a cura di GLR – Nel corso del suo intervento, il Presidente non ha mancato di criticare l’attendismo manifestato da alcuni italiani nel periodo della Resistenza, contrapponendo il loro atteggiamento alla scelta di chi da subito contribuì alla causa della libertà, animando l’esperienza delle “zone libere” e delle “Repubbliche partigiane”. Salutando la Medaglia d’oro Paola Del Din (Renata), presente in prima fila a 101 anni di età, egli ha ricordato come il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) il 2 giugno 1944 si pose il problema della transizione dei poteri nelle terre occupate, definendo l’obiettivo dell’azione dei Patrioti in una circolare diretta ai CLN regionali e provinciali. «L’insurrezione nazionale – si leggeva in essa -, insieme alle operazioni condotte dall’esercito regolare, deve fornire la prova storica dell’opposizione del popolo italiano al nazifascismo e costituire la sua riabilitazione di fronte al mondo intero». Si trattò di un’ambizione necessaria a rendere all’Italia il suo posto tra i paesi civili.
CARNIA, UN LABORATORIO DI DEMOCRAZIA
La storiografia resistenziale ha definito la Carnia «laboratorio di democrazia». Fu una sfida dura e i caduti di questa terra, onorata dalla Repubblica con la Medaglia d’argento al Valor Militare, ne costituirono il caro prezzo pagato. «La gente carnica – recita la motivazione dell’onoreficienza – osò lanciare una intrepida sfida all’invasore nazista e al suo alleato fascista, realizzando la Zona libera della Carnia, lembo indipendente d’Italia retto dal governo democratico del CLN, formato da civili”. “Con una continua, eroica, tenace lotta, le divisioni partigiane Garibaldi e Osoppo, con l’appoggio delle popolazioni locali, uomini e donne….liberarono una estensione di 2.500 chilometri quadrati, comprendente ben 42 Comuni”. “La difesa della Zona Libera e della sua capitale, Ampezzo, costrinse l’occupante a distogliere numerosi reparti dai fronti operativi per impiegarli nella repressione che costò ben 3.500 caduti partigiani e civili, migliaia di deportati e internati, efferati eccidi, saccheggi, disumane rappresaglie nei Comuni di Enemonzo, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Sutrio e Villa Santina”. La Carnia sarà l’ultimo lembo d’Italia a essere liberato e dovrà soffrire l’oltraggio di due ultime stragi, il 2 maggio 1945, a Ovaro-Comeglians e a Avasinis-Trasaghis. (…) Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica. Viva la Repubblica della Carnia e dell’Alto Friuli! Viva l’Italia!
IL CONVEGNO AL FOGOLÂR FURLAN DI ROMA
Il discorso del Presidente ha dato alla Repubblica della Carnia il meritato riconoscimento istituzionale inquadrandola nel lungo e sanguinoso processo di riconquista delle libertà conculcate dalla dittatura. Proprio in quest’ ottica il Fogolâr Furlan di Roma, associazione dei friulani residenti nella Capitale, ha organizzato un convegno aperto al pubblico durante il quale è stato proiettato il film “Carnia 1944. Un’estate di libertà”, opera realizzata grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dell’Università di Udine. Nell’occasione, il presidente del Fogolâr Furlan di Roma, Enzo Annichiarico, ha rivolto un saluto ai presenti rivolgendo un pensiero al padre, sottufficiale dell’Aeronautica militare che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unì ai partigiani osovani rimanendo due anni in montagna esponendosi ai pericoli della repressione dell’occupante e del suo alleato. A seguire, in un video da remoto, la presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Udine (Anpi), Antonella Lestani, ha ripercorso i momenti salienti di questa esperienza storica, elencando le riforme più importanti introdotte nel corso della breve vita della Repubblica carnica, quali il voto alle donne capofamiglia e la riforma della scuola.
