a cura della Società Italiana di Neonatologia (SIN) – La categoria dei bambini è particolarmente suscettibile agli effetti nocivi dell’esposoma urbano, ovvero l’insieme dei fattori ambientali a cui coloro che vivono nelle città sono esposti nel corso della propria vita. Questi fattori, combinati con variabili sociali, comportamentali e biologiche, possono avere un impatto significativo sulla salute.
L’ESPOSIZONE AGLI AGENTI INQUINANTI È PRECOCE
L’esposizione all’inquinamento può iniziare già in utero, con conseguenze potenzialmente gravi sia nel breve termine, che nel lungo termine. Alcuni degli effetti includono natimortalità, prematurità, basso peso alla nascita, riduzione dell’allattamento al seno, malattie polmonari, cardiovascolari e neurologiche, fino a un aumento del rischio di paralisi celebrale. L’elevata frequenza respiratoria e l’immaturità fisiologica degli organi in via di sviluppo rendono i neonati più vulnerabili agli inquinanti rispetto agli adulti. Allo stesso modo, l’immaturità dei meccanismi di termoregolazione li rende particolarmente sensibili alle temperature estreme, una delle conseguenze del cambiamento climatico.
DECESSI PREMATURI: INQUINAMENTO ATMOSFERICO ED ECCESSO DI CALORE
Secondo i dati forniti dall’Unicef, ogni settimana in Europa e Asia Centrale oltre novanta bambini al di sotto del primo anno di età muoiono per cause legate all’inquinamento atmosferico. L’esposizione precoce compromette lo sviluppo polmonare, aumenta il rischio di asma e altre malattie croniche e influisce negativamente sul sistema cardiovascolare e sullo sviluppo neurologico. Nel corso del 2021 sono stati 377 i bambini morti in Europa e in Asia Centrale per cause riconducibili allo stress da calore. Le temperature elevate, in combinazione con l’inquinamento, aggravano le malattie respiratorie croniche e aumentano il numero di ricoveri ospedalieri.
FATTORI DA NON SOTTOVALUTARE
L’esposizione precoce e persistente all’inquinamento acustico può avere un impatto significativo sullo sviluppo neurologico dei bambini, contribuendo a problemi di apprendimento, difficoltà di concentrazione, disturbi comportamentali e del ritmo sonno-veglia. «L’esposizione prenatale all’inquinamento atmosferico comporta una persistente perdita di salute anche a bassi livelli di concentrazione e spesso impiega anni per manifestarsi pienamente – afferma al riguardo il dottor Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia, intervenuto in occasione del XXX congresso nazionale che ha luogo in questi giorni a Padova -, per nascere e crescere sani, sono necessari interventi concreti e condivisi, in grado di garantire città ed ambienti più sostenibili e meno esposti ad agenti inquinanti e nocivi, come indicato anche nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, il Sustainable Development Goal SDG 11, promosso dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite».
NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE
«Non c’è più tempo da perdere – concorda allarmato il professor Fabio Mosca, presidente della Commissione SIN Safe -, per questo, insieme ad altre trentacinque società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica delle quali è capofila la Società Italiana di Pediatria, a settembre di quest’anno con il progetto AMBO, Alleanza per un ambiente a misura di bambino, abbiamo assunto un impegno nei confronti dei nostri neonati e delle loro famiglie, quello di collaborare al fine di garantire loro un futuro migliore, che sia il più sostenibile e sicuro per la salute». Secondo le stime elaborate dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), oltre il 90% della popolazione urbana risulta esposta a livelli di particolato fine superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
LE RACCOMANDAZIONI
Dal canto suo, l’Unicef raccomanda che ogni bambino, indipendentemente dall’area della città in cui vive, abbia accesso a uno spazio verde pubblico sicuro e accogliente ad una distanza facilmente raggiungibile a piedi. Un recente studio di ricercatori spagnoli ha messo a punto una nuova linea guida, nota come la regola 3-30-300, sulla base della quale ogni persona dovrebbe poter vedere almeno tre alberi dalla propria casa, vivere in un quartiere con una copertura arborea del 30% e avere accesso a uno spazio verde di qualità entro 300 metri. La progettazione di città sostenibili richiede la cooperazione attiva tra governi, istituzioni e cittadini, investendo in soluzioni ambientali che riducano l’inquinamento, mitighino il cambiamento climatico, aumentino gli spazi verdi e tutelino la salute pubblica.
NECESSARIE CITTÀ SOSTENIBILI
«Per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico e contribuire ad abbassare le temperature – conclude il dottor Luigi Orfeo -, un primo passo potrebbe essere quello di implementare la presenza di parchi, giardini pensili ed orti urbani, che promuovono anche uno stile di vita attivo, contrastando la sedentarietà. Solo con un impegno collettivo sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire un futuro urbano sostenibile, equo e vivibile per le generazioni future, favorevole alla loro crescita e al loro sviluppo in salute».