CRIMINALITÀ, politica e colletti bianchi. Capitalismo mafioso a Brescia

Le recenti cronache che hanno interessato la città lombarda evidenziano per l’ennesima volta il fenomeno sottotraccia (ma radicato e capillare) della penetrazione da parte delle organizzazioni criminali nel tessuto sociale, economico e politico del Settentrione. In particolare, ha suscitato sia clamore che stupore la serie di arresti effettuati dalla Guardia di Finanza nel corso di una operazione che ha portato allo smantellamento di una vera e propria struttura operativa della ‘ndrangheta, sodalizio da tempo radicatosi in quel territorio e partecipe delle attività economiche che vi avevano luogo. Tra le venticinque persone arrestate figurano elementi apicali di cosche, politici di partiti della maggioranza, colletti bianchi e, financo, una suora. Di seguito pubblichiamo un breve commento analitico del sindacalista e attivista politico Giorgio Cremaschi

a cura di Giorgio Cremaschi, pubblicato il 7 dicembre 2024 su “la Brescia del Popolo”, https://www.labresciadelpopolo.it/capitalismo-mafioso-a-brescia/ La vicenda conferma che «Dio Patria Famiglia» è un motto che piace anche alle mafie. Ma, in realtà lo stupore è solo frutto di pregiudizi e congiura del silenzio. Da un lato c’è una informazione mainstream che è ancora ferma ai vecchi cliché della criminalità organizzata come guasto solo del Mezzogiorno, mentre da tempo le città del Nord sono diventati centri mafiosi. Perché le mafie vanno dove ci sono soldi e affari e, soprattutto, in quell’area grigia del capitalismo dove ogni illecito è in grado di prosperare.

CONGIURA DEL SILENZIO

C’è poi la congiura del silenzio. Fin dalla nascita di questo blog nel giugno scorso (Brescia del Popolo, n.d.r.), abbiamo più volte denunciato il disinteresse della politica bresciana ufficiale per le relazioni della Direzione investigativa antimafia, che da tempo opera con una propria struttura nella provincia proprio perché la criminalità del territorio lo rende necessario. A Brescia ci sono periodiche campagne sulla sicurezza scatenate dalla destra, a cui il centrosinistra risponde balbettando, tuttavia, queste campagne si guardano bene anche soltanto dall’accennare alla criminalità mafiosa. Che, è bene sottolinearlo: non è più estemporaneamente importata, bensì oramai radicata nel territorio.

LE MAFIE AL NORD

Perché le mafie hanno trovato nel Bresciano condizioni ottimali per i loro profitti? Perché un tessuto diffuso di piccole e medie imprese con notevole volume di affari ha offerto alla ‘ndrangheta e alle altre organizzazioni criminali la possibilità di sviluppare due branche di attività nelle quali esse eccellono. La prima è l’evasione fiscale e il riciclaggio di capitali sporchi: la mafia ha costruito un struttura imprenditoriale di manager, broker e commercialisti che è in grado di offrire un supporto completo all’imprenditore che vuole nascondere allo Stato i suoi profitti. È quasi un prodotto chiavi in mano: fatture false, coperture legali, operazioni contabili e l’impresa riceve un completo pacchetto sicurezza per i suoi guadagni.

ILLECITI CHE FANNO COMODO A CERTE IMPRESE

La seconda branca di affari mafiosi è il traffico di rifiuti nocivi e pericolosi. A Brescia c’è un gigantesco inquinamento di natura industriale e ci sono imprese, soprattutto piccole e medie, che ancora non si impegnano nei necessari investimenti allo smaltimento degli scarti produttivi dannosi per la salute. Ecco allora che a essi provvedono le mafie. Naturalmente gli imprenditori che si rivolgono a un mafioso per la tutela dei propri affari sono perfettamente consapevoli di cosa stanno facendo, ciò che invece sottovalutano è che una volta entrati nel giro delle cosche ne diverranno strumenti, e prima o poi verranno utilizzati anche loro in altre attività criminali nei settori  degli appalti, delle assunzioni di mano d’opera mafiosa e della corruzione politica.

I TENTACOLI DELLA PIOVRA

E così i tentacoli della piovra si estendono sempre di più nel capitalismo bresciano, senza clamori e violenze esplicite, con il passo e il ritmo degli affari diffusi. È l’illegalità imprenditoriale il terreno su cui le mafie si radicano a Brescia, ignorarlo ancora è complicità. Confindustria e le associazioni imprenditoriali bresciane non hanno nulla da dire? Perché il Consiglio comunale di Brescia non viene convocato per discutere del capitalismo mafioso in città? Attendiamo risposte ma non siamo minimamente fiduciosi.

Condividi: