SIRIA, guerra civile. Collasso del regime baathista: Assad potrebbe essere fuggito da Damasco

Il presidente vede il proprio potere e quello del suo gruppo scemare sotto l’incalzare delle forze ribelli. Abbandonata la capitale (forse ha trovato rifugio in Iran, ma l’intelligence israeliana non ne sarebbe del tutto convinta) ha fatto sapere di essere disponibile a un accordo al fine di vivere un esilio sicuro dopo il crollo definitivo delle ultime ridotte del suo regime

7 dicembre 2024 – Il presidente siriano Bashar al-Assad si sarebbe detto disponibile a un accordo con le forze ribelli che gli consenta di mantenere il potere sulle aree, sempre più esigue, rimaste ancora sotto il suo controllo, ovvero a un’intesa che gli possa  garantire un esilio sicuro. Questo è quanto riferito dall’emittente “Bloomberg”, ripresa successivamente dai media arabi, che ha ipotizzato la sua presenza a Teheran. Si tratterebbe di un ultimo disperato tentativo di mantenere il potere in una ridotta porzione di territorio di una Siria ormai sostanzialmente smembrata.

L’ULTIMO DISPERATO TENTATIVO DI ASSAD

Egli tenterebbe di conseguire uno di questi due risultati ricorrendo a una iniziativa indiretta rivolta agli Stati Uniti d’America e al neoeletto presidente Donald Trump. Dopo la conquista di Hama le fazioni armate dell’opposizione (Hayat Tahrir al-Sham e L’esercito democratico siriano) sono giunti in prossimità delle città Homs e Damasco, uno sviluppo del conflitto che potrebbe preludere al crollo definitivo del fronte e alla débâcle di ciò che rimane delle forze del presidente. Nel frattempo l’ex qaedista Abu Mohammed al-Jolani, leader di Hayat Tahrir al-Sham in un messaggio ai combattenti ribelli ha annunciato come imminente la vittoria.

HAYAT TAHRIR AL-SHAM ANNUNCIA COME PROSSIMA LA VITTORIA

«La caduta del regime è vicina – ha egli dichiarato – rinnovo il mio appello a voi, fratelli miei, a essere misericordiosi e gentili quando trattate con la nostra gente nelle città e nei villaggi in cui entrate», ribadendo il suo impegno relativo alla clemenza per i militari governativi che diserteranno e deporranno le armi. Assad, dunque, non si troverebbe più a Damasco, seppure la versione ufficiale della propaganda del regime asserisca il contrario, tuttavia il presidente è introvabile e non si manifesta pubblicamente, questo mentre la guardia presidenziale non presidia più la sua residenza abituale.

IL DESTINO DEL PRESIDENTE

Bashar al-Assad è ovviamente il «primo della lista» dei ribelli, che però attualmente non disporrebbero di informazioni certe riguardo al luogo dove il presidente in fuga potrebbe avere trovato momentaneo rifugio. L’intelligence israeliana ha fatto trapelare tramite la stampa che Assad, in realtà, potrebbe invece trovarsi ancora a Damasco. Le analisi predittive sul destino del regime del partito Baath e del suo gruppo dirigente delineano uno scenario a breve termine, nel senso di una perdita definitiva del potere entro l’arco di pochissimi giorni, anche perché si esclude la possibilità di un colpo di stato che rallenti la dinamica del crollo.

EPILOGO A DAMASCO

Si ripete il copione la cui messa in scena ha già avuto luogo: la capitale vive gli ultimi giorni del regime degli al-Assad in uno stato di panico; mentre le forze ribelli avanzano sul terreno (presto giungeranno alla periferia della capitale) i militari dell’esercito siriano fedeli al presidente abbandonano le loro posizioni sul campo poste a difesa della città, soprattutto nel settore occidentale dei suburbi agricoli damasceni oltreché dall’area rurale della Ghouta orientale. Nei mercati di Damasco la gente cerca di accaparrarsi i generi alimentari e di prima necessità in previsione dell’ultima fase di combattimenti e dell’ingresso in città degli armati  islamisti e delle altre formazioni ribelli.

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