UCRAINA, conflitto. I giorni della verità per Kiev e Mosca

Nella battaglia della propaganda di guerra c’è da aspettarsi di tutto e il peggio di tutto. I bombardamenti delle ore che sono succedute alla dimostrazione di coesione russa non hanno dato l’impressione di una sopraggiunta carenza di capacità di offendere delle truppe di Mosca

a cura di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’Esercito italiano e attualmente membro del direttorio della NATO Defence College Foundation – Il 9 maggio 2022 si è svolta la parata nella Piazza Rossa, dove il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha esposto la sua verità sull’aggressione all’Ucraina.  Tralascio volutamente i giudizi su quanto Mosca ha voluto mostrare in pubblico, la ridotta, rispetto alle aspettative di molti, presenza di armi, potrebbe essere un inganno voluto e non una dimostrazione di carenza di disponibilità. Nella battaglia della propaganda di guerra c’è da aspettarsi di tutto e il peggio di tutto. I bombardamenti delle ore che sono succedute alla dimostrazione di coesione russa non hanno dato l’impressione di una sopraggiunta carenza di capacità di offendere delle truppe di Mosca.

CAPIRE LA RUSSIA OGGI

Per capire la Russia e il suo approccio odierno, che è opportuno risalire al passato del paese e comprendere l’ossessione dell’élite russa per l’Occidente, in primo luogo la Germania (di cui lunedì festeggiava la sconfitta), e la convinzione storica che le terre che separano Mosca da Berlino siano poco più che pedine del gioco strategico della scacchiera europea.

Il Giorno della Vittoria non ha visto Putin dichiarare guerra totale all’Ucraina, sebbene il suo discorso includesse molte bugie sulla NATO, i nazisti, le armi nucleari e la minaccia che la Russia apparentemente deve affrontare . Putin ha bisogno di una minaccia per la Russia proprio perché propone poco altro al popolo russo per essere seguito oltre ogni limite della ragione. Il Giorno della Vittoria non riguarda solo la Grande guerra patriottica poiché è anche la metafora della creazione dell’impero comunista sovietico che ha controllato gran parte dell’Europa centrale e orientale tra il 1945 e il 1989 dopo aver liberato gli europei dal nazismo. Quest’ultima riflessione è forse il punto per lui più importante della parata, attesa la tragica guerra in cui sta coinvolgendo all’Ucraina. Inoltre, il fatto che il generale Valery Gerasimov non abbia potuto partecipare in quanto ricoverato in ospedale per riprendersi dalle ferite è un indicatore importante delle difficoltà che attraversa Mosca.

IL GIORNO DELLA VITTORIA

Il Giorno della Vittoria, a parere di molti analisti, avrebbe dovuto commemorare la vittoria strategica di Putin nella guerra in Ucraina e l’imposizione della sua ideologia nazionalista in stile sovietico e antinazista al popolo ucraino. Invece, è stata una semplice esposizione della gestione della crisi e  delle aspettative politiche. Questo perché la verità narrata dall’inquilino del Cremlino è connessa alla sua stessa sopravvivenza in un paese che non pare avere meccanismi per un cambiamento politico pacifico o capacità di adattamento. Semplificando: la Russia oggi appare l’incapace di adattarsi a un mondo che cambia e in tal senso non sono i pochi liberali moscoviti a preoccupare Putin, per quanto l’Occidente lo desideri. Sono gli ultranazionalisti di Putin che credono davvero nella massima di Stalin secondo cui «tutto ciò che conta è quanto lontano può arrivare l’esercito russo». Putin deve e dovrà controllare le loro spinte e per questo è stato deciso nel  suo discorso per il Giorno della Vittoria nei ripetuti riferimenti agli eroi russi del passato.

DIPLOMAZIA E PACIFICAZIONE

Oggi coloro che in Occidente chiedono un cessate il fuoco dovrebbero stare attenti a non confondere la diplomazia con la pacificazione e semplicemente confermare la Russia nei suoi “guadagni territoriali illeciti”. Quelle stesse persone devono anche stare attenti a non vedere l’Ucraina come un grande paese lontano di cui sappiamo poco e gli italiani dovrebbero sempre ricordare che Trieste è più vicina a Odessa che a Reggio Calabria. La guerra in Ucraina del 2022, per quello che è, sta riconfigurando il contesto strategico e geopolitico della NATO, dell’Europa e del resto del mondo. Sta ricordando ai leader europei che per troppo tempo hanno abbandonato l’idea di una robusta difesa per  seguire le prospettive di crescita degli economisti che solo ora pare capiscano che il potere e la coercizione armata  possono ancora esistere.

UNITÀ DI SFORZI

Oggi gli alleati occidentali devono quindi confrontarsi e con due questioni potenzialmente esistenziali che sono sia il come si può preservare la pace sia in che modo la deterrenza e la difesa della NATO possono davvero difendere il futuro democratico dei popoli liberi. La storia europea sta entrando in un periodo tristissimo ed è fondamentale che tutte le democrazie proseguano unite ed  insieme con un approccio fermo, per quanto possibile collettivo e sufficientemente  ambizioso , tanto da fermare il regime post-comunista di Mosca così come si è mostrato lunedì  9 maggio . Affrontare Putin (e la Cina Popolare se sceglierà così di essere dalla parte del nemico) richiederà un’unità di sforzi e obiettivi che non si è riscontrata nel mondo democratico dalla formazione della NATO.

L’OCCIDENTE DEVE SCEGLIERE

Nelle prossime settimane l’Occidente deve scegliere. Costringere l’Ucraina ad accettare le decisioni di Putin sul terreno dell’Ucraina e quindi consentire a Mosca di imporre il suo sistema, o impegnarsi in una chiara serie di obiettivi strategici che culminano con il ripristino dei confini dell’Ucraina. Se l’Ucraina sarà costretta ad affrontare una situazione di stallo che piaccia ai russi per l’Occidentale non sarà un successo della diplomazia ma una pace imposta. Tuttavia, prima che possa essere stabilita una strategia a lungo termine, è fondamentale che all’Ucraina vengano forniti i mezzi per resistere all’ultima offensiva russa. In particolare, ciò significa negare ai russi il successo nella loro attuale operazione, la conquista di un asse che collega Slovyansk, Kramatorsk, Druzhina, Kostyantyniska e Donetsk. Senza assicurarsi quell’obiettivo i russi  saranno difficilmente in grado di condurre la fase successiva dell’offensiva e fino al confine con l’oblast’ di Donetsk. Ciò che conta ora è mantenere la capacità di  manovra e il potere di combattimento delle forze ucraine.

Condividi: