SPORT, convegni. Roma: al CONI Palme e Collari d’Oro al merito

Concluso i lavori organizzati dall’Associazione nazionale Stelle. Ad avviso del presidente Francesco Conforti «lo sport si conferma un fondamentale strumento di inclusione». Ospite Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico italiano

Roma, 9 dicembre 2024 – «Lo sport si conferma come uno strumento fondamentale di inclusione, in un contesto come quello che il nostro paese sta vivendo. Inclusione, capacità di superare le differenze e valorizzare le diversità. Lo sport è un linguaggio universale che unisce popoli e culture, che supera ogni barriera». Questo quanto dichiarato da Francesco Conforti, presidente dell’Associazione nazionale Stelle, Palme e Collari d’Oro al merito del CONI e del CIP (ANSMES), intervenuto in occasione del convegno “Uniti nella diversità”, che si è tenuto sabato 7 dicembre a Roma nel salone d’onore del Comitato olimpico nazionale italiano.

L’EVENTO AL CONI

L’appuntamento ha segnato la conclusione del progetto Ansmes 2024 dedicato al tema dello sport come linguaggio universale per l’inclusione e la multietnicità, sviluppato grazie alla collaborazione di Sport e Salute, e che ha registrato nel corso dell’anno la partecipazione di migliaia di studenti di tutta Italia, oltre ad alcuni campioni dello sport italiano. «Siamo testimoni di come atleti provenienti da contesti culturali, sociali e geografici diversissimi possano trovare un terreno comune nel gioco, nella passione per lo sport – ha aggiunto Conforti -, questa è la magia dello sport, che offre a chiunque voglia fare la sua parte un’opportunità di crescita, di scambio e di realizzazione, senza discriminazioni. Il nostro progetto, Sport linguaggio universale: inclusione e multietnicità, è stata una grande opportunità non solo per promuovere l’integrazione, ma anche per far crescere una consapevolezza collettiva, in grado di abbattere ogni tipo di pregiudizio e discriminazione».

SPORT QUALE VEICOLO DI INCLUSIONE

Ad avviso del presidente di ANSMES, infatti, l’inclusione nel mondo sportivo è il motore di un cambiamento sociale profondo. «Quando un bambino, un ragazzo, un adulto, entra in una squadra, entra in una realtà in cui non ci sono etichette, ma solo opportunità per dimostrare il proprio valore. Il nostro compito, come associazione e come protagonisti del mondo dello sport, è quello di essere modelli di riferimento, di fare da ponte tra le generazioni e le diverse realtà che compongono il nostro Paese. È nostro dovere garantire che ogni persona abbia l’opportunità di accedere e di eccellere nello sport, indipendentemente dalle proprie condizioni».

IL CONVEGNO AL CONI

Il convegno, moderato dal segretario generale dell’Ansmes Giuseppe Brunetti, si è aperto con il saluto del presidente del CONI, Giovanni Malagò, mentre il presidente del CIP, Luca Pancalli, ha inviato un videosaluto nel quale ha testimoniato l’apprezzamento per ANSMES e il suo progetto. Nel corso dell’incontro si sono succeduti gli interventi di Giulio Morelli (docente di scienze motorie dell’I.I.S. Croce Aleramo di Roma), Manolo Cattari (psicologo dello sport), dei presidenti regionali e provinciali di ANSMES Paolo Poddighe (Sardegna), Gianfranco Cicuti (Lazio), Antonello Assogna (Roma), Michele Falcione (Molise) e Michele D’Alascio (Pisa). Protagonisti inoltre gli studenti, presenti numerosi all’appuntamento, a partire dai ragazzi dell’I.I.S. Tommaso Salvini di Roma, accompagnati dai docenti Natalia Barbato, Giancarlo Marcoccia e Sara Tellini.

COMPETIZIONE E VALORE SOCIALE

La vicepresidente dell’ANSMES, Simonetta Avalle, ha introdotto il momento dedicato alle atlete della società Volleyrò di Casal de Pazzi (Roma), accompagnate dal presidente Luigi Caruso e dal tecnico Patrick Mineo. Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente dell’ANSMES, Domenico Accettura, che ha rimarcato l’impegno dell’associazione «affinché lo sport non solo come competizione, ma come valore sociale, diventi davvero la chiave per una società più aperta, più giusta, più inclusiva. Solo così, infatti, potremo dire di aver reso il linguaggio dello sport universale, capace di abbattere ogni frontiera e di costruire un mondo dove ciascuno, indipendentemente dalla propria storia, possa sentirsi protagonista».

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