DIFESA, aerospazio. F-35: delegazione svizzera a Cameri accolta da Segredifesa

In virtù del contratto stipulato da Berna nel settembre scorso, le forze armate elvetiche si doteranno di trentasei esemplari a decollo e atterraggio convenzionale del caccia da superiorità aerea di V generazione, macchine che tra il 2027 e il 2030 sostituiranno gli F/A-18 Hornet e gli F-5 Tiger nelle linee di volo della componente aerea della Difesa del Paese alpino

Ha avuto luogo ieri la visita al polo regionale trivalente F-35 – FACO / MRO&U di Cameri (NO) della delegazione elvetica guidata dal ministro della Difesa di Berna, signora Viola Amherd, e dal Direttore degli Armamenti Martin Sonderegger. Essa è stata accolta dal generale Luciano Portolano, Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, che nella prima fase dell’incontro, dopo aver recato il saluto del ministro della Difesa Guido Crosetto, ha illustrato i lineamenti organizzativi del programma internazionale per il velivolo di superiorità aerea di V generazione F-35 e l’organizzazione del polo trivalente di Cameri, una delle due realtà produttive al mondo non negli Stati Uniti (l’altra è in Giappone) e unica in Europa.

LO STABILIMENTO INDUSTRIALE DI CAMERI

Nel briefing iniziale è stato illustrato come presso gli impianti piemontesi (centro di assemblaggio e verifica finale del programma F-35) si producano già circa un terzo degli assiemi alari per l’intera esigenza del programma internazionale, si assemblano i velivoli per Italia e Olanda e si effettuano le ispezioni più significative per i Paesi europei, a partire dalla Norvegia, il cui primo velivolo ha iniziato i previsti controlli e la manutenzione a inizio luglio. Successivamente, la delegazione svizzera ha visitato le linee produttive e manutentive, dove ha potuto toccare con mano il livello tecnologico e qualitativo della gestione dei sistemi di ultima generazione in Italia. Il programma già oggi conta a vario titolo sedici Stati, senza contare quelli che stanno chiedendo di potersi dotare del velivolo, pertanto, ha già di fatto un ruolo attivo nella cooperazione europea e transatlantica. Durante la visita è apparsa chiaramente l’importanza del polo trivalente di Cameri per l’area euro-mediterranea.

IL PROGRAMMA JOINT STRIKE FIGHTER

Per l’Italia lo stabilimento in provincia di Novara rappresenta una felice conferma della scelta strategica e lungimirante di partecipare fin dall’inizio al programma Joint strike fighter, anche per le significative ricadute dal punto di vista tecnologico, industriale e occupazionale. Portolano ha poi sottolineato al ministro elvetico il peso specifico dell’Italia nel programma internazionale – anche dal punto di vista dell’esperienza operativa. L’Italia, infatti, partecipa fin dagli albori del programma F-35 e l’Aeronautica militare e la Marina militare, con Usa e Giappone sono attualmente le uniche a impiegare gli aerei sia in versione A (CTOL, a decollo e atterraggio convenzionale) che B (STOVL, a decollo corto e atterraggio verticale). Al termine della visita, la signora Amherd si è detta colpita dall’eccellente organizzazione e dalle professionalità impiegate nella gestione dei modernissimi processi industriali.

COOPERAZIONE ITALO-ELVETICA

Ella ha inoltre aggiunto che la cooperazione con l’Italia, a partire dal programma F-35, migliorerà sicuramente l’interoperabilità con le altre forze armate europee. La decisione della Confederazione elvetica di acquistare gli F-35 è stata assunta nel giugno del 2021, dopo l’annuncio del Consiglio federale  relativo alla competizione per il rinnovo della linea caccia dello strumento difensivo nazionale. Nel settembre scorso Berna ha stipulato un contratto di acquisto dei valivoli per un valore complessivo di 6,25 miliardi di dollari. Esso prevede l’immissione in linea di trentasei macchine a decollo e atterraggio convenzionale in sostituzione degli F/A-18 Hornet e degli F-5 Tiger, un rinnovo in calendario tra il 2027 e il 2030. Esclusi i velivoli iniziali, assemblati in America e destinati a rimanere nel continente americano a supporto dell’addestramento dei piloti elvetici, fino a ventotto dei restanti F-35 beneficeranno dei vantaggi di una produzione e consegna direttamente in Europa, in Italia a Cameri.

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