AMBIENTE, rifiuti. Roma, incendio alla discarica di Malagrotta: è stato un atto intimidatorio?

In un proprio comunicato stampa diffuso nella giornata di ieri, l’organizzazione Italia Nostra Roma evidenzia la «singolare tempistica» del disastroso evento. «Il sindaco Gualtieri vada avanti con il termovalorizzatore», prosegue la nota

a cura di Italia Nostra Roma – Con sincronia più che sospetta con l’agenda politica , scomoda quanto coraggiosa, della Giunta Gualtieri in materia di rifiuti è arrivato l’incendio all’impianto del TMB di Malagrotta, ove erano accumulate tonnellate di indifferenziata.

UNA TEMPISTICA CHE NON CONVINCE AFFATTO

Non ci convincono la tempistica e le probabili conseguenze sul dibattito politico capitolino, che era volto ad un solido futuro, costituto da  pulizia delle strade quotidiana, raccolta differenziata, più il necessario costruendo termovalorizzatore. Italia Nostra Roma (che in merito si è già espressa favorevolmente all’impianto purché si adotti la più avanzata tecnologia) chiede che venga fatta luce, al più presto e ai massimi livelli investigativi nazionali, rispetto alle cause e ai mandanti di quello che appare ancora una volta un incendio doloso. Magari atto a generare, tra le altre, diffidenza e preoccupazione verso strutture industriali efficaci e risolutive quali i termovalorizzatori, ampiamente operativi da anni nel Nord Italia e precipuamente in tutte le capitali del Nord Europa, e proprio nei paesi più sensibili alle tematiche green.

LA SVOLTA DEL TERMOVALORIZZATORE

Mentre dall’ altro la svolta del termovalorizzatore potrebbe per altro verso perturbare consolidati interessi affinché nulla cambi nel caos dei rifiuti romano, che sono al contempo un ricco business.  Questo immenso rogo ci indica infine che strutture strategiche come la raccolta, il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti di una metropoli non possono essere delegati, al medioevo delle gestioni privatistiche, in assenza di presidii pubblici di alta sicurezza. Chiediamo dunque al sindaco Gualtieri di andare avanti. Ancora una volta il decoro della Capitale, la qualità della vita dei romani e l’industria turistica della massima città d’ arte non possono aspettare oltre.

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