a cura del nostro corrispondente dagli Emirati Arabi Uniti, Ciro Maddaloni – In realtà non è sempre così e lo dimostra l’evento occorso a Abu Dhabi il 20 novembre scorso presso l’Emirates Palace, dove si è discusso delle attività da sviluppare con la partnership da duecento milioni di dollari annunciata durante il vertice Cop28 sui cambiamenti climatici del dicembre 2023, quando gli Emirati Arabi Uniti e la Fondazione Bill & Melinda Gates si sono impegnati ad accelerare le innovazioni agricole volte ad affrontare le minacce ai sistemi alimentari.
CRISI ALIMENTARI E INNOVAZIONI IN AGRICOLTURA
Come riportato da “The National”, Bill Gates (cofondatore di Microsoft e presidente della Fondazione Bill & Melinda Gates) e Mariam Almheiri (responsabile degli Affari internazionali presso la Corte presidenziale degli Emirati Arabi Uniti) hanno discusso riguardo alle opportunità offerte e al «futuro possibile» mediante il ricorso alle nuove tecnologie allo scopo di superare le difficoltà intrinseche in una natura ostile all’agricoltura nel Medio Oriente, nell’Africa sub-sahariana e in Asia meridionale. A venire presentate sono state soluzioni e tecniche agricole basate sull’intelligenza artificiale, concepite per un futuro sostenibile e fruttuoso del settore primario, oltreché al fine di sostenere gli sforzi profusi dai piccoli agricoltori nella resilienza contro i mutamenti climatici.
UN PROBLEMA URGENTE
Questa collaborazione evidenzia l’urgenza di affrontare il tema della sicurezza alimentare e dell’adattamento al clima per le comunità agricole vulnerabili, concentrando le attenzioni sulla scalabilità delle soluzioni possibili attraverso organizzazioni quali il Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale (CGIAR), una partnership globale incentrata sul miglioramento della sicurezza alimentare. Il Gruppo consultivo è inoltre impegnato nella identificazione delle soluzioni innovative in grado di venire adottate anche dai piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo per garantire autonomia alimentare alle popolazioni rurali nelle aree meno fortunate del Pianeta. Tra le innovazioni presentate spicca un progetto per affrontare il “punteruolo rosso della palma”, uno dei problemi che sta affliggendo il Medio oriente (e anche l’Italia), come qualcuno avrà tristemente notato osservando quelle che erano le palme del quartiere romano dell’EUR o del lungomare di Santa Marinella.
COME NELLA PESTE DI CAMUS… IL PRIMO INQUIETANTE SEGNALE
«Questo parassita originario dell’Asia tropicale si è diffuso in Africa e in Europa attraverso il Mediterraneo a partire dagli anni Ottanta, causando perdite annuali pari a due miliardi di dollari in quarantanove paesi – ha dichiarato Tarifa al-Zaabi, direttore generale del Centro internazionale per l’agricoltura biosalina -, il punteruolo rosso della palma è una sfida globale, perché è in grado di distruggere in soli sei mesi una palma da dattero sana che ha impiegato quarant’anni per crescere. Questo parassita ha colpito sia le palme da dattero che quelle dalle quali si estrae l’olio di palma in tutto il mondo. Per queste ragioni è stata rilevata la necessità di costituire un consorzio che riunisca gli sforzi profusi allo scopo dagli Emirati Arabi Uniti e dalle organizzazioni internazionali, finalizzati alla identificazione delle soluzioni possibili al problema all’azione in tutte le direzioni utili per eradicare questo parassita.
APPLICAZIONE DELLE TECNOLOGIE AVANZIATE
Nell’ambito del progetto sul punteruolo rosso della palma, vengono attualmente esplorate tecnologie avanzate come le trappole a gel, i droni per il rilevamento precoce e altri sistemi di gestione dei parassiti. Ai droni si ricorre allo scopo di identificare le palme da dattero infette, il che permette di individuare successivamente le aree bisognose di un intervento immediato che limiti la diffusione del parassita. Grazie a queste tecniche di prevenzione più di due milioni di palme sono state già trattate dall’inizio dell’anno ad Abu Dhabi, evitando la diffusione del parassita grazie al ricorso da parte della locale Autorità per l’Agricoltura e la Sicurezza alimentare di feromoni e trappole luminose per attirare e controllare i parassiti.
CONOSCENZA BENE DELL’UMANITÀ
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Gates, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo agricolo, le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale consentiranno la messa a fattor comune delle conoscenze acquisite e delle soluzioni disponibili al fine di migliorare la produttività delle attività agricole, assicurando allo stesso tempo la sostenibilità. «Nessun agricoltore deve venire lasciato indietro, poiché dovrà poter beneficiare delle conoscenze consolidate», questo l’obiettivo prefissato. I progetti riflettono la volontà di porre al servizio di tutti le tecnologie più avanzate al fine di risolvere le pressanti sfide di respiro globale, dal contrasto dei parassiti (come il punteruolo rosso della palma) al miglioramento del flusso di conoscenze in campo agricolo disponibili da parte degli agricoltori di tutto il mondo. Poiché, come ci ha insegnato il filosofo tedesco Hans Gadamer, «la conoscenza è l’unico bene dell’umanità, che diviso tra tutti, anziché diminuire diventa più grande».