi, che lacerano il tessuto umano che fanno tante vittime che distruggono tante realtà: tuttavia le strade ci sono. Dobbiamo sempre tenerlo presente e speriamo che la gente percorra queste strade».

PERSEVERANZA NELLA RICERCA DELLA PACE

Egli ha dunque invitato a non perdere speranza, sottolineando come la celebrazione di consacrazione della chiesa del Battesimo di Gesù ad al-Maghtas possa costituire un segno di incoraggiamento. «C’era il rappresentante del Re e le più alte autorità del Regno: il segnale che si è dato è che la Giordania deve continuare a esercitare questo suo ruolo di pacificazione all’interno di una regione percorsa da tante tensioni e tanti conflitti».

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