VARIE COMPONENTI POLITICHE DELLA RESISTENZA
L’avvocato Gianluca Ruotolo, responsabile del settore Cultura del sodalizio friulano della Capitale, oltreché organizzatore dell’evento, ha dato lettura al contributo mediante il quale Roberto Volpetti, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo (Apo), componente cattolica della Resistenza friulana, ha ringraziato Mattarella per il suo lavoro di ricucitura dell’identità nazionale, rimembrando il sacrificio dell’eroe Renato del Din e i meriti ascrivibili a Romano Marchetti e don Aldo Moretti, i componenti osovani della giunta di governo della Repubblica carnica. A venire illustrata nel corso dell’incontro è stata la complessa e delicata situazione geopolitica in cui la Repubblica della Carnia si trovò a esistere, una spina nel fianco dell’occupante tedesco, che fin dal settembre 1943, a seguito dell’armistizio e della dissoluzione del regime fascista, annetté sostanzialmente la regione trasformandola in parte dell’Operationzone Adriatisches Küstenland (OZAK), o Zona di operazioni del Litorale Adriatico, che comprendeva le province di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume, Lubiana e del Quarnaro.
NASCE LA REPUBBLICA LIBERA DELLA CARNIA
Così era nata la Repubblica il primo agosto 1944, dopo il processo di consultazione promosso dalle forze partigiane che diede vita ai Comitati di Liberazione Nazionale a livello comunale. Solo pochi giorni dopo, l’11 agosto 1944, i tre comitati di vallata che avevano partecipato alla costituzione della Zona Libera (Alto Tagliamento, Degano e But) fondarono il CLN carnico. In tutta l’ Italia occupata in quel momento storico c’ era un forte anelito di libertà e la Repubblica della Carnia precedette solo di qualche settimana la nascita della Repubblica partigiana dell’Ossola ; quella della Carnia fu la più ampia zona libera in tutto il Nord Italia, comprendendo 42 comuni con 160 paesi e circa 90.000 abitanti per un’ estensione di quasi 2.600 chilometri quadrati. Come capitale fu scelto il paese di Ampezzo, un borgo di montagna che sorge nella Val Tagliamento in cui quasi ogni famiglia aveva un parente nella Divisione Alpina Julia, che contò molti caduti.
UN GRANDE ESEMPIO DI DEMOCRAZIA
La Repubblica carnica costituì un grande esperimento di democrazia. Esisteva una giunta di governo formata dai delegati di tutti i partiti politici, che includeva anche i rappresentanti delle donne e di operai, giovani e contadini oltre naturalmente ai referenti delle due formazioni partigiane, la Garibaldi e la Osoppo. La Giunta si mosse su due fronti, dando risposta prima di tutto alle necessità più urgenti della popolazione, a partire dalla sussistenza e dall’ assistenza sanitaria. Dall’altro lato introdusse una serie di importanti riforme anticipando di fatto alcuni principi fondamentali della futura Costituzione della Repubblica Italiana, quali la separazione del potere civile dal potere militare, la tassazione equa e progressiva, una giustizia uguale e gratuita per tutti, l’abolizione della pena di morte per reati comuni ( già eliminata dal Codice Zanardelli del 1889 e poi reintrodotta nel 1926 dal fascismo) ma anche la libertà di stampa, riunione e associazione e soprattutto le libere elezioni con la concessione del diritto di voto alla donne capofamiglia. La Giunta deliberò anche in tema di difesa del territorio montano e boschivo, e pose mano alla riorganizzazione della scuola sulla base di principi di libertà. Tra gli esponenti più importanti di quella esperienza dobbiamo citare Mario Lizzero (“Andrea”, Commissario politico delle Brigate Garibaldi), don Aldo Moretti (“Lino”, esponente della Osoppo e della Democrazia cristiana), Gino Beltrame (“Emilio”, esponente del Partito comunista italiano), Nino Del Bianco (“Celestino”, esponente del Partito d’Azione), Manlio Gardi (esponente del Partito liberale italiano), oltre a militanti politici locali come i socialisti Giovanni Cleva e Dino Candotti, il democristiano Luigi Nigris, il liberale Roberto Passudetti e l’osovano Romano Marchetti “Da Monte”.
LA REAZIONE TEDESCA
Intanto però, nella OZAK i nazifascisti avevano iniziato una intensa e spietata lotta impiegando tedeschi e truppe collaborazioniste per l’eliminazione delle zone libere costituite nell’estate del 1944, controllando il territorio per impedire la riorganizzazione del movimento partigiano. Ai cosacchi e ai caucasici alleati di Hitler, che tra militari e loro famiglie contavano circa trentacinquemila persone con al seguito seimila cavalli, fu concesso un territorio in Carnia denominato “Kosakenland in Nord Italien”, (Territorio cosacco in Nord Italia) dove queste popolazioni si stanziarono con armi e bagagli fondando una nuova entità amministrativa. In tale contesto fin dal loro arrivo in Italia i reparti cosacco-caucasici furono riorganizzati per poi essere impiegati, sotto il diretto controllo delle SS, nell’operazione «Klagenfurt» contro i partigiani del Friuli orientale nel settembre 1944.
