TERRITORIO, spazi verdi. Roma: l’incerto destino dell’area ex Snia Viscosa a Largo Preneste e Portonaccio

Il rischio è che questo fazzoletto di terra sopravvissuto all’edificazione più o meno selvaggia di quella che un tempo era la periferia orientale della Capitale divenga una nuova distesa di fabbricati, costruiti dai privati sulla base di un asserito presunto ripristino delle cubature industriali abbandonate ormai da da settant’anni. I comitati locali di cittadini, che fino a oggi sono riusciti a preservare il lago naturale sgorgato dal maldestro operare di un operaio con la sua macchina mentre sbancava il terreno, lottano strenuamente per il Parco Prenestino ex Snia Viscosa, una destinazione per altro già destinata a interesse pubblico nel 2003. A loro si aggiunge la voce di Italia Nostra Roma, che ha diffuso una lettera aperta che è, al medesimo tempo, denuncia e appello

Sono tante le storie che si potrebbero raccontare sull’area della ex Snia Viscosa, oggi divenuta parco pubblico e caratterizzata da un laghetto sorto per caso, sgorgato da tubi che non avrebbero dovuto venire toccati, ma che una macchina utilizzata per lo sbancamento del terreno “pizzicò” incidentalmente a causa della manovra maldestra dell’operaio che ci stava lavorando. Oggi in quel luogo c’è appunto un laghetto, una piccola riserva naturale all’interno di quella caotica città che è Roma, in un zona ormai non più periferia come un tempo, poiché fagocitata dall’avanzare delle aree edificate di una metropoli che, forse, dovremmo iniziare a definire megalopoli, dato che ormai non rinviene più sostanziale soluzione di continuità con i centri a  lei limitrofi, divenuti alveari dormitorio di romani a loro volta divenuti pendolari.

LE TANTE STORIE SULL’EX SNIA VISCOSA

Tante storie si diceva, come quelle dei ragazzini di una Casal Bertone compressa tra due baraccopoli a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, di nascosto, attraversando la ferrovia Roma-Sulmona, ultima propaggine dello Scalo San Lorenzo prima della Stazione Prenestina, evitando di venire travolti da carri merci e carrozze lanciati a spinta da vecchie locomotive durante le fasi di composizione dei convogli, si infilavano quatti quatti e un po’ emozionati dentro quel luogo magico fatto di capannoni diroccati dalle bombe lanciate dagli Alleati durante la guerra e vegetazione rigogliosa cresciuta nei decenni. Prima di quegli avventurosi ragazzini di borgata lì dentro c’era stata tanta altra gente, gli sfollati nel dopoguerra ad esempio, mentre nel quartiere ancora in molti allora ricordavano quel terribile giorno del bombardamento, con i morti, il tram fermo in mezzo a via Prenestina, i palazzi in fiamme e quel rifugio dentro la Viscosa che divenne la tomba di decine di operai e operaie.

UN PARCO E UN LAGO DA PRESERVARE

Tanto tempo è passato, e la vegetazione selvatica ha continuato ad avvolgere i muri di tufo e pietra, i capannoni industriali dai tetti bucati e dalle vetrate infrante. Fino a qualche anno fa, cioè quando per volontà e pervicacia di alcuni cittadini dei quartieri circostanti quell’area abbandonata che qualcuno avrebbe voluto lottizzare è stata trasformata in parco. Adesso il Parco Prenestino ex Snia Viscosa vive una fase critica, perché dalle decisioni che su di esso verranno assunte dipenderà la sua sopravvivenza. È un momento molto particolare, sia per la Capitale che per la Regione Lazio, per la quale ben presto si tornerà alle urne per votarne il nuovo Presidente e il Consiglio. I nuovi amministratori pubblici realizzeranno nella periferia orientale della città un sistema di parchi (prefigurato fin dal progetto direttore del 1995) nei comprensori ex SDO (sistema direzionale orientale) Pietralata, Tiburtino, Casilino e Centocelle, Quadraro-Torre Spaccata, oppure ridurrano (come alcune forze politiche hanno inserito nei loro programmi) le perimetrazioni dei parchi e delle riserve naturali nel Lazio?

LA DENUNCIA DI ITALIA NOSTRA ROMA

Di seguito pubblichiamo il documento inviatoci da Italia Nostra Roma relativo al Parco Prenestino ex Snia Viscosa.

Questa Associazione da tempo sottolinea l’importanza e la necessità di realizzare nella periferia orientale della città un sistema di parchi (prefigurato fin dal progetto direttore SDO del 1995) che interessi i comprensori ex SDO (sistema direzionale orientale), Pietralata, Tiburtino, Casilino e Centocelle, Quadraro-Torre Spaccata.

Tale sistema a carattere naturalistico e storico archeologico si connette a nord e a est alla Riserva naturale Valle dell’Aniene, mentre a Sud si connette con il sistema del Parco dell’Appia Antica. Fra le aree del quadrante Est si trova l’importante area dell’ex fabbrica Snia Viscosa, compresa fra la via Prenestina, via di Portonaccio e la linea ferroviaria Alta Velocità (AV), la quale con i significativi valori naturalistici individuati, quali la pineta e il lago, costituisce un importante segmento di tale sistema ambientale del quadrante Est. Qui è stato istituito il “Monumento naturale lago ex Snia Viscosa” con decreto del Presidente della Regione Lazio del 30 giugno 2020, esteso all’area del lago, alla pineta e al già istituito Parco delle Energie. Con il decreto medesimo è stata altresì affermata la possibilità di estendere il perimetro del monumento naturale anche sull’area dell’ex fabbrica.

L’area ex Snia ricade all’interno del Piano particolareggiato Tiburtino SDO, adottato nel 1998 ed approvato nel 2002, il quale ha destinato l’area in questione a destinazione pubblica e quindi preordinata all’esproprio: verde pubblico e la porzione dell’ex fabbrica di cui sopra a servizi generali urbani. Sulla base delle previsioni urbanistiche di detto Piano il Comune di Roma ha redatto ed approvato il progetto unitario del Parco Prenestino ex Snia Viscosa con DGC 533 del 9 settembre 2003. Sulla base di tale progetto è stato possibile procedere all’esproprio della parte orientale del lago e della relativa fascia costiera fino a Via di Portonaccio. Tuttavia il progetto di parco non è stato completato nella sua estensione, né attraverso l’esproprio della parte occidentale del lago e della fascia adiacente fino a collegarlo alle aree del Parco delle Energie.

Oggi l’area del Parco Prenestino ex Snia Viscosa, nella sua estensione su ambo i lati di via di Portonaccio, non ha più neppure una destinazione urbanistica individuata con strumenti certi, in quanto le destinazioni urbanistiche delle aree preordinate all’esproprio (verde e servizi) sono decadute assieme al Piano medesimo nel 2012, essendo decorsi dieci anni dalla sua approvazione. Italia Nostra Roma è venuta a conoscenza del permesso a costruire per un presunto ripristino delle cubature industriali abbandonate da settanta anni e chiede al Comune di Roma di tornare alla pianificazione urbanistica, l’unica che saprà indicare la giusta destinazione. Siamo al centro di quartieri intensivi, densamente popolati, fortemente impermeabilizzati, caratterizzati da elevatissimi livelli di inquinamento atmosferico, perciò assetati di verde nella doppia funzione di spazio pubblico e moderazione del clima. Si riparta dunque dalla destinazione pubblica originaria e si agisca per il bene pubblico, non per gli interessi privati. Da qui bisogna partire per la rigenerazione ambientale della Zona Est.

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