Dopo le visite in Namibia, Congo e Ciad, il ministro degli esteri della Repubblica popolare cinese Wang Yi ha concluso il suo viaggio in Africa in Nigeria. Nel corso di un suo intervento nella capitale Abuja egli ha dichiarato che «Pechino sostiene la Nigeria nei suoi sforzi tesi alla unificazione dei paesi della regione, nella promozione della riconciliazione e nel rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza, contribuendo in questo modo alla pace e alla stabilità regionale».
LA VISITA DI WANG YI AD ABUJA
Si è trattato della tradizionale missione diplomatica sinopopolare nel continente africano di inizio anno, che ha preso avvio il giorno 6 gennaio. Nel corso della sua visita in Nigeria, Wang Yi ha incontrato il presidente Bola Ahmed Tinubu, oltre al suo omologo nigeriano Yusuf Tuggar. La Nigeria è uno dei principali partner commerciali di Pechino nell’Africa subsahariana, esporatore principalmente di materie prime energetiche (gas e petrolio in Cina), ricevendo nell’interscambio commerciale con il gigante economico asiatico prodotti manifatturieri. Nel 2023 le statistiche rese note dal governo nigeriano indicano un volume complessivo commerciale tra i due Paesi pari 22,6 miliardi di dollari.
PRESTITI CINESI ALLA NIGERIA
Una visita ufficiale effettuata in sostanziale concomitanza con il prestito di 255 milioni di dollari erogato allo Stato federale nigeriano dalla China Development Bank, risorse attraverso le quali Abuja finanzierà la realizzazione di una rete ferroviaria destinata a collegare gli Stati settentrionali di Kano e Kaduna, fino all’Abuja Federal Capital Territory. Il progetto prevede la costruzione di una linea a scartamento normale lunga 203 chilometri e verrà sviluppato dalla China Civil Engineering Construction Corporation (CCECC) grazie a un investimento complessivo di 973 milioni di dollari. Nel quadro dell’ambiziosa spinta verso la modernizzazione e la ramificazione della propria rete ferroviaria, il governo nigeriano è inoltre impegnato nello sviluppo di progetti di rilievo, quali la ricostruzione e l’espansione della linea ferroviaria orientale che collega Port Harcourt a Maiduguri attraverso città chiave come Owerri, Awka, Enugu e Abakaliki.
I VANTAGGI DI PECHINO
Sono altresì evidenti i vantaggi da parte cinese, poiché oltre a consolidare il proprio radicamento in regioni strategicamente importanti come quelle africane, a implementare le proprie fonti di approvvigionamento energetico, sul piano economico Pechino, al fine di sostenere la propria economia in una difficile fase di transizione che ancora non registra una esplosione dei consumi interni, rinviene dunque anche interesse nel mantenimento in attività dei propri canali di esportazione dei prodotti manifatturieri e, aspetto di primaria importanza, proseguire con la politica economica basata sulle realizzazioni infrastrutturali, ma, data la sostanziale saturazione della necessità di opere nella Repubblica Popolare, all’estero, con il duplice vantaggio di coinvolgere propri istituti bancari (a fronte di un incremento del debito estero degli Stati beneficiari) e proprie imprese di costruzione.
PRIMO PARTNER COMMERCIALE DEL CONTINENTE
In virtù dell’elevato volume di scambi (fonti cinesi indicano la cifra di 167,8 miliardi di dollari nel primo semestre del 2024), Pechino risulta essere il principale partner commerciale dell’Africa. Dalla Cina Popolare sono giunti nel continente africano centinaia di migliaia tra lavoratori e ingegneri. La seconda potenza economica mondiale è riuscita ad avere accesso diretto diverse materie prime, quali rame, oro e litio. A seguito dell’incontro avuto con il presidente nigeriano, Wang Yi ha ribadito il sostegno cinese «affinché gli africani gestiscano gli affari del loro continente a modo loro, poiché essi – ha egli inteso sottolineare – sono i veri padroni di questo continente». La competizione geopolitica in Africa, in particolare tra le ex potenze coloniali e paesi come Repubblica popolare cinese Federazione russa e Turchia, negli ultimi anni si è andata intensificando, alimentata anche dai colpi di stato compiuti in Africa occidentale, che hanno indotto al pressoché totale disimpegno militare francese da Niger, Mali , Senegal e Ciad.