Almeno ventuno persone, tra i quali sette bambini, hanno perso la vita a causa dell’incendio di una palazzina a Jabaliya, gigantesco sobborgo di Gaza City. I media palestinesi riferiscono che quasi tutte le vittime erano componenti di una famiglia che si è riunita nell’abitazione per un festeggiamento. La causa dell’incendio potrebbe rinvenirsi nella fuoriuscita incontrollata di liquido infiammabile che era stato immagazzinato nella casa, che avrebbe preso fuoco a seguito dell’accensione delle candele durante l’evento conviviale.
INCENDIO A JABALIYA
L’incendio è divampato nel tardo pomeriggio di ieri all’interno di un edificio residenziale situato nel campo di Jabaliya, gigantesco e disordinato agglomerato urbano situato alla periferia di Gaza City, nel nord della Striscia. Fonti dell’ospedale pubblico indonesiano Della vicina Beit Lahiya hanno in seguito riferito che molte altre persone sono rimaste ferite e, nel centro medico, soccorse, inducendo dunque a ipotizzare che il bilancio potrebbe essere destinato ad aumentare. Un portavoce del Corpo di difesa civile di Gaza ha poi dichiarato che l’incendio è stato domato dopo circa un’ora.
UN FAMIGLIA DISTRUTTA
La maggior parte delle vittime proveniva da un’unica famiglia, quella di Abu Raya, riunita per celebrare il ritorno di un proprio membro dall’estero. Sulla base delle prime risultanze investigative non sarebbero chiare le ragioni per le quali all’interno dell’edificio era stato immagazzinato una tale quantitativo di liquido infiammabile, probabilmente benzina. Il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha proclamato una giornata di lutto nazionale nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, egli ha definito l’incidente una «catastrofe nazionale». Da Ramallah, un portavoce del governo dell’ANP ha successivamente reso noto che il primo ministro Mohammad Shtayyeh ha disposto dei soccorsi con urgenza.
I FERITI CURATI ANCHE IN ISRAELE
Hussein al-Sheikh, segretario generale del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), ha confermato di avere chiesto alle autorità di Israele di aprire il valico di Erez, a nord di Gaza, allo scopo di far transitare i feriti qualora questi necessitino di cure mediche al di fuori dalla Striscia. Contestualmente, il ministro della Difesa dello Stato ebraico (ancora in carica), Benny Gantz, ha reso noto mediante un tweet che il collegamento militare di Israele con i palestinesi, noto come COGAT, aveva trasmesso l’offerta di assistenza per l’evacuazione umanitaria delle vittime negli ospedali israeliani. «Lo Stato di Israele e l’establishment della difesa inviano le nostre condoglianze in seguito al tragico incidente di Gaza. Abbiamo offerto la nostra assistenza per l’evacuazione dei civili feriti negli ospedali tramite COGAT. Lo Stato di Israele è pronto a fornire assistenza medica salvavita ai residenti di Gaza», ha twittato Gantz, esprimendo dolore a nome dello Stato di Israele.