USA, elezioni di midterm. I democratici vincono in Arizona e Nevada. I repubblicani con oltre 5 milioni di voti popolari in più, perdono il Senato

La sconfitta dei candidati di Trump ridimensiona la presa dell'ex presidente sul GOP

I democratici hanno prevalso nella battaglia per il Senato dopo che Catherine Cortez Masto è stata dichiarata vincitrice della gara in Nevada. La vittoria di misura della senatrice uscente democratica sul repubblicano Adam Laxalt rende ininfluente il ballottaggio del Senato della Georgia previsto nel prossimo dicembre. La supremazia repubblicana nel voto popolare, con il Partito Democratico a 47.290.997 voti pari al 46,7% contro i 52.084.763 del Partito Repubblicano pari al 51,4 % dei voti espressi, non è stata sufficiente ad ottenere il seggio in più che serviva al GOP per conquistare la maggioranza del Senato.

LA SCONFITTA DEI CANDIDATI DI DONALD TRUMP 

I repubblicani dovevano strappare almeno un seggio per avere il controllo del Senato, ma hanno subito una battuta d’arresto già in Pennsylvania, quando John Fetterman ha sconfitto Mehmet Oz. Questa gara è stata una delle quattro del midterm in cui un candidato al Senato sostenuto dall’ex presidente Donald Trump ha perso. In Arizona, il miliardario Blake Masters è stato sconfitto da Kelly, mentre l’ex procuratore generale del Nevada Adam Laxalt ha perso contro Cortez Masto. Mentre nel New Hampshire, il generale in pensione Don Bolduc ha subito una sconfitta di quasi 10 punti contro la senatrice democratica Maggie Hassan.

FINANZIAMENTI DEMOCRATICI AD AVVERSARI DEBOLI

Il sistema delle elezioni statunitensi consente di raccogliere finanziamenti aperti ed è provato che generosi contributi sono giunti anche dal partito democratico per sostenere i candidati indicati da Trump alle primarie repubblicane, nella convinzione che sarebbero stati poi più facili da battere alle elezioni generali. Lo stesso partito democratico i cui esponenti nei comizi e in tv sono poi ricorsi agli allarmi sulla deriva illiberale, autoritaria e similfascista, che il partito repubblicano a guida trumpiana avrebbe assunto. Una spregiudicatezza politica per la quale si è riusciti a far temere all’opinione pubblica, proprio ciò che in realtà veniva auspicato.

IL BALLOTTAGGIO IN GEORGIA PERDE DI INTERESSE                         

La vittoria dei democratici in Nevada e Arizona che i repubblicani speravano di capovolgere di segno, rende dunque ininfluente il ballottaggio del 6 dicembre in Georgia, in cui il senatore democratico Raphael Warnock affronterà la ex star del football americano Herschel Walker. Se Warnock vince, i democratici avranno 51 senatori nel 2023. Se Walker prevale, il Senato rimarrà come era 50-50 per altri due anni, con il vicepresidente Kamala Harris che però potrà rompere lo stallo. Il presidente Joe Biden avrà dunque almeno uno dei rami del Congresso vicina alla propria amministrazione.

IL PARTITO REPUBBLICANO E LA CORSA ALLA CASA BIANCA               

In estrema sintesi, nel campo repubblicano, le elezioni di midterm registrano la sconfitta di Trump e il suo forte ridimensionamento nella corsa alla rivincita presidenziale e la grande vittoria di Ron DeSantis, che invece, da confermato governatore della Florida porta in dote al GOP un formidabile bastione rosso. Quanto al campo democratico, le elezioni di midterm consentono a Joe Biden di cantare vittoria dopo aver temuto la sconfitta, così da vedere più vicina la propria ricandidatura alle presidenziali del 2024. Tre circostanze che potrebbero indurre il GOP ad avviare velocemente il dopo Trump, avendo la Casa Bianca per obiettivo.

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