BALCANI, Cossovo. Tensione nelle municipalità del nord: segnalati spari ed esplosioni

Potrebbe avviarsi una escalation se la situazione precipitasse. Da oggi scuole serbe chiuse nelle zone popolate dalla minoranza, mentre le strade vengono pattugliate dai militari della NATO e sottoposte al monitoraggio di EULEX

Era un sostanziale ultimatum quello del presidente kosovaro Albin Kurti nei confronti della popolazione della minoranza serba che manifestava da giorni nei territori delle municipalità del nord, dove è presente in maggioranza. Un clima di tensione tra le due etnie (la serba e l’albanese) alimentato dal perdurare  delle barricate e dei blocchi stradali eretti a seguito dell’arresto di un ex agente serbo della locale polizia. Ieri a Belgrado il presidente serbo Aleksandar Vučić aveva convocato una riunione d’emergenza del Consiglio per la sicurezza nazionale a causa del precipitare della situazione a ridosso della mezzanotte e della preoccupante escalation della contrapposizione interetnica nelle zone del Cossovo (Kosova per gli albanesi e Kosovo i Metohija per i serbi) popolate dalla maggioranza serba.

ESCALATION DELLA TENSIONE

Da Pristina il premier kosovaro (albanese) Albin Kurti ha accusato Belgrado di minacciare una nuova guerra attraverso l’invio di proprie unità militari nel Kosovo, oltreché di sostenere le attività poste in essere dai gruppi serbi «le cui attività illegali destabilizzano continuamente la situazione nel nord». Egli è intervenuto nella giornata di ieri assieme al ministro dell’interno Xhelal Svecla parlando di una «militarizzazione dell’area da parte della Serbia» che avrebbe portato all’attuale situazione. Kurti ha inoltre denunciato le attività nel nord del Kosovo delle strutture parallele in relazioni con Belgrado. «Nel nord – ha affermato al riguardo – continuano a circolare auto con targa illegale, si lavora e si commercia con i dinari serbi, l’elettricità non si paga,  come molti altri servizi, una situazione assolutamente inaccettabile».

BARRICATE E INTERVENTO DELLA NATO KFOR

Kurti ha quindi condannato con forza i blocchi stradali e le barricate dei serbi e ha richiesto l’intervento della forza multinazionale NATO KFOR al fine di «garantire la libertà di movimento di tutti i residenti, che è poi parte del suo mandato conferito dall’ONU». Le zone maggiormente a rischio vengono pattugliate dai militari della NATO e sono sottoposte al controllo della missione civile europea (EULEX). Le scuole che ricadono nel sistema di istruzione della minoranza serbo-kosovara a partire da oggi resteranno chiuse, mentre un appello alla rimozione delle barricate e dei blocchi stradali è stato lanciato da Unione europea, Stati Uniti d’America e dalla stessa NATO.

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