LA COLLERICA DEVASTANTE VENDETTA NAZIFASCISTA
Poche settimane dopo, l’8 ottobre, la Repubblica fu travolta dall’operazione «Waldlaufer», condotta dai tedeschi con l’ausilio di truppe fasciste della Milizia di Difesa Territoriale e di cosacchi e caucasici, presenti in regione dal settembre 1943. I rastrellamenti si svolsero in un clima di terrore con incendi di interi paesi e violenze contro la popolazione, causando in pochi giorni cinquecento vittime, in grande maggioranza civili, oltre alle deportazioni in Germania ( per molti senza ritorno) e crimini di ogni genere. Furono perpetrati almeno duecentocinquanta stupri, oltre a un numero incalcolabile di furti, incendi e saccheggi di interi paesi con danni ingentissimi. La popolazione locale subì una violenta e inattesa depredazione che ricordava le invasioni barbariche o le incursioni turche dell’età moderna, tanto che l’arcivescovo di Udine le definì un «flagello di Dio» e don Graziano Boria, pievano (plevan) di Verzegnis, nell’ottobre 1944 ne lasciò una vivida descrizione nel Libro Storico della sua pieve.
A672A – EVENTI, FOGOLÂR FURLAN DI ROMA: LA REPUBBLICA DI CARNIA, una finestra di libertà nell’Italia occupata dai tedeschi. Carnia 1944: un’estate di libertà, docufilm di Marco Rossitti, è stato proiettato nella sede del sodalizio friulano nella Capitale in occasione dell’ottantesimo anniversario della costituzione dell’enclave che per alcuni mesi si affrancò dal giogo dell’occupante, sperimentando in quel microcosmo forme avanzate di democrazia.
In occasione della sua visita ad Ampezzo, che ha avuto luogo il 14 settembre 2024, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto una cerimonia in ricordo di quella zona liberata dai nazifascisti costituita dalle formazioni partigiane; essa è stata ricordata anche nel corso dell’incontro avvenuto Fogolâr Furlan di Roma il 20 settembre successivo, al quale sono intervenuti GIANLUCA RUOTOLO (avvocato, responsabile Cultura del Fogolâr Furlan di Roma) e ANTONELLA LESTANI (Presidente della Federazione ANPI Provinciale di Udine, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
A672B – EVENTI, FOGOLÂR FURLAN DI ROMA: LA REPUBBLICA DI CARNIA, una finestra di libertà nell’Italia occupata dai tedeschi. Carnia 1944: un’estate di libertà, docufilm di Marco Rossitti, è stato proiettato nella sede del sodalizio friulano nella Capitale in occasione dell’ottantesimo anniversario della costituzione dell’enclave che per alcuni mesi si affrancò dal giogo dell’occupante, sperimentando in quel microcosmo forme avanzate di democrazia.
In occasione della sua visita ad Ampezzo, che ha avuto luogo il 14 settembre 2024, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto una cerimonia in ricordo di quella zona liberata dai nazifascisti costituita dalle formazioni partigiane; essa è stata ricordata anche nel corso dell’incontro avvenuto Fogolâr Furlan di Roma il 20 settembre successivo, al quale sono intervenuti MARCO ROSSITTI (docente di Cinematografia presso l’Università degli Studi di Udine, autore e regista dell’opera) e GIANLUCA RUOTOLO (avvocato, responsabile Cultura del Fogolâr Furlan di Roma).
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In occasione della sua visita ad Ampezzo, che ha avuto luogo il 14 settembre 2024, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto una cerimonia in ricordo di quella zona liberata dai nazifascisti costituita dalle formazioni partigiane; essa è stata ricordata anche nel corso dell’incontro avvenuto Fogolâr Furlan di Roma il 20 settembre successivo, al quale è intervenuto ENZO ANNICHIARICO (Presidente del Fogolâr Furlan di Roma).
Ascolta gli audio allegati:
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