L’operazione, che è stata portata a termine mercoledì, è costata la vita anche a sei militari. Essa ha preso avvio a seguito dell’imboscata tesa sabato scorso nella località di Sabon Gari dagli insorti islamisti a una colonna dell’esercito che faceva ritorno a una base militare.
IMBOSCATA A SABON GARI
Il portavoce della forza armata, maggiore generale Edward Buba, ha al riguardo dichiarato che «gli aggressori, a bordo di motociclette e camion armati, hanno attaccato i militari in rappresaglia per la recente eliminazione di alcuni dei loro leader, ma sono stati respinti dalle forze aeree e terrestri nigeriane». I terroristi sarebbero stati colti di sorpresa dal sopraggiungere di un’unità di rinforzo ai militari, composta dalla Forza civile congiunta, da vigilantes e forze ibride. Il bilancio è di sei militari uccisi. Un ordigno esplosivo improvvisato ha ferito il comandante dei vigilantes. L’esercito ha recuperato ventitré fucili automatici d’assalto AK-47 e più di duecento munizioni in calibro 7,62 mm.
SOTTO L’ATTACCO DI BOKO HARAM E ISWAP
Dal 2009 il nordest della Nigeria è oggetto degli attacchi degli jihadisti di Boko Haram, una situazione che sette anni dopo ha conosciuto un incremento del livello di violenza a seguito della coostituzione dello Stato islamico dell’Africa occidentale (ISWAP). Entrambi le organizzazioni radicali mirano a creare un’entità statale islamista nella Nigeria, paese la cui parte settentrionale è a maggioranza musulmana, mentre è cristiano. Se considerati complessivamente, Boko Haram e ISWAP hanno cagionato la morte di più di trentacinquemila persone, oltre a quasi tre milioni di sfollati, non soltanto in Nigeria, ma anche negli Stati confinanti di Camerun, Ciad e Niger.